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Negli ultimi mesi, diversi paesi asiatici sono stati colpiti da tifoni, inondazioni improvvise e cambiamenti climatici estremi. Nell'ambito della mitigazione delle sfide ambientali globali, i leader di diversi paesi stanno cercando strategie innovative per bilanciare la crescita economica con la sostenibilità. La Malesia è tra coloro che stanno facendo passi da gigante, in particolare grazie alla recente adozione di un quadro politico per l'economia circolare. Questa iniziativa, introdotta dal Ministero degli investimenti, del commercio e dell'industria (MITI, Ministry of Investment, Trade, and Industry), segna un passo fondamentale nella transizione del paese da modelli economici basati sui combustibili fossili e ad alta intensità di risorse verso un'economia circolare più sostenibile.
In questo paper, evidenziamo gli sforzi della Malesia e tracciamo un parallelo con il successo del Piano d'azione per l'economia circolare dell'Unione Europea, sottolineando il ruolo strategico della collaborazione internazionale, delle competenze scientifiche e della politica nel guidare un futuro più verde e resiliente per tutti. Sulla base dei nostri precedenti studi sull'economia circolare, concordiamo sul fatto che il quadro malese fornisce una strategia disciplinata per aumentare la circolarità nei settori della produzione e del riciclaggio. Oltre all'impatto socioeconomico, il quadro politico funge da guida per ottimizzare l'allocazione delle risorse, concentrandosi su input circolari, processi efficaci e risultati sostenibili.
Prendendo spunto dalla controparte internazionale, il Piano d'azione per l'economia circolare dell'Unione Europea rappresenta un buon esempio di come una politica strategica possa promuovere la protezione dell'ambiente, la creazione di posti di lavoro e la crescita economica. I risultati ottenuti dall'UE nella riduzione dei rifiuti e nel miglioramento dell'efficienza delle risorse corrispondono strettamente agli sforzi della Malesia.
I sette fattori abilitanti per l’economia circolare della Malesia
Il quadro politico sull'economia circolare del MITI ha proposto sette fattori abilitanti per sostenere le iniziative di economia circolare, che dovrebbero essere implementati con un grande aiuto da parte della scienza. In primo luogo, l'istituzione di un sistema di certificazione uniforme per l'etichettatura e la rendicontazione degli articoli basati sull'economia circolare contribuirà notevolmente a questo obiettivo. Come l'accreditamento Blue Angel della Germania, questo sistema sarà un “marchio verde”, che incentiverà le imprese a utilizzare metodi circolari e consentirà ai consumatori di individuare i prodotti vantaggiosi per l'ambiente.
Sostenere l'esportazione di beni che rispondono a criteri di economia circolare e attirare investimenti di alto valore nell'economia circolare sono un altro fattore di vitale importanza. Enfatizzare le catene del valore dell'economia circolare può aiutare la Malesia ad affermarsi come uno dei principali esportatori di beni sostenibili, proprio come i Paesi Bassi, che si sono affermati come centro dell'economia circolare in Europa grazie a idee creative nel settore edilizio e agricolo.
In terzo luogo, la Malesia ha anche la possibilità di far progredire le iniziative di economia circolare dell'ASEAN, l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico. Ad esempio, l'ASEAN Cooperation on Environment offre alla Malesia una base da cui partire per crescere a livello regionale, e la Malesia è in grado di promuovere una maggiore collaborazione regionale unificando i criteri dell'economia circolare all'interno della comunità ASEAN.
Sarà imperativo poi definire con precisione le attività circolari, quindi la creazione di una tassonomia per le attività di economia circolare aiuterebbe a fare chiarezza. Ciò riflette il Circular Economy Monitoring Framework dell'Unione Europea, che guida gli investimenti e le politiche fiscali nell'economia circolare attraverso indicatori e tassonomia ben definiti.
Il quinto fattore abilitante si concentra su una solida metrica nazionale dell'economia circolare e su sistemi di monitoraggio. Nel 2016, la Finlandia è stata il primo paese al mondo ad adottare una road map nazionale sull'economia circolare. La Roadmap dell'economia circolare finlandese rappresenta quindi un buon modello, poiché nel suo sistema di tracciamento sono inclusi importanti indicatori di performance (KPI) per monitorare il cambiamento verso un'economia circolare,
Nel frattempo, la creazione di iniziative di riqualificazione per migliorare le capacità dell'economia circolare è un altro fattore cruciale. Ad esempio, offrire ai talenti locali e alle PMI una formazione approfondita consente alla Malesia di migliorare i suoi progetti di economia circolare. A tal fine, è possibile ricorrere a partenariati pubblico-privato per collaborare con organizzazioni internazionali come la Ellen MacArthur Foundation per personalizzare i corsi di formazione e fornire ai governi e alle aziende locali gli strumenti necessari per realizzare i piani di economia circolare.
L'ultimo fattore è l'incoraggiamento di modelli di business circolari. La Malesia può ispirare un maggior numero di aziende a passare a modelli sostenibili rafforzando lo sviluppo delle capacità. Per esempio, IKEA ha adottato efficacemente modelli di business circolari riciclando e rimettendo a nuovo i mobili. Indirettamente, questo si traduce in una maggiore durata del prodotto e in minori sprechi.
È importante notare che questo quadro misura le pratiche attuali della Malesia rispetto agli standard mondiali. Analizzare i benchmark dell'economia circolare all'estero aiuta la Malesia a migliorare le pratiche per rimanere competitiva sul mercato mondiale. Questa strategia riflette il successo di nazioni come la Danimarca, che è riconosciuta come leader nella sostenibilità e ha fatto coincidere le proprie iniziative di economia circolare con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.
Immagine: Envato