L’esigenza di adeguare le strategie aziendali al cambiamento climatico in corso sta diventando sempre più pressante, complici anche le nuove normative in materia di sostenibilità e standard di rendicontazione che imporranno alle imprese trasparenza sui rischi e i propri sforzi per gestirli. Eppure molte aziende faticano a implementare concrete strategie di transizione.

L’ultimo rapporto di Ceres, organizzazione di advocacy senza scopo di lucro che agisce per un mondo più sostenibile, costituisce una nuova guida aziendale sulla pianificazione della transizione per aiutare le aziende ad affrontare i rischi finanziari del cambiamento climatico e massimizzare le opportunità per loro di prosperare in un futuro a basse emissioni di carbonio. Gli strumenti di autovalutazione e gli orientamenti forniti nel report di Ceres offrono un'opportunità per qualsiasi azienda che stia cercando di costruire il proprio business case e abbia delle domande o titubanze sulle tappe di passaggio dalle informative esistenti a un piano di transizione leader.

“Sebbene molte aziende abbiano compiuto l'importante primo passo di stabilire e divulgare i propri obiettivi climatici, si tratta solo di un primo passo", ha dichiarato Laura Draucker, senior director of corporate climate action di Ceres. "Gli investitori e le altre parti interessate sono andati oltre la semplice richiesta di obiettivi e vogliono sapere come le aziende intendono raggiungerli e gestire con successo il loro rischio nel passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio. Senza un piano d'azione lungimirante, a breve termine e quantitativo che sia in linea con la loro strategia di core business, le aziende rischiano di rimanere indietro rispetto ai loro pari e di perdere l'accesso a capitali cruciali. Forniamo una guida tanto necessaria alle aziende per realizzare i loro obiettivi climatici, rimanere competitive nei loro settori e fornire valore a lungo termine per gli azionisti."

L’importanza dei piani d’azione per la transizione climatica

I piani d’azione per la transizione climatica o CTPAs (Climate Transition Plan Action) sono "un insieme lungimirante e quantitativo di azioni che un'azienda intraprenderà nel breve e medio termine per ridurre le emissioni di gas serra e allineare le strategie aziendali e la politica di advocacy con la limitazione del riscaldamento climatico a 1,5ºC in modo giusto ed equo”.

Nel report del 2022, Climate Transition Action Plans: Activate Your Journey to Climate Leadership, Ceres identificava tre principi per i CTPA: ambizione, azione e responsabilità. L’ultimo report dell’organizzazione ha enucleato sei campi d’azione in linea con i quadri di divulgazione pubblicati dalla Transition Plan Taskforce e dalla Glasgow Financial Alliance for Net Zero: la definizione di obiettivi e traguardi basati sulla scienza, la decarbonizzazione del business, la garanzia di una transizione giusta, la difesa delle politiche pubbliche, il sostegno all'integrazione e alla responsabilità, il monitoraggio e la rendicontazione dei progressi.

I CTAPs delineano le operazioni che le aziende intraprendono in tutta la loro attività per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità e l’evoluzione verso un modello green, e rappresentano senz’altro uno strumento chiave per coloro che si prefiggono anche di andare oltre i requisiti normativi di base e posizionarsi con successo verso un'economia di transizione a basse emissioni di carbonio.

Quali sono gli step

Il primo passo da compiere per creare un piano leader di transizione climatica è capire quanto l'attuale divulgazione o la pianificazione dell’azienda risulti efficiente. Ceres ha definito, per ognuna delle sei aree d’azione, il percorso in quattro step. Il primo riguarda le informazioni esistenti (pre-CTAP) in cui l’azienda non va al di là degli impegni generali di sostenibilità. Il secondo un piano di transizione emergente che risponde alle richieste di gestire i cambiamenti climatici con una politica climatica in atto ma con sforzi non collegati alla transizione dell’impresa. Il terzo un piano di transizione solido in cui un’azienda programma la propria strategia su un’economia a basse emissioni di carbonio con un monitoraggio e un’analisi dei progressi fatti. Il quarto step prevede un piano di transizione leader inteso come strategia aziendale in grado di guidare al cambiamento l’impresa, ottenendo successo tramite un’economia a basse emissioni basata sull’attuazione interna di misure quantitative, strategie misurabili nel breve periodo ma anche che contribuiscano a decarbonizzare il proprio settore.

I casi di successo

Tra gli esempi di pianificazione della transizione di maggior successo citati nel report di Ceres troviamo quello di Ball Corporation, azienda leader che fornisce prodotti per l'imballaggio in alluminio per l'industria delle bevande, della cura della persona e dei prodotti per la casa, che ha pubblicato il suo primo obiettivo climatico decennale e iniziato a fornire informazioni dettagliate relative al clima nel lontano 2007. In Ball “la sostenibilità è parte integrante della nostra strategia e modella il nostro vantaggio competitivo ed economico, mentre ci consente di collaborare in tutta la nostra catena del valore per affrontare temi come il cambiamento climatico, la circolarità e la disuguaglianza”, viene riportato nel documento del piano di transizione climatica del marzo 2023 rivolto ai propri stakeholder.

Un altro caso riuscito è quello di National Grid Partners (NGP), impresa di investimenti e innovazione del ramo nazionale Grid, creata per aiutare la rete nazionale a percorrere un'economia più intelligente, più verde, e un futuro energetico più affidabile con un percorso che mira a raggiungere le zero emissioni nel 2050. “Attraverso le azioni delineate nell'ambito del presente piano di transizione stiamo pianificando di dimezzare le emissioni in tutto il Gruppo entro il 2030 (dal 2016) e azzerarle entro il 2050, limitando il nostro ricorso a compensazioni per arrivarci”, si legge nella presentazione del piano di transizione climatica del 2022 targato Grid. “Ciò significa che ci stiamo impegnando affinché le nostre emissioni operative raggiungano lo zero in termini assoluti, con potenzialmente solo una quantità di emissioni residue.” Alcune delle azioni per raggiungere l’obiettivo “real zero” sono la riduzione di emissioni di esafluoruro di zolfo (SF6) e l’investimento in sue alternative, l'ammodernamento della rete per ridurre le emissioni fuggitive di gas naturale e aumentare la sicurezza e la mobilità con veicoli esclusivamente elettrici entro il 2030.

 

Immagine: Envato