Promozione dell’uso efficiente e rinnovabile delle risorse, coniugata con la riduzione degli sprechi e dei consumi energetici, sono principi di economia circolare che ben si prestano al raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica. A renderlo evidente, in Italia, è l’esperienza del Consorzio nazionale oli minerali usati (CONOU).

Presente sul territorio nazionale da 40 anni, il Consorzio è stato pioniere nell'adozione dello schema di responsabilità estesa del produttore (EPR) e nel 2022 ha rigenerato il 98% delle 181.000 tonnellate di rifiuti raccolti, risparmiando all’atmosfera migliaia di tonnellate di anidride carbonica.

Un impatto possibile grazie a una forte capillarità sul territorio, ma non solo. Negli ultimi anni il sostegno del CONOU alle oltre 60 aziende concessionarie sparse sulla penisola italiana ha saputo adattarsi a diversi scenari: dalla crisi Covid a quella energetica dovuta al conflitto russo-ucraino, fino alla decarbonizzazione della fase di trasporto su strada.

I vantaggi della rigenerazione

Secondo il Rapporto di sostenibilità 2022, elaborato con il supporto di Deloitte Italia e revisionato da Ernst & Young secondo gli standard internazionali della Global Reporting Initiative (GRI Standards), a partire dalle 181.000 tonnellate di olio usato raccolte CONOU ha ottenuto 118.000 tonnellate di nuove basi lubrificanti e oltre 38.000 tonnellate di altri prodotti come bitumi e gasoli.

Questo processo di rigenerazione ha permesso benefici significativi non solo per l'ambiente – evitando l'emissione di 64.000 tonnellate di CO₂, risparmiando il 29% di acqua, riducendo del 77% l'uso del suolo, e diminuendo del 91% i rischi per la salute legati all'emissione di particolato – ma ha anche apportato vantaggi economici e sociali.

Tra questi, si annovera un risparmio di circa 130 milioni di euro in importazioni di petrolio non effettuate e l'impiego di 1.216 persone nel settore, grazie all'indotto. Questi risultati sono stati possibili grazie all'opera di una rete estesa di raccoglitori che hanno prelevato più volte l’anno l'olio usato da circa 103.000 punti, tra officine e industrie in tutta Italia, e al contributo fondamentale delle due imprese di rigenerazione presenti sulla penisola.

Il sostegno di CONOU alla filiera, dalle crisi energetiche ai trasporti

Fedele al ruolo di bilanciatore del sistema, nel 2022 il Consorzio ha saputo reagire con rapidità ed efficacia alla crisi energetica, introducendo misure di compensazione del picco dei costi di trasporto e del gas sia per i raccoglitori che per i rigeneratori, attingendo dalle risorse del contributo ambientale e consentendo alla circolarità di non rallentare mai.

“Il cuore dei sistemi consortili è il contributo ambientale che pagano le aziende che immettono al consumo i prodotti”, spiega a Materia Rinnovabile Riccardo Piunti, presidente di CONOU. “Negli ultimi due anni abbiamo combattuto e ridotto ai minimi l’evasione del nostro contributo ambientale, riportando a casa circa 3 milioni di euro di pregressa evasione. Non pagare il contributo, oserei dire, è un reato ambientale, vuol dire ostacolare la raccolta e poi la rigenerazione.”

Se la raccolta è importantissima, la rigenerazione è fondamentale. Raccogliere l’olio usato è solo il primo necessario passo, il secondo è evitare che questo finisca bruciato o utilizzato in modo improprio. La capillarità della filiera appare evidente dal dato della micro-raccolta. Delle 181.000 tonnellate raccolte, circa il 50% deriva dai prelievi di piccoli quantitativi di olio usato presso piccoli utilizzatori (garage, officine). Una capillarità che è possibile anche grazie ai 656 automezzi delle aziende concessionarie, che solo nel 2022 hanno percorso 23 milioni di chilometri.

“Allo stato attuale la nostra flotta di automezzi funziona con carburante tradizionale”, conclude Piunti. “Per fare fronte a questa sfida abbiamo varato nel 2023 un’incentivazione per favorire il rinnovo dei mezzi verso l'EURO 6, che significa meno consumi e meno emissioni. Inoltre, quest’anno abbiamo avviato una collaborazione con l'Unione energie per la mobilità (UNEM). Con la firma di un protocollo d'intesa nel dicembre 2023, ci siamo impegnati a intensificare ulteriormente gli sforzi per la sostenibilità del settore dei trasporti nella gestione degli oli usati. L'accordo punta a favorire nei nostri mezzi EURO 6 l'uso di HVO, un biocarburante innovativo che consente, nel ciclo completo, una riduzione delle emissioni di CO₂ fino al 90%.”

Riccardo Piunti

 

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Immagini: CONOU