Nella riunione di giovedì 27 giugno, i leader e le leader dell'Unione Europea hanno concordato le nomine per i posti di vertice UE e hanno adottato l'agenda strategica per il periodo 2024-2029, un piano politico che orienta la direzione e gli obiettivi futuri dell'Unione. L'accordo è arrivato poco prima della mezzanotte. Tra le tematiche su cui sono state prese decisioni e linee di indirizzo ci sono Ucraina, Medio Oriente, sicurezza e difesa, competitività, migrazione, lotta a razzismo, xenofobia e antisemitismo e una tabella di marcia sulle riforme interne.

La notizia che è però certamente rimbalzata di più sui media è l’accordo trovato sulle tre cariche maggiori dell’Unione Europea. L'ex primo ministro portoghese, il socialista Antonio Costa, è stato eletto nuovo presidente del Consiglio europeo, mentre sono passate a larga maggioranza le proposte di Ursula von der Leyen come candidata alla presidenza della Commissione europea e Kaja Kallas come candidata alla carica di Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e le politiche di sicurezza.

Kaja Kallas

 

Ursula von der Leyen, tedesca, è un'esponente del Partito popolare europeo, nonché presidente uscente della Commissione europea, che verrebbe quindi riconfermata per un secondo mandato. Kaja Kallas, prima ministra dell'Estonia, è invece esponente dei Liberali, e con la conferma di questa nomina guiderebbe in pratica la diplomazia europea.

Queste due cariche, quindi, non sono ancora ufficiali. La presidente della Commissione europea dovrà infatti essere eletta dal Parlamento europeo a maggioranza, mentre la nomina formale dell'Alta rappresentante richiede l'accordo della presidente della Commissione europea. Tutte e tre le cariche, comunque, sono soggette a un voto di approvazione da parte del Parlamento europeo prima della loro nomina formale da parte del Consiglio europeo.

L'accordo, già negoziato dai tre partiti che hanno ottenuto più voti alle scorse elezioni parlamentari europee, è stato votato da 25 dei 27 capi di stato o governo. Solo Italia e Ungheria hanno espresso posizioni divergenti. Giorgia Meloni ha infatti votato contro la nomina di Antonio Costa e la candidatura di Kaja Kallas, mentre si è astenuta su quella di von der Leyen. Viktor Orban, primo ministro ungherese, ha invece votato contro a von der Leyen, a favore di Costa e si è astenuta su Kallas.

Ursula von der Leyen

La reazione di Giorgia Meloni

Così come non è stata una sorpresa l'accordo sulle nomine raggiunto dal Consiglio UE, non lo è stata neanche la reazione contrariata di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio italiano ha commentato sui social esprimendo il proprio disappunto. "La proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei è sbagliata nel metodo e nel merito. Ho deciso di non sostenerla per rispetto dei cittadini e delle indicazioni che da quei cittadini sono arrivate con le elezioni. Continuiamo a lavorare per dare finalmente all’Italia il peso che le compete in Europa."

Giorgia Meloni ha molto criticato negli ultimi giorni i negoziati in corso tra Partito popolare europeo, socialisti e liberali parlando di "logiche da caminetto" da "superare". I tre sono i partiti di maggioranza nel Parlamento europeo e ne fanno parte anche capi di stato e di governo usciti indeboliti dal voto, come il tedesco Scholz e il francese Macron. Meloni invece è stata rafforzata dal voto ma nel Parlamento europeo fa parte del gruppo di estrema destra ECR (Conservatori e riformisti europei) con cui la maggior parte di popolari, socialisti e liberali hanno preferito non dialogare in tema di nomine.

Ecco perché la presidente del Consiglio italiana è stata "esclusa" dai negoziati e ha votato contro l'elezione del socialista Antonio Costa alla presidenza del Consiglio. L'astensione italiana su Kallas e soprattutto von der Leyen indica invece una certa apertura, riscuotibile da Meloni in fase di nomina di altre cariche. Esiste la possibilità, infatti, che all'Italia venga ora riconosciuto un ruolo apicale in una commissione di peso.

Giorgia Meloni e Viktor Orban

 

Agenda strategica 2024-2029 e sostegno all’Ucraina

Durante il Consiglio i leader e le leader dell'Unione Europea hanno anche adottato l'agenda strategica 2024-2029, ovvero un piano politico che stabilisce gli orientamenti e gli obiettivi dell'Unione per i prossimi cinque anni. “Di fronte a una nuova realtà geopolitica”, si legge nel comunicato diffuso dal Consiglio, “l'agenda strategica renderà l'Europa più sovrana e meglio attrezzata per affrontare le sfide future.” L’agenda si basa su tre pilastri, che vedono un'Europa “libera e democratica, forte e sicura, prospera e competitiva”.

In quest’ottica il Consiglio, a cui era presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, ha “condannato con forza la recente escalation delle ostilità da parte della Russia, in particolare l'intensificarsi degli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili e critiche” in Ucraina. Per questo, ha chiesto “un urgente rafforzamento del sostegno al settore energetico dell'Ucraina” invitando la Commissione, l'Alto rappresentante e il Consiglio “ad accelerare i preparativi per sostenere l'Ucraina durante l'inverno”. Ha inoltre ribadito “l'impegno incrollabile dell'UE a continuare a fornire sostegno politico, finanziario, umanitario e militare all'Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario e con l'intensità necessaria”.

Volodymyr Zelenskyj e Charles Michel

 

Immagini:  © European Council