Si è chiusa in crescita l’edizione 2024 di Klimahouse, fiera dell’efficienza energetica e dell'innovazione nell'edilizia sostenibile: 400 espositori, 33.000 visitatori, oltre 100 eventi e più di 550 partecipanti al Klimahouse Congress, dal titolo Build the future, a cui ha preso parte anche il Ministro per le imprese e il Made in Italy Adolfo Urso.
Proprio la prima giornata di Congress, dedicata al troppo spesso oscurato contributo femminile all’architettura oggi e nella storia, ha visto alcuni dei momenti più interessanti di Klimahouse, grazie agli interventi delle docenti e architette Samia Henni, Melania Gaia Mazzucco, Francesca Galeazzi, Benedetta Tagliabue e Christine Pfeifer. "Per le future edizioni, intendiamo continuare su questa strada", promette Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano, a Materia Rinnovabile, "promuovendo una partecipazione quanto più equilibrata e inclusiva in tutti gli eventi formativi e informativi di Klimahouse, al fine di garantire la massima varietà di prospettive e di competenze”.
I giovani
Un elemento ben visibile già dal primo giorno di fiera è stata la presenza di visitatori giovani. Ragazze e ragazzi delle scuole superiori e dell’università hanno affollato stand e corridoi mostrando reale curiosità verso prodotti e servizi in esposizione. Oltre 2.000 sono stati solo gli scolari arrivati in fiera con gruppi organizzati dagli istituti superiori. Numero a cui vanno quindi aggiunti studenti universitari e giovani in visita privata da soli o con le famiglie. "La grande partecipazione di under 30 a questa edizione ci rende naturalmente molto soddisfatti", racconta Thomas Mur, "e ci convince della necessità di ampliare l’offerta in tal senso. Continueremo quindi a lavorare per capire ancora meglio le loro esigenze e realizzare eventi ad hoc. I giovani sono il futuro del settore: a questo crediamo profondamente”.
A volte baldanzoso, a volte timidamente, il pubblico giovane è sembrato il più disposto all’ascolto e all’approfondimento. Certo, lo spazio espositivo era vasto e i professionisti hanno le idee più chiare su dove andare e cosa fare per ottimizzare tempo e contatti, ma l’interesse dei giovani consolida le speranze in un futuro realmente sostenibile per l’edilizia. Non tutti quelli che hanno visitato Klimahouse 2024, infatti, lavoreranno nel settore della costruzione. Ma tutte e tutti loro saranno adulti già informati e pronti ad accogliere più favorevolmente le innovazioni e anche gli sforzi inevitabilmente necessari per rendere il costruire e l’abitare più sostenibile.
“Klimahouse è da sempre attenta al coinvolgimento delle giovani generazioni", aggiunge Mur. "A partire dai gruppi di studenti delle scuole superiori in visita, passando per la collaborazione con l’università locale, le startup del Future Hub, fino alla Wood Architecture Academy, introdotta proprio quest’anno. Tutto sotto al cappello di Klimahouse Young."
Le startup
A questo proposito, un capitolo a parte lo merita il Klimahouse Future Hub, un laboratorio d’avanguardia che ha dato spazio a 16 startup selezionate da Klimahouse in collaborazione con PoliHub, l'Innovation Park & Start-up Accelerator del Politecnico di Milano. Tutti progetti innovativi e interessanti, come Smush Material, presentataci dal co-founder e CTO Marco Lenzi, che sviluppa dal micelio un packaging 100% naturale e biodegradabile come alternativa sostenibile ai polimeri espansi. O RECO2, che si dedica alla produzione di pavimentazioni 100% riciclate da vari tipi di materie prime seconde inorganiche e inerti, come scarti metallurgici, di cava o vetro riciclato, offrendo, per esempio, un’alternativa più sostenibile al classico sanpietrino.
Proprio RECO2 e LabNEXT, in ex equo, hanno vinto lo Startup contest. LabNEXT, che si dedica a ricerca, sviluppo e produzione di additivi chimici, materiali e prodotti finiti innovativi e sostenibili, ha presentato a Klimahouse la sua vernice in polvere, da usare aggiungendo acqua al bisogno e facendo così risparmiare risorse, peso, spazio e contribuendo a evitare gli sprechi di materiale che ogni cantiere purtroppo conosce.
Certo la vittoria dà soddisfazioni (e premi!), ma anche solo partecipare a Klimahouse è un’occasione importante per queste giovani realtà. Ce lo conferma Alessia Poggi, CLO e founder di Lit, startup quasi totalmente under 30 e a governance femminile, che si occupa di monitoraggio dell’energia elettrica domestica e commerciale grazie a intelligenza artificiale e machine learning, con l’obiettivo di risparmiare energia, denaro e CO₂. “Siamo arrivati qui grazie a PoliHub, con cui abbiamo collaborato già in passato ‒ ci spiega Poggi ‒ Per noi Klimahouse è interessante soprattutto per farci conoscere a livello internazionale, raccogliere contatti, allargare il network e acquisire, magari, nuovi clienti.”
Gli espositori
Fare network è in realtà l’obiettivo di tutti gli espositori, ancora prima di allargare la clientela. “Noi siamo presenti a Klimahouse da quasi vent’anni, cioè dalla sua nascita”, raccontano a Materia Rinnovabile Eros Ferrari e Peter Hinteregger, rispettivamente responsabile vendite e fondatore e responsabile tecnico di GeoSun, che da oltre 25 anni si occupano di energie rinnovabili con solare termico, geotermia e pompe di calore. “Torniamo tutti gli anni anche se i nostri sono prodotti e servizi talmente tecnici che è difficile venderli qui, sul posto. E infatti il nostro obiettivo è innanzitutto esserci, incontrare clienti e fornitori, aggiornarci sulle novità del settore e ampliare la rete di contatti. Da lì poi certo nascono nuove occasioni di business, ma l’importante è esserci.”
E in realtà a Klimahouse 2024 ci sono molti stand dedicati alle pompe di calore. Preoccupati dalla concorrenza? “Direi proprio di no ‒ risponde Ferrari sorridendo ‒ noi siamo in crescita perché la richiesta di pompe di calore è esplosa. Però bisogna essere bravi. Oggi sembra che chiunque possa vendere pompe di calore ma, come è successo per altri settori in passato, chi si improvvisa è destinato a sparire. Il mercato e i giovani hanno capito che costruire sostenibile serve, anche senza incentivi, e quindi ora la richiesta è in crescita. Ma sopravviveranno solo quei professionisti che conoscono il prodotto e sanno offrire progettazione e servizi personalizzati.”
Altro tema ricorrente a Klimahouse è la casa di legno. Stand dedicati alla sua progettazione e costruzioni erano visibili quasi a ogni passo, segno di una aumentata richiesta o, almeno, di un aumentato interesse. Ce lo conferma Daniele Merli, direttore tecnico dell’azienda Fratelli Ferrari che partecipa a Klimahouse dal 2020 e si occupa di realizzazione di case in legno: “Tra chi ha visitato il nostro stand, non saprei dire quanti potrebbero essere potenziali clienti e quanti solo curiosi, ma tanti sono interessati al settore. Di certo stiamo registrando una maggior competenza e consapevolezza da parte dei visitatori: arrivano già con una certa preparazione su tematiche e materiali”.
Verso Klimahouse 2025
“Nonostante le numerose sfide a cui deve far fronte il settore dell’edilizia, l'atmosfera respirata in fiera tra espositori e visitatori è stata all’insegna di fiducia e ottimismo”, ha dichiarato il direttore di Fiera Bolzano Thomas Mur. “Per le aziende innovative, soprattutto nel settore dell’edilizia sostenibile, il futuro riserva grandi opportunità. Per questo, nei prossimi anni sarà cruciale impegnarsi a livello sistemico per il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni di CO₂.” E i quattro giorni di Klimahouse hanno dimostrato che questo e altri obiettivi sono raggiungibili solo cooperando, costruendo e coltivando sinergie tra imprese. Sempre mettendo al centro innovazioni rivoluzionarie che garantiscano benefici per le generazioni future ma tangibili fin da oggi. Intanto, l’appuntamento è a Bolzano dal 29 gennaio al 1° febbraio 2025, per celebrare i vent’anni di Klimahouse.
Immagine: Marco Parisi, Klimahouse