Come dovrà essere la ripresa verde? Progetti innovativi, idee subito cantierabili, infrastrutture per il gas come transizione, idrogeno verde o blu, economia circolare.
Sono tante le idee che sono circolate nelle Giornate dell’ Energia di Trevi (PG) promosse da Globe, l'Associazione Nazionale per il clima, e il World Energy Council-Italia sul tema “Green new deal, quale transizione sostenibile per far ripartire il Paese?”. L’evento è uno dei salotti più interessanti del paese, dove è possibile conoscere e discutere da vicino idee e proposte, portate avanti da politica e mondo industriale, nella splendida cornice medioevale della cittadina umbra. E quest’anno è avvenuto in una fase cruciale della politica energetica e industriale del paese.
Nuovi scenari per la transizione energetica
“Non c’è mai stato un momento importante come questo”, spiega Alessandro Blasi, Special Advisor al direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, intervenuto all’evento. “Il settore energetico si trova ad essere impattato in maniera più forte di altri settori con un calo della domanda energetica del 6% e una riduzione di meno 400 miliardi di dollari in investimenti”, cifre mai viste nell’epoca moderna. Che interessano soprattutto il settore delle fossili (la fonte più resiliente sono le rinnovabili, commenta Blasi), come ben racconta l’ultimo numero dell’Economist che delinea nuovi scenari energetici, impensabili anche solo dieci anni fa.
Dunque avanti tutta sulla transizione energetica per la decarbonizzazione. Purché sia fatta con attenzione, in maniera rapida (la messa a terra dei progetti in tempi accelerati è un tema chiave del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza) e in un’ottica di sistema. “Oggi, finalmente, grazie all’Unione possiamo avvalerci di risorse economiche ingenti e nuovi strumenti di intervento. Il treno passa una volta sola, non possiamo quindi farci trovare impreparati”, spiega a Materia Rinnovabile Matteo Favero, ideatore della kermesse. “Per questo e per tornare ad essere motore trainante della nuova Europa il PNRR nazionale deve essere concreto e ambizioso. Dalla sostenibilità, dalla coesione e dalla salute passa uno sviluppo duraturo per la nostra Italia. Un progetto unitario e condiviso per fare, come nella crisi COVID19, meglio dei nostri partner”.
Progetti e territorio
Numerosi progetti messi sul tavolo dai rappresentanti istituzionali delle aziende. Per Fabrizio Iaccarino, Responsabile Affari Istituzionali Centrali ENEL, serve puntare molto sulle reti: “sia per la digitalizzazione delle reti, necessarie per elettrificazione diffusa, che per aumentarne la resilienza, anche ai cambiamenti climatici”. Tema ribadito anche da Guido Guida, Responsabile Affari Istituzionali Estero di Terna, che rilancia la questione delle dorsali nord-sud e i sistemi di regolazione della tensione. Tanta mobilità elettrica ed efficientamento degli edifici, anche con pianti importanti come il teleriscaldamento usando il calore prodotto dalle imprese, come propone Giuseppe Meduri, Direttore Affari Istituzionali - A2A, “non dimenticandosi però di mettere in sicurezza il patrimonio idroelettrico italiano”.
Innovazione, velocità, ma anche necessità di coinvolgere le regioni e i territori, come ribadisce anche Filomena Maggino,presidente della Cabina di Regia Benessere Italia della Presidenza del Consiglio, dove si possa creare un percorso condiviso, attento a non lasciare indietro le aree marginali del paese. Un tema che è emerso spesso in queste settimane e su cui ancora c’è poca chiarezza su come Palazzo Chigi intenda prestare ascolto alle richieste di regioni e città metropolitane che in queste settimane hanno mandato proposte per poter impiegare i fondi del meccanismo di ripresa e resilienza.
Geopolitica ed energia
Spazio anche alla geopolitica energetica, con ospiti di primo piano. “L'energia ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella geopolitica globale e, nell'ultimo secolo, gli assetti geopolitici sono stati segnati dall'approvvigionamento petrolifero”, ha dichiarato la vice ministra degli Esteri Marina Sereni. “Ora però è tempo di prendere atto anche dei nuovi scenari che vanno delineandosi”. Centrale nella riflessione naturalmente la Libia, “area fondamentale per il gas italiano e per la nostra economia”, ha spiegato Lapo Pistelli, direttore affari pubblici ENI, durante un piacevole fireside chat durante la cena istituzionale, e il tema dell’ Eastmed, mai davvero sopito, il gasdotto che potrebbe portare gas da Israele, Cipro, a Grecia e Italia, che aggira la Turchia, e costituirà una porta di accesso anche al gas egiziano. Ma che come il TAP è ben visto dal mondo delle fossili e stomacato da ambientalisti e sostenitori di una politica radicale di decarbonizzazione, che vede questi investimenti come stranded asset. Ma se si parla soprattutto di gas e di reti, poco viene detto sulle filiere dei materiali centrali per la decarbonizzazione, un tema che recentemente ha iniziato ad interessare molto le cancellerie europee e che vede le relazioni con la Cina e l’Africa, fondamentali.
Materie prime, rifiuti ed economia circolare
Nella seconda giornata il focus si è spostato sull’ economia circolare, anche se con un forte accento sul tema dei rifiuti e materie prime seconde. Sul banco ovviamente il tema degli impianti per il riciclo e la richiesta di accelerare l’End of Waste per i decreti ancora mancanti (come ribadisce Valeria Frittelloni, Responsabile Centro Nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare – ISPRA). Per Chiara Braga, responsabile nazionale ambiente e coordinatrice del programma di governo del Partito Democratico, “la transizione ecologica è già in corso. Oggi può contare su risorse e strumenti che ci vengono principalmente dall’Europa con il programma Next Generation EU, che sono fondamentali, ma chiedono all’Italia uno sforzo in più per dare coerenza e sostanza alle politiche sul terreno dell’economia circolare, del cambiamento del nostro modello produttivo e anche del modello energetico. Dalle Giornate di Trevi arriva la spinta a mettere a fuoco le questioni fondamentali ad accompagnare questo processo che può costruire un piano di ripresa e di ripartenza del paese”.
“La forza di questo evento sono due giorni di lavori serrati, in uno scenario molto bello, dove far incrociare con una serie di dibattiti concreti imprese, legislatori, associazioni, accademici, e collaboratori parlamentari, una categoria spesso bistrattata ma centrale nel processo parlamentare”, spiega Matteo Favero. “Da qua si esce con una consapevolezza di agire che da sempre costituisce il fil rouge dell’appuntamento annuale e che oggi appare una scelta obbligata. Per questo Trevi ambisce a diventare una sorta di forum internazionale dell’energia sostenibile e dell’economia circolare in Italia”.