Nell’era della transizione ecologica il core business delle Energy Service Company (ESCo) si sta arricchendo. Nate per fornire servizi energetici offrendo soluzioni per l’efficienza e la gestione dei consumi, alcune di queste società specializzate stanno oggi mutando il loro ruolo, diventando di fatto sempre più organizzatrici di comunità per l’energia. Dalla digitalizzazione agli investimenti per l’espansione delle reti, dalle comunità energetiche rinnovabili all’ormai classico autoconsumo, si intensifica così il supporto alle soluzioni di decarbonizzazione per clienti commerciali e per il residenziale. Materia Rinnovabile ne ha parlato con Luca Conti, Chief Executive Officer di E.ON Italia, parte del gruppo energetico internazionale E.ON, tra i più grandi operatori al mondo.

Il Gruppo E.ON sta rispondendo all’obiettivo di neutralità climatica europea entro il 2050 incrementando nei prossimi anni gli investimenti previsti da 33 a 42 miliardi di euro. Quali sono le traiettorie di business che state prendendo a livello europeo?

L’obiettivo di E.ON è quello di essere il playmaker. Un protagonista che non solo abilita, come magari si diceva nel passato, ma che è centrale con i propri investimenti per favorire il percorso di transizione energetica del Vecchio Continente. Negli scorsi anni, le nostre scelte strategiche hanno visto una fortissima polarizzazione in quelle che sono le reti di distribuzione e le customer solution. Questo si traduce in 1,6 milioni di chilometri di rete e 48 milioni di clienti in totale in Europa. Per quanto riguarda le comunità energetiche siamo veri e propri community organizer, cioè un soggetto aggregatore tra cittadini, territorio e autorità di regolazione.

Partiamo dalle reti. Negli USA si sono verificati problemi di allaccio e ovunque questioni di stabilità. In Europa qual è la situazione?

Una transizione energetica sicura dal punto di vista energetico e socialmente accettata presuppone un’elettrificazione massiva dei consumi, ma questa è possibile solamente in presenza di adeguate infrastrutture. Nonostante i recenti investimenti a livello europeo, soprattutto per le reti di trasmissione, dobbiamo riconoscere che i colli di bottiglia sono tuttora una realtà. C'è necessità di sviluppare e potenziare le reti esistenti e di utilizzare tutte le possibili risorse di flessibilità. L’intelligenza artificiale potrà svolgere un ruolo importante in questo settore, in particolare nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture.

E in termini di cybersicurezza, vista anche la situazione geopolitica attuale?

È un tema che va approfondito. Sicuramente ci sono dei protocolli sempre più rilevanti. Le grandi aziende li adottano, quindi certamente non può esserci una digitalizzazione dei sistemi senza un'opportuna attenzione alla cyber security. Come E.ON ci stiamo lavorando in maniera molto importante.

In Italia il lancio delle comunità energetiche rinnovabili (CER) ha aperto nuovi scenari nel panorama dell’autoconsumo e dell’autoproduzione…

Siamo in una fase molto molto avanzata, stiamo per portare sul mercato le prime comunità energetiche rinnovabili. L'aspetto fondamentale sarà nell’avere un’operatività semplice. Più sarà facile per il cittadino o per la piccola impresa capire il valore di una comunità energetica, migliore sarà la diffusione di questo tipo di soluzione.

Oltre all’inflazione, quali ostacoli economici si pongono dal punto di vista dell’adozione di questa soluzione?

Nei prossimi mesi ci aspettiamo un riordino dei bonus. Serve un ragionamento strutturale e accurato per trovare un sistema di supporto di incentivo stabile e duraturo. Dal nostro punto di vista la questione non è definire un'aliquota particolarmente elevata o abbattere la burocrazia. Per noi il concetto è avere un incentivo stabile. Un giusto livello di burocrazia è necessario per avere incentivi durevoli e poterli abilitare dal punto di vista finanziario.

Quanto è importante per una compagnia europea come E.ON avere una filiera di componentistica – penso ai pannelli fotovoltaici – slegata dalle importazioni? Oggi di fatto l'unico fornitore è la Cina…

Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto una fortissima volatilità nei prezzi dei moduli fotovoltaici, e questo ovviamente non agevola sul medio periodo. Quando le tecnologie sono percepite come volatili, si tende ad avere una procrastinazione dell’acquisto da parte dei clienti, ritardando così il percorso di transizione energetica. Per E.ON, in qualità di system integrator che si rifornisce da varie fonti, l'aspetto importante è avere meccanismi che permettano un accesso regolare con un prezzo non particolarmente volatile. Serve una produzione europea a tutti in costi? Non necessariamente. Ma qualora si guardi a questo obiettivo, in ottica di un bilanciamento di sistema mondiale, ovviamente non siamo in disaccordo.

 

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Foto di copertina: Luca Conti © E.ON

 

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