Enel Green Power continua la sua corsa verso un mix sempre più rinnovabile all’interno del gruppo Enel, uno dei principali produttori di elettricità mondiali. Le fonti di energia rinnovabile rappresentano oggi il 68,6% della capacità installata del gruppo, ovvero quasi due terzi del totale (34,8% idroelettrico, 19,5% eolico, 13,2% solare). Il gruppo rimane all'avanguardia nella transizione energetica, come dimostra anche l'ambizioso obiettivo di raggiungere un parco di generazione di energia esclusivamente pulita (il cosiddetto Net Zero) già nel 2040, con circa 10 anni di anticipo rispetto alla scadenza fissata a livello internazionale. Intanto davanti si pone la sfida di triplicare le rinnovabili a livello mondiale.
Materia Rinnovabile ha intervistato l’amministratore delegato di Enel Green Power e Responsabile di Enel Green Power e Thermal Generation, Salvatore Bernabei, per fare il punto sulla nuova direzione del gruppo e sugli obiettivi globali di elettrificazione.
L’AD Cattaneo ha annunciato una strategia di investimenti 2024-26 più selettiva e centrata sui core country. Quali sono le priorità di ENEL?
Gli investimenti saranno selezionati secondo una matrice che considera il rapporto tra il rischio e il rendimento, differenziando le scelte in base alla tecnologia e alle geografie coinvolte, e ricorrendo sempre di più alle partnership, per ottimizzare la gestione dei rischi e favorire un approccio più flessibile. La crescita attesa nel triennio 2024-26 è di circa 14 GW, che sarà realizzata attraverso modelli di business diversi, da selezionare a seconda del contesto: da modelli di ownership, caratterizzati dal controllo degli asset, a modelli di partnership e stewardship, che prevedono una condivisione del rischio e dell’investimento con terze parti. La capacità totale passa così da 63 GW del 2023 a 73 GW nel 2026 nelle core countries e investiremo su tutte le tecnologie, wind, solar, idroelettrico e geo con un contributo sempre più rilevante nel repowering.
In particolare, Italia e Spagna saranno i principali destinatari dei nostri investimenti con una capacità consolidata che passa da 26 GW a 31 GW. Questo perché la strategia è di generare di più dove abbiamo una maggiore base di clienti a cui vendere l’energia prodotta. Così facendo, la copertura di vendita dell’energia ai nostri clienti passerà dal 65% a più dell’80% nel 2026. In America Latina e in America del Nord invece le logiche della generazione saranno diverse, seguendo le opportunità offerte dai PPA con i grandi clienti. Così si spiega la crescita di capacità consolidata dai 16 GW del 2023 a 19 GW nel 2026 in America Latina, e da 10 a 12 GW In America del Nord.
Come si inserisce nel piano strategico l’obiettivo di triplicare le rinnovabili siglato a COP28?
Il Gruppo conferma l'obiettivo di chiudere tutti i rimanenti impianti a carbone entro il 2027, e conferma la sua ambizione di raggiungere zero emissioni in tutti gli Scope entro il 2040.
Nelle rinnovabili si sono programmati investimenti per 12,1 miliardi di euro su eolico onshore, solare e batterie di accumulo. Come li allocherete per area geografica?
Il Gruppo conferma di voler concentrare i suoi investimenti su sei paesi core, come detto Italia e Spagna, e poi Brasile, Cile, Colombia e Stati Uniti. Dal punto di vista geografico questi 12,1 miliardi lordi che grazie allo schema di partnership e stewardship saranno pari a circa 6 miliardi, verranno ripartiti come segue: in Europa, il gruppo prevede di allocare circa 7,2 miliardi di euro di investimenti lordi, con una generazione rinnovabile sostenuta da un’ampia base clienti, grazie alla quale il gruppo potrà coprire la produzione e stabilizzare i rendimenti. In America Latina, prevede di allocare circa 2,6 miliardi di euro di investimenti lordi e in Nord America circa 2,3 miliardi di euro, applicando un approccio flessibile che fa leva sullo sviluppo delle rinnovabili supportato dai PPA e altre opportunità offerte dal mercato.
Quanto pesa l’IRA per gli investimenti in USA?
L’IRA ha sicuramente un forte peso in questi investimenti, infatti la certezza di un orizzonte temporale di 10 anni per la produzione e i crediti d'imposta per gli investimenti offerti dall'Inflation Reduction Act stanno inviando agli investitori e agli sviluppatori il segnale che esiste un ambiente stabile e coerente per lo sviluppo delle energie rinnovabili e dello stoccaggio di energia a batteria negli Stati Uniti.
ENEL negli anni passati ha lavorato molto su innovazione circolare, sistemi digitali, AI. Quali sono i principali filoni di investimenti nell’innovazione delle tecnologie delle energie rinnovabili per i prossimi tre anni?
L’innovazione delle tecnologie delle rinnovabili sarà focalizzata su varie priorità strategiche. Una di queste sono tecnologie alternative alle batterie al litio, che non presentino criticità dai punti di vista delle materie prime che le compongono e che siano in grado di offrire un accumulo di lunga durata. Ad esempio, ci stiamo focalizzando su batterie al flusso (oggi al vanadio, un domani con ferro o materiali organici), batterie a base di zinco o ferro e anche tecnologie non elettrochimiche, come quelle a compressione di gas. Si svilupperanno poi nuove tecnologie e modelli di business a supporto dello sviluppo del fotovoltaico integrato con le attività agricole, il cosiddetto modello agrivoltaico, dove la generazione di energia fa sinergia con le comunità locali e consente di supportare la protezione della biodiversità e il miglioramento dei servizi ecosistemici. Un esempio concreto ce lo offre l’iniziativa italiana Agrivoltaico Open Labs, in cui abbiamo coinvolto, con approccio aperto e collaborativo, aziende agricole locali, università, centri di ricerca, startup e stiamo promuovendo azioni di formazione per studenti e giovani professionisti. Inoltre, nel 2024 in Italia metteremo in esercizio il più grande agrivoltaico italiano di 170MW.
Poi si lavorerà sulle soluzioni di automazione, basate su robotica e intelligenza artificiale. Le iniziative di robotica puntano ad automatizzare lavori ripetitivi, a basso valore aggiunto, quali l’assemblaggio meccanico dei componenti o le operazioni di ispezione e manutenzione. Le soluzioni di intelligenza artificiale ci servono invece per rendere più efficaci i nostri processi aziendali, ad esempio analizzando in modo automatico le informazioni provenienti dagli impianti in esercizio, per trarne le informazioni più rilevanti e per supportare le decisioni degli operatori. Infine, faremo innovazione per migliorare la resilienza dei nostri impianti di fronte ai cambiamenti climatici. Su questo fronte, partendo dalla risorsa oggi più a rischio, quella idrica, abbiamo sviluppato soluzioni di ottimizzazione dell’efficienza delle nostre centrali idroelettriche ad acqua fluente, e stiamo applicando soluzioni di monitoraggio del livello di acqua nei nostri canali, in modo da aumentare la nostra capacità di convertire in elettricità tutta la risorsa idrica che arriva nelle nostre centrali.
Quale previsione di crescita prevedete per i PPA nei prossimi anni? Quanto fungono come leva per la crescita complessiva degli impianti da rinnovabili?
Il volume dei PPA firmati tra sviluppatori e off-takers di energie rinnovabili ha registrato una crescita costante negli ultimi anni e si prevede che continueranno a essere uno degli strumenti principali a futuro, anche se non l’unico, per coprire il rischio di prezzo per entrambe le parti, contribuendo allo stesso tempo alla riduzione delle emissioni da parte degli acquirenti. In Europa, il mercato dei PPA sarà potenzialmente influenzato dalle aste che alcuni stati membri dell’Unione Europea stanno preparando per incoraggiare gli investimenti in nuovi asset rinnovabili, lo sviluppo dei PPA può arricchire la strategia commerciale di ENEL. Negli altri mercati dove operiamo, Nord America e America Latina, prevediamo un importante ruolo dei PPA adottando un approccio flessibile basato su livelli di adeguata profittabilità e mitigazione del rischio.
Quali sono le priorità, in Italia, dal punto di vista normativo e fiscale per accelerare ulteriormente nella diffusione di nuovi impianti?
Per quanto riguarda gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, serve la semplificazione degli iter autorizzativi, con riduzione delle durate e incremento del tasso di successo degli stessi. Con riferimento al primo punto, si attendono vari interventi che possano, insieme, da un lato, ridurre e rendere certe le durate dei procedimenti autorizzativi dei progetti; dall’altro, sono attese misure che possano incrementare il tasso di successo dei procedimenti stessi. A titolo esemplificativo e non esaustivo, citiamo interventi quali la digitalizzazione e trasparenza del procedimento amministrativo, che fissi i tempi e le responsabilità entro cui ogni ente è chiamato a esprimersi; l’individuazione delle cosiddette “aree idonee”, di estensione più ampia possibile, così da poter assicurare efficaci meccanismi di mercato nelle attività di sviluppo ed efficienza dei relativi costi.
Per quanto concerne i nuovi sistemi di accumulo, dati anche gli obiettivi sfidanti previsti dal PNIEC (Piano nazionale Integrato per l’energia e il clima), sarebbe opportuno ampliare le casistiche in cui è possibile l’effettivo ricorso alle procedure autorizzative semplificate, e in parallelo di implementare meccanismi idonei alla copertura dei costi degli investimenti e ad assicurare, almeno in parte, una fonte di ricavi stabile.
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Immagine: American Public Power Association, Unsplash