Cobat Tessile è un consorzio volontario italiano per la raccolta, il trattamento e l’avvio a recupero di prodotti tessili a fine vita. Costituito nel 2022 da Cobat ‒ la più grande piattaforma dell’economia circolare in Italia ‒ è stato il primo consorzio a chiedere l’istituzione di una responsabilità estesa del produttore per i prodotti tessili. Secondo Cobat Tessile, un approccio trasversale e la raccolta selettiva dovranno essere gli ingredienti principali del nuovo EPR tessile italiano.
Verso l’EPR per i prodotti tessili in Italia
Era il dicembre 2021 quando Cobat Tessile ha depositato al Ministero della Transizione Ecologica un’istanza per l’attivazione della responsabilità estesa del produttore per la gestione del fine vita dei prodotti tessili. Poi, nel marzo del 2022, la nascita ufficiale del consorzio, che ha scelto di rappresentare diverse categorie d’impresa: dai produttori (tra cui F.lli Campagnolo S.p.a., Leva S.p.a e Remmert S.p.a.) fino alle associazioni delle piccole, medie e grandi imprese come CNA, Confartigianato, Casartigiani e Confindustria Toscana Nord, Union Tessile e Confcooperative.
“Abbiamo scelto di essere trasversali, coinvolgendo l’intero e variegato settore del tessile, che conta produttori e distributori di abbigliamento e accessori, pelletteria e prodotti per la casa, perché crediamo che non esista una modalità di risposta unica alla gestione del fine vita di questi prodotti”, afferma Michele Zilla, general manager di Cobat Tessile.
L’Unione europea genera 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all'anno. Abbigliamento e calzature da soli rappresentano 5,2 milioni di tonnellate, pari a 12 kg di rifiuti per abitante ogni anno. “Oggi in Italia si raccolgono annualmente solo 2 kg per abitante”, sottolinea Zilla. “Come e dove intercettiamo la restante parte? Con l’avvento dell’EPR, la raccolta non sarà più differenziata, sarà selettiva, e sosteniamo che debba avvenire predisponendo appositi punti di prelievo, presso i distributori, i centri commerciali e le comunità. Per aumentare la capillarità, inoltre, anche i punti vendita con le adeguate dimensioni possono diventare molto utili.”
Il rischio di un vuoto normativo
Dopo aver pubblicato la bozza di decreto legge, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato a marzo 2023 una fase di consultazione alla quale tutti gli attori della filiera hanno preso parte per far conoscere le proprie istanze.
In Italia l’obbligo di raccolta differenziata di alcuni prodotti tessili è in vigore dal gennaio del 2022. Tuttavia, oggi i consorzi sono sospesi in un limbo tra la tanto attesa bozza di decreto che dovrebbe includere tutto l'abbigliamento, accessori e anche tutta la parte casalinga (lenzuola, asciugamani, ecc.) e la proposta di direttiva europea trasmessa lo scorso 5 Luglio. “Solitamente l’iter legislativo di una direttiva non dura meno di due anni – aggiunge Zilla – e considerando che siamo a ridosso delle elezioni, rischiamo di dover affrontare un vuoto normativo fino al 2025.”
Quando Bruxelles parla di EPR armonizzato, intende un principio che è da mutuare in funzione del bene. Questo significa che il contributo ambientale versato dalle aziende per un vestito in lana sarà diverso da quello di un abito in poliestere, poiché, a fine vita, sono differenti i costi relativi al trattamento e al riciclo. Aperto alla partecipazione di tutti gli attori della filiera, Cobat Tessile può contare su un sistema informatico in grado di tracciare il rifiuto dalla raccolta al trattamento e un network di impianti di trattamento distribuiti sull’intero territorio nazionale.
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Immagine: Envato