Nel 2020, Singapore è diventato il primo paese ad approvare il consumo umano di carne coltivata (nel dettaglio, dei croccanti chicken nuggets), mentre due anni dopo ha dato il proprio via libera la Food and Drug Administration statunitense. A giugno del 2023 le due startup californiane Eat Just e Upside Foods sono quindi state le prime a ottenere l’approvazione normativa per vendere carne coltivata in America.
Il quadro per la vendita di carne coltivata in Unione Europea
Intanto in Unione Europea non è ancora possibile trovare in commercio carne coltivata in laboratorio, anche se alcuni membri stanno investendo non poche risorse nella ricerca. I Paesi Bassi hanno per esempio fatto la storia nell’aprile 2022, quando il governo ha annunciato 60 milioni di euro per sostenere la creazione di un ecosistema nazionale di agricoltura cellulare. All’interno dell’Unione la carne coltivata è attualmente considerata un novel food e quindi soggetta al Regolamento (UE) 2015/2283 sui nuovi alimenti. Per essere prodotta e venduta sul mercato interno deve prima essere autorizzata dalla Commissione europea e sottoposta ad approfondita valutazione da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
“Una volta dichiarata valida la domanda, l'EFSA ha il compito di eseguire una valutazione della sicurezza entro nove mesi sulla base degli studi, dei dati e delle informazioni contenuti nella domanda e disponibili nella letteratura scientifica”, ci spiega Wolfgang Gelbmann, Senior Scientific Officer all’EFSA. “Ciò include, ad esempio, studi tossicologici e/o sull'uomo, la caratterizzazione del prodotto e il processo utilizzato per produrlo. Dopo la valutazione della sicurezza da parte dell'EFSA, la Commissione europea e gli stati membri dell'UE decidono se concedere o meno un'autorizzazione all'immissione in commercio per il nuovo alimento e le condizioni del suo utilizzo.”
La posizione dell’Italia
In controtendenza rispetto agli investimenti dell’Unione Europea in questo nuovo settore, il Parlamento italiano nel novembre 2023 ha espresso la propria contrarietà ai prodotti derivati da colture cellulari e ha approvato un disegno di legge che prevede il divieto di produzione, commercializzazione, importazione di alimenti e mangimi “sintetici”. Una posizione che però potrebbe creare uno svantaggio competitivo per le imprese italiane, invece che tutelarle. Ma non è l’unica criticità di tale norma: per scoprirne di più puoi continuare a leggere questo articolo sul sito di Circular Economy for Food, un progetto dell'Università di Scienze Grastronomiche di Pollenzo, per cui è stato originariamente scritto.
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