Le tecnologie open source legate alla sostenibilità rappresentano uno dei principali driver per accelerare la transizione digitale ed ecologica. In vista del FIWARE Global Summit che si terrà a Napoli tra il 18 e il 19 settembre, Materia Rinnovabile ha intervistato Andrea Battaglia, CEO di FIWARE Foundation, una piattaforma open source indipendente che fonda la sua origine in un programma di collaborazione europea tra pubblico e privato.

Andrea Battaglia

In che modo oggi il mondo dell'open source sta guardando ai temi della sostenibilità? Ci può dare una panoramica di ciò che sta accadendo nel settore?

L’open source applicata alla trasformazione digitale è un’idea nata per ridurre i costi industriali, migliorare la qualità e favorire l’adozione degli standard di sicurezza e interoperabilità, ma ormai già da qualche anno la si accosta al cosiddetto green development. Tra le missioni del modello open source c’è la drastica riduzione del consumo di energia, ma non solo. Nella nostra community ci stiamo focalizzando anche sull’acqua, sulle città, sull’industria e sull’agritech attraverso un approccio orizzontale alla sostenibilità: tutto ciò che si produce a livello tecnologico deve portare benefici ambientali.

Quali sono gli stakeholder leader che stanno facendo da traino all’adozione di politiche open source?

L’industria è sicuramente il player che sta dando il maggior contributo, soprattutto per il suo peso specifico. Sotto il profilo invece dell’impatto potenziale credo che l’energia sia un mondo in divenire, su cui ciascun paese europeo sta investendo pesantemente. La transizione energetica passa dalla trasformazione digitale delle cosiddette smart grid. Questa è la vera chiave di volta per quello che richiede dal punto di vista accademico e industriale. Una trasformazione che sta creando nuovi posti di lavoro, progetti di ricerca di alta qualità e la creazione di startup. Da queste realtà poi nascono soluzioni che vengono adottate dai grossi fornitori o distributori di energia.

Anche l’impatto dell’intelligenza artificiale non è da sottovalutare.

Sì, quando parliamo di open source dobbiamo considerare anche l'open source di modelli AI. Quindi non è soltanto una questione di scambio dati e di crittografia, anch’essi processi energivori. Già oggi possiamo osservare gli effetti di un uso estremo dell’intelligenza artificiale che porta con sé consumi energetici altissimi.

FIWARE è una community ormai globale: quali sono i paesi più attivi nel mondo open source?

Siamo orgogliosi di definire FIWARE un membro della famiglia europea che aderisce ai dettami della legislazione comunitaria, tuttavia operiamo a livello globale già da qualche anno. Posso dire che Italia, Spagna e i paesi nordici stanno facendo un lavoro incommensurabile, eccellente. Sfruttando diversi tipi di finanziamenti, creano progetti e casi d'uso reali sulle tecnologie fai da te grazie anche al supporto della Commissione Europea. Cito anche il Giappone, probabilmente la nazione che segue i criteri UE più di qualsiasi altro.

Quali sono i progetti che metterete in campo prossimamente?

FIWARE Foundation sta cercando di avvicinarsi a realtà complementari, cercando di creare nuove soluzioni o nuovi casi d'uso che abbiano un valore finanziario e di business. E che portino anche beneficio ai cittadini.  Vogliamo creare un ecosistema di partnership perché il mondo ha bisogno di nuove idee. Recentemente FIWARE, in collaborazione con Make-IT in Africa, ha lanciato il progetto FIWARE4Africa, che si concentra sul rafforzamento degli ecosistemi di innovazione digitale nel continente africano, con l'obiettivo di garantire l'interoperabilità, la condivisione e la portabilità dei dati e di promuovere una collaborazione efficiente e sinergica tra i vari stakeholder per un ambiente altrettanto tecnologico. Continuiamo a lavorare attivamente alla creazione di un mercato unico europeo dei Data Spaces e della Data Economy insieme ai rappresentanti della Data Spaces Business Alliance. FIWARE sta sviluppando una rete globale di Innovation Hub (iHubs) che mirano a far evolvere i territori locali e a renderli intelligenti, resilienti e sostenibili. Ad esempio, MEDIHub, fondato da Meditech Competence Centerto, è il primo FIWARE IHub certificato del Sud Italia.

Si è parlato tanto della legge sulla cyber security. Quali sono i potenziali ostacoli per il modello open source? 

Credo ci sia stato un enforcement un po' eccessivo. Fermo restando che il Cybersecurity Act ha un valore significativo, si può chiaramente migliorare. Ho avvertito un eccesso di campanilismo nell’approccio all’open source che può limitare la produzione, la creatività e l'abilità di contribuire ulteriormente al progresso del settore.

Cosa dobbiamo aspettarci dal FIWARE Global Summit che avrà luogo a Napoli dal 18 al 19 settembre?

Rispetto ai precedenti summit avrà una connotazione di apertura totale. Sarà dato ampio spazio al dialogo e a ogni tipo di partecipazione e collaborazione. Startup, ricerca, corporate, investitori. Il summit sarà un luogo di dibattito e crescita, dove sviluppare insieme nuove idee e soluzioni basate su Open Source, Data Spaces, intelligenza artificiale, Digital Twins e robotica. Vorrei sottolineare anche la presenza internazionale di prim’ordine, con figure di spicco provenienti da Canada, Stati Uniti, Brasile, Giappone, Corea e diverse nazioni africane. Un evento da non perdere per chi vuole rimanere aggiornato sull’evoluzione globale dell’open source.

 

Questo articolo è disponibile anche in inglese / This article is also available in English

 

Immagine di copertina: Envato