Le amministrazioni pubbliche, gli enti, ma anche molte realtà private, raccolgono montagne di dati. Sappiamo però che queste banche dati spesso non comunicano tra loro. Eppure sarebbe bello (e utile) poterle incrociare, e magari scoprire se, per esempio, c’è una relazione tra l’andamento della temperatura esterna e il verificarsi di un aumento dei disturbi cardiocircolatori. Oppure, mettere a punto un modello predittivo in grado di assegnare (sulla base delle informazioni già disponibili, più qualcuna aggiunta dai cittadini di volta in volta) la classe energetica degli immobili in Italia.
Oppure ancora, invece di erogare un bonus praticamente a tutti quanti e senza verifiche (com’è stato per il Superbonus edilizio), avere la possibilità di concederlo in modo mirato a chi risponde a certi criteri basandosi su moltissimi parametri. A tutto questo potrà servire Amelia, la prima piattaforma digitale di elaborazione dati realizzata grazie ai finanziamenti del PNRR dalla Fondazione GRINS, e presentata ufficialmente nei giorni scorsi all’ISTAT.
Il progetto GRINS e la piattaforma Amelia
Il progetto GRINS mette insieme 27 tra università, imprese, centri studio e associazioni di categoria, ed è uno dei 14 partenariati di ricerca pubblico-privata finanziati dal Fondo NextGeneration EU. Parliamo di un’operazione che chiama in causa circa 100 milioni di euro, e che mobilita per ora più di 600 ricercatori in 9 gruppi di lavoro (detti in gergo Spoke, “raggi”), che stanno affrontando temi cruciali per la transizione sostenibile: dal disegno delle politiche del settore pubblico alla sostenibilità sociale e dei territori, dalle politiche di riduzione della CO2 alla finanza sostenibile e all’economia circolare.
Una notevole partnership che produce ricerca nello spettro delle scienze economico-politico-sociali e delle scienze dei dati, per fornire evidenze che in ultima istanza siano utili a chi fa politiche pubbliche, nonché alle imprese. Ma a differenza di molti partenariati simili che fanno "solo" ricerca, GRINS (che sta per Growing Resilient, Inclusive and Sustainable) sta realizzando anche la piattaforma dati Amelia che è molto ambiziosa che farà da punto di convergenza e armonizzazione dei dati prodotti dalla ricerca durante i 3 anni di progetto. E non solo: Amelia accoglierà in prospettiva anche i dati di numerosi provider nazionali che hanno partecipato alla presentazione.
Dati per la finanza sostenibile e l’economia circolare
Come ha spiegato Matteo Cervellati, professore ordinario di economia dell'Università di Bologna, ma anche responsabile scientifico e presidente della Fondazione GRINS, "Amelia sarà di supporto per le decisioni delle pubbliche amministrazioni e della politica, delle imprese e dei cittadini. Offrirà dati per la finanza sostenibile e per l’economia circolare, la sostenibilità ambientale e sociale dei territori. Amelia vuole rendere fruibili i dati e soprattutto vuole che siano utilizzati”.
Utilizzati dai decisori pubblici ma anche dalle imprese e dai cittadini, e con modalità agevoli e digitali attraverso un apposito portale facile da utilizzare, senza dover impazzire per raccogliere le informazioni e per capire come incrociarle. Gli esempi sulle politiche mirate per risolvere il problema della povertà energetica o della verifica del collegamento tra temperatura e problemi sanitari sono solo alcuni tra le tante cose che la piattaforma Amelia si propone di fare. Come nel caso della previsione della classe energetica degli edifici, oggi non conosciuta per il 90% delle abitazioni, si possono incrociare i dati sull'anno di costruzione, informazioni sul clima e la temperatura, la probabilità di rischi, il tipo di costruzioni, la composizione della famiglia, se sono stati fatti degli investimenti su infissi, e molto altro ancora.
“L’elaborazione dei dati oggi richiede grande sforzo, a iniziare dal loro reperimento. Con Amelia saranno in un’unica piattaforma. Sarà come andare a fare la spesa al supermercato dove i prodotti sono sugli scaffali ognuno con una propria etichetta per conoscerne il contenuto. Così sarà per i dati, che saranno etichettati, catalogati e in grado di dialogare tra loro”, afferma Vincenzo Atella, professore ordinario all'Università Tor Vergata di Roma.
Portare la ricerca più vicino a cittadini, imprese e PA
Come è facile comprendere, il lavoro di realizzazione di Amelia è molto complesso ed è ancora in corso. Al momento è stata messa a punto la versione alpha, e nel corso dei prossimi mesi proseguirà il lavoro di caricamento dei dati. Alla fine del 2025 sarà possibile cominciare a utilizzarla. E in prospettiva, ha detto il professor Cervellati, attraverso ulteriori bandi a cascata e nuove partnership l’infrastruttura di Amelia − che com’è ovvio richiede investimenti digitali importanti e sistemi di elaborazione molto potenti − potrà continuare a operare in modo economicamente sostenibile, garantendo allo stesso tempo risultati di ricerca e dati tempestivi e facilmente consultabili, tramite strumenti di analisi e reportistica di alta qualità.
Tutto questo nel rispetto di rigorosi principi etico-professionali, della sicurezza nell’uso dei dati e della loro analisi con elevati standard scientifici. E permettendo anche di cogliere quest’occasione, fatta nascere dalle risorse del PNRR, per mettere insieme relazioni e conoscenze in una vasta rete di ricerca, in cui gli accademici lavorano a stretto contatto con professionisti da aziende e istituzioni. “GRINS è un'opportunità senza precedenti per sviluppare il dialogo e ripensare la ricerca in un'ottica più industriale”, è la conclusione di Cervellati. “Si badi bene: con ‘industriale’ non intendo ‘for profit’. Piuttosto, mi riferisco alla possibilità di portare la ricerca economico-sociale più vicino ai cittadini, all'impresa e alla pubblica amministrazione. Al tempo stesso, è un'opportunità per il sistema dei centri di ricerca e delle imprese di avere accesso a una capacità di analisi del dato che non hanno nemmeno le grandi aziende”.
Immagine: Envato