Buone notizie per la protezione dell’oceano. A metà giugno, con una decisione del Consiglio europeo, l'Unione Europea si è impegnata a depositare formalmente lo strumento di ratifica dell'accordo delle Nazioni Unite sulla biodiversità oltre la giurisdizione nazionale (BBNJ), noto anche come High Seas Treaty, Trattato dell’alto mare.

Il trattato prevede una governance condivisa sull’alto mare, che rappresenta circa metà della superficie terrestre e il 95% del volume dell’oceano. Consentirà di istituire aree marine protette nelle acque internazionali, preservando l'oceano dalle pressioni umane e contribuendo significativamente a contrastare i cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità e raggiungere l'obiettivo di proteggere almeno il 30% del pianeta entro il 2030. Il trattato colma una lacuna evidente, poiché attualmente solo circa l'1% delle acque internazionali è protetto.

Le aree al di fuori della giurisdizione nazionale comprendono le acque internazionali e il fondale marino oltre la giurisdizione nazionale. Queste aree ospitano risorse marine e biodiversità, offrendo benefici ecologici, economici, sociali, culturali, scientifici e di sicurezza alimentare inestimabili per l'umanità. Tuttavia, sono sottoposte a crescenti pressioni dovute – oltre ai cambiamenti climatici – anche all'inquinamento e allo sfruttamento eccessivo da parte dell’industria.

La ricerca Business for Ocean Sustainability, condotta da One Ocean Foundation, rivela che, nonostante il significativo e ormai noto impatto delle imprese sugli oceani (il 52% è consapevole delle potenziali pressioni del proprio settore), l'SDG 14  (Vita sott'acqua) rimane uno degli SDG meno prioritizzati dalle aziende. Secondo gli ultimi dati analizzati, solo il 9% delle aziende dichiara il proprio impegno per la protezione e la conservazione degli ecosistemi marini nei propri report di sostenibilità.

È dunque fondamentale aumentare la consapevolezza del ruolo chiave dell’oceano nel mantenere la stabilità del pianeta e fornire strumenti adeguati alle aziende di tutti i settori produttivi, permettendo loro di affrontare le questioni relative alla conservazione dell’oceano, implementare azioni di prevenzione e mitigazione e promuovere la trasparenza e la rendicontazione.

 

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Immagine: Talia Cohen, Unsplash