Entro il 2050, la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi, con il 70% delle persone che vivranno nelle città, che dovranno quindi diventare sempre più sostenibili, resilienti, connesse e sicure. Per affrontare le sfide e i bisogni delle aree urbane e per esplorarne l’evoluzione, si è svolto a Barcellona dal 5 al 7 novembre, lo Smart City Expo World Congress 2024 (SCEWC). L'evento, che si tiene dal 2011, ha riunito esperti, leader politici, aziende e innovatori da tutto il mondo con l’obiettivo di discutere e promuovere il futuro delle smart cities. Lo scopo principale è stimolare la cooperazione a tutti i livelli e fra i diversi settori, incluse partnership pubbliche e private, per affrontare le sfide urbane del nostro tempo, favorendo lo sviluppo di città più green, inclusive e interconnesse.
“Il risultato dell'evento di quest'anno è stato particolarmente significativo, non solo perché abbiamo stabilito nuovi record in termini di dimensioni e affluenza, ma anche perché abbiamo dimostrato che il nostro obiettivo è fondamentale per migliorare la vita dei cittadini in tutto il mondo,” ha dichiarando il direttore dello Smart City Expo World Congress, Ugo Valenti. "Il fatto che alcune delle soluzioni presentate qui abbiano contribuito alla risposta alle inondazioni di Valencia è la prova che i nostri sforzi stanno facendo una differenza tangibile. Questo evento ha certificato che la nostra missione di promuovere città sostenibili e vivibili è più cruciale che mai." Insomma, un’occasione per ripensare il nostro stile di vita, utilizzando innovazione e collaborazione per coltivare un rapporto migliore con il pianeta e le comunità.
L’evento per città migliori
Con oltre 25.000 partecipanti provenienti da circa 130 paesi in rappresentanza di oltre 850 città, lo Smart City Expo World Congress si conferma come una delle principali piattaforme globali per il dibattito e la collaborazione sul tema delle smart city. Durante lo SCEWC2024, sono stati approfonditi temi come l'integrazione di tecnologie innovative per ottimizzare i servizi urbani e ridurre l'impatto ambientale, la mobilità sostenibile, la blue economy, l’AI, l’urban planning e il settore Green Tech.
In questo ambito trova spazio anche il settore della robotica, come ad esempio il DEEP Robotic’s robot dog, un simpatico quadrupede che ricorda un cagnolino, dotato di telecamere, sensori termici e in grado di camminare, correre e saltare. “Le potenziali applicazioni di questa tecnologia sono ampie e diversificate, dai soccorsi salvavita all’edilizia, dal supporto nel settore dell’intrattenimento fino al care giving, soprattutto per anziani che potrebbero aver bisogno di compagnia e assistenza,” ci racconta Eleanor Tang-Smith, COO di BOW, azienda inglese di software e servizi per la robotica.
Questa edizione del congresso ha visto la partecipazione di più di 1.100 espositori e oltre 600 speaker, proponendo una riflessione profonda su come ripensare le città adattandole alle reali necessità delle persone, mettendo in connessione aspetti tecnologici, ambientali, sociali ed economici e non limitandosi ad analizzare le tendenze attuali, ma cercando di anticipare i bisogni delle città nei prossimi decenni.
Come ci ricorda Carlo Battisti, presidente di Living Future Europe, “nell’ambito urbano ora è essenziale portare le diverse discipline al tavolo fin dall'inizio di ogni progetto per affrontare le complessità in modo coordinato e anticipare le sfide future. Non è solo una questione di efficienza energetica: l’approccio deve essere olistico e integrato, dal progettista al costruttore, tutti insieme per trovare soluzioni concrete e replicabili.” E come in qualsiasi ambito della transizione la precisione nei dati è fondamentale. “Abbiamo bisogno di misurazioni concrete per valutare l'efficacia delle nostre azioni: basare i piani su dati teorici senza misurarne l'impatto reale è come rincorrere un obiettivo che continua a spostarsi nel tempo. Solo con numeri concreti possiamo capire se stiamo davvero facendo progressi.”
La natura va in città
Quando parliamo di aree urbane, è fondamentale non dimenticare l'importanza della natura all'interno delle città. Tra i presenti anche l'azienda italiana 3Bee, che “ha creato una piattaforma digitale per analizzare vari contesti urbani, raccogliendo dati su rischi idrogeologici, climatici e sul tema della biodiversità”, come ci racconta Silvia Moser, Biodiversity Strategist di 3Bee. “Grazie a questi parametri, è possibile individuare aree critiche, come isole di calore e zone a rischio di alluvione, e valutare l'efficacia degli interventi tramite KPI. Un focus particolare è dedicato alla biodiversità, con l'integrazione di piante autoctone resilienti per creare Nature-based Solutions da integrare nelle città. Inoltre, gli studi considerano la vicinanza ad aree protette e reti ecologiche, con l’obiettivo di riprodurre all'interno delle nostre città dei piccoli habitat che possano aumentare la naturalità e la connettività”, conclude l’esperta.
A sottolineare l’importanza di una vera e propria simbiosi tra natura e tecnologia era presente anche Bioo, azienda biotecnologica che utilizza tecnologie proprietarie in grado di generare elettricità dalla natura. Un esempio è Bioo Lumina, una soluzione che sfrutta la bioluminescenza naturale di funghi, alghe e insetti mediante un composto fosforescente biocompatibile che si integra con l’epidermide delle piante, accompagnandole per tutta la loro vita. Questa tecnologia consente di trasformare le specie autoctone in organismi bioluminescenti senza ricorrere a modifiche genetiche, con l’obiettivo di ridurre l'inquinamento luminoso e risparmiare energia nei contesti urbani.
Immagine: Smart City Expo