Il Black Friday è uno dei giorni di shopping più intensi dell'anno. Nel 2021, 88 milioni di consumatori hanno fatto acquisti online, mentre nel 2020 le vendite hanno raggiunto il record di 9 miliardi di dollari (8,6 miliardi di euro). Le promozioni e gli sconti segnano, tuttavia, un giorno nerissimo per l’ambiente. Un dato citato da Waste Managed stima che quest'anno l'ondata di shopping genererà 429.000 tonnellate di emissioni di gas serra - l’equivalente di 435 voli di andata e ritorno tra Londra e New York - per la consegna dei prodotti nel solo Regno Unito. Secondo uno studio di un paio di anni fa, l’80% degli acquisti effettuati durante le vendite del Black Friday finisce velocemente in discarica, viene incenerito o riciclato in modo non corretto.
Don’t buy this jacket: così Patagonia dava il via ai Black Friday alternativi
Nel venerdì nero dell’iperconsumismo, pratica importata dagli Stati Uniti in tutto il mondo, che cade l’indomani del giorno del Ringraziamento, esistono numerose realtà che cercano di arginare lo sfruttamento delle risorse con iniziative a favore dell’ambiente.
Tutto è iniziato con Patagonia, che in occasione del Black Friday 2011 ha lanciato sul New York Times la campagna “Don’t buy this jacket” incitando i consumatori a ridurre gli acquisti. L’azienda di Ventura si è spinta oltre con il Black Friday 2016 con la campagna 100% For the Planet impegnandosi a donare l’intero ricavato del giorno ad associazioni ambientaliste, iniziativa che si è tradotta in un’impennata di vendite e 10 milioni di dollari raccolti.
Patagonia non è la sola azienda di abbigliamento outdoor contro il Black Friday. REI, cooperativa di 16 milioni di soci, fondata da 23 amici scalatori all'ombra del Monte Rainier nel 1938, ha ideato #OptOutside, l'idea di chiudere i battenti per il Thanksgiving Day e per il Black Friday, pagando i suoi 12.000 dipendenti per trascorrere del tempo all'aperto e invitando altre aziende a seguire l’esempio. Ad oggi, più di 700 organizzazioni e 7 milioni di persone hanno scelto di aderire all’#OptOutside invece di sgomitare nelle corsie.
Un giorno per la riparazione e la rigenerazione
Se Patagonia e REI hanno aperto la strada, numerosi sono i negozi che, rinunciando a sconti e promozioni, si impegnano a riparare i capi di abbigliamento dei clienti o a rimettere in circolo prodotti usati per evitare che finiscano in discarica.
Vivobarefoot, B Corp certificata produttrice di scarpe sportive, in concomitanza con il Black Friday dello scorso anno, ha introdotto ReVivo, la prima proposta per la gestione del fine vita nel settore delle calzature. L’iniziativa dell’azienda britannica permette ai consumatori di spedire indietro le proprie scarpe Vivo, una volta terminato l’utilizzo, al fine di ricondizionarle e rimetterle in vendita, mantenendo i prodotti in circolazione e fuori dalle discariche. Le calzature che tornano all’azienda sono rimesse a nuovo da The Boot Repair Company, con sede a Leeds, nel North England. Le scarpe che gli artigiani specializzati non sono in grado di riparare sono smontate e riutilizzate come substrato per le arene equine. Sul marketplace online ReVivo è possibile acquistare le scarpe Vivo riparate e ricondizionate provenienti da due fonti principali: quelle indossate dai clienti che hanno bisogno di un po’ di cura per essere nuovamente utilizzate e quelle restituite poco dopo l’acquisto che necessitano solo di un rapido controllo o di una rinfrescata.
IKEA, il colosso svedese dell’arredamento, per il terzo anno consecutivo risponde al Black Friday con un’alternativa etica e sostenibile, promuovendo il consumo consapevole, il riciclo e gli acquisti di prodotti di seconda mano. In Italia, quest’anno grazie al progetto “Di Generazione in Rigenerazione”, presso l’Angolo della circolarità presente in tutti i negozi del brand, volontari ANTEAS (Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà) insieme a dipendenti IKEA saranno a disposizione dei clienti e realizzeranno progetti di riciclo creativo con vecchi mobili, attraverso dimostrazioni pratiche e uno scambio educativo tra generazioni diverse, avvicineranno tutti alla filosofia zero sprechi. Il progetto è partito online il 14 novembre con 5 podcast, disponibili sul canale Spotify del brand, e video tutorial visibili sul canale YouTube di Ikea Italia.
Blue e Green Friday
Rifò, azienda pratese di abbigliamento che rigenera fibre tessili producendo a km zero con un basso impatto sul pianeta e con un sistema di prevendita dei capi, risponde al Black Friday con la Green Week, mostrando che tipo di impatti e interessi ci sono dietro a questa giornata. Con lo slogan “Gli unici sconti che facciamo sono quelli verso l’ambiente”, i dati dello studio LCA portato avanti dall’azienda parlano, infatti, di 99% d’acqua risparmiata con i capi in lana rigenerata, 57% di energia risparmiata per i capi in cotone rigenerato e 85% di emissioni di CO2 in meno per i capi in cashmere rigenerato.
Non solo aziende. La Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO lancia il Blue Friday per promuovere la salvaguardia e la rigenerazione del Mar Mediterraneo e di tutto l’oceano. Il 25 e il 26 novembre a Venezia, a Palazzo Zorzi, sede dell’Ufficio Regionale UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa, sono previsti panel dedicati a imprenditoria, alla moda e alla finanza e iniziative educative dedicate a tutte le generazioni. Con il motto Blue is the new Black, l’iniziativa vuole far riflettere sull’impatto che le nostre scelte hanno sull’oceano e quanto è possibile fare per il ripristino della biodiversità tramite un consumo critico e consapevole nell’ambito del Decennio del Mare delle Nazioni Unite.
Buy Nothing Day
Opporsi al Black Friday vuol dire anche riconoscere il giusto prezzo di un prodotto così come il valore e le persone che vi sono dietro. In tale direzione sono in corso i primi tentativi di calcolo del true price di capi di abbigliamento e non solo. Fairphone, azienda olandese che progetta e produce smartphone riducendo al minimo l'uso di minerali di conflitto nei suoi dispositivi e mantenendo condizioni di lavoro eque per la sua forza lavoro e i suoi fornitori, è stata una delle prime realtà a fare un calcolo della ripartizione dei costi dietro uno smartphone.
“È necessario che i consumatori comprendano che la realtà è molto più ampia rispetto a quella che vedono nel mercato. È necessario che capiscano le conseguenze dietro l’acquisto di una maglietta a tre euro”, afferma Miquel Ballaster, Product & Resource Efficiency Manager di Fairphone. "Per il Black Friday così come per Natale – continua - si creano picchi di lavoro che non permettono ai fornitori di avere una produzione stabile. Questi picchi di lavoro sono un incubo, schiacciano i lavoratori dei paesi produttori, le aziende produttrici hanno bisogno di assumere nuovi dipendenti che poi, una volta finito il picco, devono licenziare. È un meccanismo frutto di come le aziende occidentali, le multinazionali hanno creato il sistema di approvvigionamento, con un potere sproporzionato nelle loro mani.”.
Con l’idea di contrastare il consumismo promosso dal Black Friday, è nato, infine, il Buy Nothing Day, un invito-appello a non acquistare nulla per un giorno. Nato nel 1992 da un’idea dell’artista Ted Dave, il movimento incoraggia i consumatori ad abbracciare uno shopping etico e consapevole, acquistando da marchi sostenibili ed etici o non acquistando nulla. Si tratta di un'iniziativa che vede i marchi restituire all'ambiente. Su questa linea vi sono le aziende come Altromercato che, in occasione dell’Altro Friday, per ogni acquisto effettuato, donerà 1€ a progetti di giustizia climatica in favore di piccoli produttori delle proprie filiere etiche.
Immagine: Artem Beliaikin (Unsplash)