Il nuovo studio Agriculture and Deforestation - How to Reduce the Impact of the EU’s Agricultural Imports on Global Forests, pubblicato dall’Istituto affari internazionali (IAI), uno dei più noti think tank italiani specializzati in politica internazionale, analizza il Regolamento UE per i prodotti liberi da deforestazione (EUDR), valutando gli impatti della normativa da diverse prospettive, e propone al tempo stesso soluzioni tecniche e operative, oltre che politiche e finanziarie per il suo successo e attrazione, passando anche attraverso diversi casi studio focalizzati su alcune delle filiere impattate, tra cui quella del caffè.

Il regolamento UE per i prodotti liberi da deforestazione

Nell’aprile 2023 il Parlamento europeo ha approvato il Regolamento UE per i prodotti liberi da deforestazione (EUDR), lo strumento più ambizioso e completo mai adottato per regolamentare il commercio di prodotti agricoli di base al fine di renderli sostenibili per le foreste globali. Basandosi sull'esperienza ventennale del commercio di legname del Piano d'azione FLEGT dell'Unione Europea e grazie alla spinta della Commissione europea guidata da von der Leyen, che ha lavorato a lungo sulle questioni ambientali, l'EUDR sembra avere tutte le carte in regola per il successo.

Tuttavia, come lo studio racconta, nonostante gli incoraggianti progressi non c'è alcuna garanzia che l'EUDR raggiunga l’obiettivo di importare nell'UE solo prodotti privi di deforestazione. Le catene di approvvigionamento sono molto contorte e necessitano di maggiore trasparenza. Le certificazioni per i prodotti di base coprono ancora una percentuale relativamente piccola del commercio e l'implementazione è spesso inefficace o inadeguata. Lo stesso EUDR, secondo gli autori Lorenzo Colantoni e Alessio Sangiorgio, entrambi ricercatori dell’IAI, ha alcuni difetti.

Nonostante sia migliorato in modo significativo rispetto al suo predecessore (il Regolamento UE sul legno, EUTR), molti problemi, come la penalizzazione dei piccoli proprietari e l'inadeguatezza delle risorse per il monitoraggio, che caratterizzavano l'approccio del primo sono ancora presenti. Si aggiungono anche nuove problematiche: l'EUDR è in gran parte una misura unilaterale, molti partner commerciali lo hanno percepito come un'imposizione delle regole dell’UE e quindi hanno protestato ferocemente, mentre la portata colossale del regolamento potrebbe comportare un aumento significativo dei costi per l'Europa.

Il ruolo dell’agricoltura nella deforestazione globale

Il report, pubblicato con il supporto del gruppo Lavazza, si divide in tre parti. Il primo capitolo inquadra la problematica sotto diverse angolazioni, evidenziando come l’agricoltura sia il motore principale della deforestazione, soprattutto se si considerano l'uso intensivo del suolo e le pratiche distruttive, spesso associate alle materie prime più commercializzate a livello internazionale.

Sette materie prime sono responsabili della maggior parte della deforestazione globale. Tra il 2011 e il 2015, il 58% del disboscamento totale è stato causato da allevamenti di bestiame, olio di palma, soia, cacao, gomma, caffè e prodotti del legno (carta, legname, ecc.). Nonostante ciò, non sono stati intrapresi sforzi importanti a livello internazionale per affrontare l'impatto dell'agricoltura sulla deforestazione e programmi internazionali come il REDD+4 si sono concentrati solo sulla protezione delle foreste, trascurando le cause alla base del fenomeno.

Soluzioni tecniche e operative

La seconda parte dello studio è, invece, dedicata alle soluzioni tecniche e tecnologiche come la promozione di buone pratiche agricole positive per le foreste per evitare il degrado del suolo, promuovere l'uso efficiente di tutte le risorse e ridurre al minimo la monocoltura. Tra queste soluzioni, l’agroforestazione è una delle tecniche più promettenti per la coesistenza di foreste e agricoltura. Altro elemento fondamentale da migliorare è la tracciabilità. Una comprensione affidabile dell'origine sostenibile dei prodotti è il requisito legale centrale dell'EUDR, ma è tuttavia complicata da raggiungere considerando quanto siano ancora contorte e opache le catene di approvvigionamento.

I sistemi di certificazione saranno centrali in questo processo considerando che le certificazioni sono l'unico tentativo esistente di regolamentare il commercio agricolo dal punto di vista della sostenibilità. Si tratta però di certificazioni volontarie. Così, mentre alcuni settori, come quelli del caffè e del cacao, beneficiano di un maggior numero di schemi, altri, come la soia, non hanno praticamente certificazioni funzionanti. L'UE dovrà incorporare gli schemi di certificazione di successo nell'implementazione dell'EUDR. Anche l'applicazione del regolamento stesso avrà un ruolo importante, molto più che in passato, con un conseguente potenziale aumento delle operazioni di polizia incentrate sul monitoraggio dei reati ambientali.

Soluzioni politiche e finanziarie

Affinché le soluzioni tecniche e tecnologiche funzionino, è cruciale avere un quadro politico e finanziario efficace. Sia a livello globale che nazionale non esistono strumenti pratici o leggi in tale direzione. Il principale strumento delle Nazioni Unite per ridurre la deforestazione, il REDD+, ha scarse possibilità di apportare cambiamenti sostanziali al commercio agricolo.

Gli Stati Uniti hanno proposto il Forest Act nel 2021, un regolamento molto vicino all'EUDR, che non è stato approvato e probabilmente non lo sarà prima della fine dell'attuale amministrazione Biden. Cina, India, Giappone e gli altri grandi consumatori di prodotti agricoli non hanno presentato alcuna proposta in tal senso.

L'attuazione dell'EUDR sarà anche un momento centrale per ridurre i costi imposti dal regolamento agli acquirenti europei e per distribuire equamente tali spese. L'entrata in vigore del Regolamento comporterà costi significativi che potrebbero ridurre la competitività del settore agroalimentare europeo o tradursi in aumenti di prezzo per i consumatori. I piccoli agricoltori potrebbero vedere erosi i propri margini a causa dei costi di tracciabilità e altri costi che sono trasferiti direttamente a loro a causa del loro scarso potere contrattuale, oppure potrebbero perdere l'accesso al mercato. Anche prima della sua applicazione, l'EUDR sta già causando problemi con i più importanti fornitori dell'UE. Brasile, Indonesia e altri 15 paesi hanno già protestato contro il regolamento, che percepiscono come un'imposizione di regole europee sulle quali non hanno avuto alcun potere decisionale.

Altra questione da affrontare sarà quella finanziaria. Una finanza internazionale più regolamentata è centrale per ridurre gli investimenti verso progetti non sostenibili o almeno per aumentare i costi delle attività ad alto rischio di deforestazione. Molti di questi passaggi, infine, necessitano del coinvolgimento degli attori privati nei processi legislativi e di attuazione. Coinvolgere le imprese attraverso partenariati pubblico-privato sull'agricoltura sostenibile sarebbe un ottimo strumento, così come l’esplorazione dei mercati di carbonio e dei crediti correlati.

Tutti questi elementi sollevati dal report convergono nelle raccomandazioni politiche offerte all’Unione Europea nel difficile compito di regolamentare un settore multiforme con forti differenze tra i paesi e le materie prime oggetto dell’EUDR. Il report fornisce, inoltre, esempi positivi di quanto sia possibile fare nel monitoraggio degli incendi forestali nelle piantagioni di palma da olio in Riau e Kalimantan in Indonesia oppure nella produzione sostenibile di caffè nel Minas Gerais in Brasile o vicino al Parco Nazionale di Bukit Barisan Sellata in Indonesia.

 

Immagine: Envato