Mappare le discariche di plastica dallo spazio. Non si era mai fatto prima, ma ora con il Global Plastic Watch (GPW) è possibile.
Si tratta di una piattaforma digitale pubblica che combina l’Intelligenza Artificiale alle immagini satellitari fornite dall’Agenzia Spaziale Europea, allo scopo di individuare in tutto il mondo i siti di smaltimento della plastica, soprattutto quelli nascosti e illegali.
L’idea è della fondazione filantropica Australian Minderoo, che ha ricevuto il plauso delle Nazioni Unite per un’innovazione che potrebbe rivelarsi rivoluzionaria nella lotta all’inquinamento da plastica.
Intelligenza Artificiale e immagini satellitari per mappare la plastica
Oggi, l’equivalente di un camion pieno di rifiuti di plastica finisce negli oceani ogni singolo minuto, compromettendo gli ecosistemi marini, danneggiando le catene alimentari e la nostra stessa salute e uccidendo ogni anno 100mila mammiferi marini.
“Tuttavia è difficile controllare ciò che non si riesce a misurare”, ha commentato Kakuko Nagatani-Yoshida dell’Unep, intervistata su Sky News. Ecco perché uno strumento come il Global Plastic Watch può rivelarsi fondamentale per intercettare la plastica prima che finisca in mare.
La piattaforma è un’iniziativa dell’Australian Minderoo Foundation in collaborazione con Earthrise Media. Lo strumento permette in pratica di mappare l’inquinamento da plastica quasi in tempo reale, “utilizzando – si legge sul sito - una combinazione unica di immagini satellitari e intelligenza artificiale”. I dati satellitari sono quelli open source forniti dall’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea.
Il metodo è in realtà piuttosto simile ai sistemi di tracciamento già largamente in uso per mappare la deforestazione. Ma per la plastica, fino ad oggi, ci si è basati per lo più su stime e modelli statistici.
Il GPW può invece rilevare con precisione i siti di rifiuti di plastica sulla terraferma e monitorarli nel tempo, fornendo anche indicatori di rischio come la vicinanza a corsi d’acqua o a centri abitati e aiutando così governi, Ong, organizzazioni internazionali a gestire il problema.
Discariche illegali in tutto il mondo
Tra i primi governi ad utilizzare il Global Plastic Watch, c’è quello dell’Indonesia, quinto paese al mondo per quantità di rifiuti riversata nell’oceano.
Ma la piattaforma ha in realtà già identificati centinaia di discariche illegali di plastica in 26 paesi, molti dei quali, oltre ai loro rifiuti, ricevono anche i flussi provenienti dai paesi occidentali (come la Turchia, che ha in parte bandito l’import di rifiuti plastici dall’Europa).
Non si tratta tuttavia di “naming and shaming” (nominare e criticare), ha spiegato uno degli sviluppatori del GPW, Fabien Laurier, ma di mettere a disposizione dei governi e delle organizzazioni il potere di informazioni precise per decidere dove e come intervenire.
Immagine: Space X (Unsplash)