La Commissione UE sospetta che alcune società operanti nella realizzazione di reti e impianti di trattamento per acqua potabile e acque reflue abbiano violato la normativa europea sulla concorrenza. In un comunicato del 14 giugno 2022 Bruxelles fa infatti sapere di aver avviato ispezioni senza preavviso in uno degli Stati Membri per verificare se, nel caso concreto, le imprese in questione abbiano rispettato oppure disatteso l’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che impedisce cartelli e pratiche commerciali restrittive.
Diritto all’acqua e tutela della concorrenza
Come spieghiamo anche nel numero 40 del magazine, l’ordinamento europeo non attribuisce autonoma rilevanza al diritto all’acqua, ma questo non gli impedisce di occuparsi di risorse idriche – in senso lato - attraverso altri strumenti. La Commissione Ue, ad esempio, può agire in termini di tutela della concorrenza nel mercato. Infatti, sebbene in una sua comunicazione del marzo 2014 relativa all’iniziativa dei cittadini europei Right2Water sottolineasse come modalità di gestione del servizio idrico e politiche dei prezzi siano demandati agli Stati membri, nei giorni scorsi la stessa Commissione Ue pare essersi attivata per garantire condizioni di parità proprio nel settore delle infrastrutture idriche.
Stando infatti a quanto dichiarato da Bruxelles il 14 giugno scorso, i suoi funzionari – accompagnati dalle autorità nazionali competenti - si sarebbero recati in uno degli Stati membri per eseguire delle ispezioni a sorpresa presso la sede di alcune società. I controlli fanno seguito a un presunto caso di manipolazione delle offerte in gare d’appalto che coinvolgono fondi europei per la costruzione di reti e impianti di trattamento dell'acqua potabile e delle acque reflue. Tuttavia, ad oggi resta il velo dell’anonimato. Nonostante le richieste di ulteriori informazioni, la Commissione Ue ribadisce che non è ancora possibile sapere quali siano i soggetti destinatari delle verifiche. Per scoprirlo bisognerà aspettare il completamento delle indagini.
Quando, quindi? Non esiste una scadenza legale per completare gli accertamenti sulla condotta anticoncorrenziale. La loro durata può dipendere da una serie di fattori, tra cui la complessità di ciascun caso, la misura in cui le aziende interessate collaborano con la Commissione e l'esercizio dei diritti di difesa.
In tempi di assegnazione dei fondi NextGenerationEU, nonostante le ispezioni annunciate costituiscano solamente una fase preliminare di indagine (e quindi le condotte anticoncorrenziali siano ancora tutte da dimostrare), il messaggio è chiaro. Bruxelles torna a ribadire di essere pronta a tutelare il gioco della concorrenza all’interno del mercato comune, per ottimizzare l’efficienza del sistema, abbassare i prezzi e incrementare la qualità degli output. Una garanzia necessaria, soprattutto in un caso come questo. L’acqua è infatti un bene scarso e prezioso e gestirlo correttamente, anche attraverso la migliore realizzazione possibile di infrastrutture idriche, è fondamentale per attenuare le conseguenze negative dei cambiamenti climatici.
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