Food rescue è la seconda stagione del programma televisivo Green storytellers, in onda sul canale Mediaset Infinity plus. La serie documenta alcune delle realtà italiane che si prendono cura del cibo, evitando lo spreco alimentare.
Tutto il cibo che sprechiamo
Supermercati, ristoranti, bar, ma anche libri, riviste e programmi televisivi, siti, pagine social. Il cibo pervade la nostra vita e il nostro immaginario ogni giorno, in ogni momento. Eppure, proprio per questa sua ovvia disponibilità e onnipresenza, oggi se ne comprende sempre meno il valore. Il programma Green Storytellers, ideato da Mara Moschini e Marco Cortesi, vuole far riflettere proprio sull’importanza di questa risorsa fondamentale per la nostra vita e sulla poca considerazione che oggi si ha nei suoi confronti.
Alimenti sprecati, buttati perché vicini alla scadenza (a volte fittizia), abbandonati nei campi perché non conformi agli standard estetici, lasciati intoccati nei piatti dei ristoranti o nei frigoriferi delle case. Ad oggi, come documentato nella serie Food Rescue, un terzo di tutto il cibo prodotto a scala globale non raggiunge alcuna tavola, né sfama alcuna bocca. Quantitativamente sono 1,3 miliardi le tonnellate di alimenti persi, 1/4 dei quali basterebbe a sfamare tutte le persone malnutrite del pianeta. Un diritto, quello di accesso al cibo, che viene quotidianamente negato in molte parti del mondo.
Produzione alimentare e consumo di risorse
Se da una parte le ricadute dello spreco vanno a colpire direttamente la vita di molte persone, dall’altra non risparmiano neanche il pianeta. Lo sperpero alimentare, infatti, comporta la perdita di tutte le risorse e l’energia necessarie per produrre gli alimenti stessi. In un mondo segnato dalla crisi ecologica, dove il capitale naturale è quotidianamente sovra sfruttato e contaminato, la gestione accorta delle risorse e la loro preservazione diventa più che mai necessaria. A livello planetario si stima che il settore agricolo utilizza circa il 40% delle terre emerse e impiega il 70% dell’acqua dolce disponibile. Acqua e suolo per le coltivazioni di frutta e cerali, ma anche energia per il funzionamento dei macchinari agricoli, per il trasporto e la trasformazione delle colture, sono le risorse che vanno perse ogni volta che un alimento viene buttato. E lo stesso ragionamento va fatto per la perdita di risorse derivanti dai processi di produzione di formaggi e carne, la cui impronta ecologica è molto elevata. Le note dolenti non si fermano qui, in quanto l’uso di energia necessaria per la produzione, il trasporto e la trasformazione degli alimenti comporta l’emissione di gas climalteranti.
Economia circolare contro lo spreco alimentare
Green storytellers delinea in modo chiaro ed esaustivo i temi appena riportati, descrivendo il quadro della condizione in cui oggi versa la filiera agroalimentare alle diverse scale (globale, sovranazionale e nazionale). L’approccio che Mara e Marco propongono attraverso il programma è però propositivo: data la situazione, i due narratori hanno seguito e intervistato alcune delle realtà italiane che ogni giorno si battono per evitare lo spreco alimentare. Molte sono le associazioni di volontari che vengono riprese in diverse città della penisola, associazioni che si muovono tra i mercati rionali e i piccoli commercianti per recuperare l’invenduto a fine giornata e donarlo ai più bisognosi. Cosi come molte sono le iniziative portate avanti dai sei chef stellati incontrati dai due storytellers: chi si propone di fornire un cibo libero da logiche di mercato, prodotto a pochi metri dal luogo in cui viene cucinato, chi valorizza gli scarti, riutilizzandoli per la preparazione di altri piatti e chi elimina dal menù specie minacciate e prodotti fuori stagione. Non mancano aziende e società spin off che ridanno valore agli alimenti scartati, trasformandoli o rimettendoli sul mercato. I due narratori hanno infatti ripreso l’operato di due giovani aziende che trasformano gli scarti alimentari in risorse, in una perfetta logica di economia circolare. Così a Torino il pane invenduto da forni e ristoranti viene recuperato per farlo diventare l’ingrediente base di una linea di birre; mentre a Scandicci i fondi di caffè prodotti dalla preparazione della bevanda vengono ritirati da bar e ristoranti per fare da substrato ad una coltivazione di funghi del genere Pleurotus.
Le realtà filmate nella serie Green storytellers sono ancora varie e diversificate, ma tutte hanno l’obbiettivo comune di evitare che gli alimenti vengano lasciati marcire nei campi o finiscano nelle discariche. Attraverso innovazione, creatività, ricerca continua, ma anche tramite gesti di solidarietà e impegno sociale, al cibo viene assegnato un diverso valore, si potrebbe dire più giusto. Un valore per cui l’alimento non viene considerato solo come mera merce di consumo, ma come un bene fondamentale e imprescindibile per la vita di tutte le persone. La serie Green storytellers – Food rescue è quindi un punto di partenza per riflettere su uno dei maggiori problemi che oggi affligge il pianeta, ma è anche uno strumento per scoprire alcune delle soluzioni che potrebbero salvarlo.