Secondo la Banca Mondiale il sistema alimentare globale vale attualmente circa 10.000 miliardi di dollari, circa il 10% dell’economia del pianeta. Una cifra significativa che è superata tuttavia dai costi “nascosti” di tutte quelle attività che consentono di produrre, trasformare, distribuire, consumare e smaltire il nostro cibo. Il sistema alimentare, o food system, è infatti responsabile di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, mentre la sola agricoltura resta prima in classifica per utilizzo del suolo e di acqua dolce nel mondo, con circa il 70% dei prelievi.

Un’impronta che non solo potrebbe essere più leggera ‒ un terzo del cibo prodotto a livello globale va perso o sprecato – ma che appunto sottende 12.000 miliardi di dollari annui di esternalità negative per ambiente, salute e povertà. Somme certamente di difficile calcolo, che non solo non includono un ulteriore mezzo trilione di dollari di sostegni finanziari pubblici ai produttori agricoli, ma che a oggi non sono riflesse negli attuali prezzi di mercato dei prodotti alimentari.

In questo scenario, con un mercato “domestico” di oltre 450 milioni di consumatori, come si colloca l’Unione Europea? Dalla Strategia Farm to Fork alle food policy locali, abbiamo esaminato le principali iniziative europee per sistemi alimentari sostenibili, equi, sani e resilienti in questo articolo pubblicato da Circular Economy for Food, un progetto dell'Università di Scienze Grastronomiche di Pollenzo, per cui è stato originariamente scritto. 

 

Immagine di copertina: Jacopo Maia, Unsplash