Da Baku - La cooperazione per il clima è centrale negli impegni bi- e multilaterali dell’Italia. Lo ha ribadito l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), presente a Baku assieme al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE). Tanti i progetti di cooperazione e di azioni di contrasto, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici presentati nel Baku Stadium, soprattutto per l’Africa, nel quadro del Piano Mattei e della strategia di cooperazione italiana.

“La nostra partecipazione alla COP29, assieme agli altri attori del sistema Italia, ha lo scopo di presentare il concreto contributo della Cooperazione alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’Accordo di Parigi”, spiega il direttore di AICS, Marco Riccardo Rusconi, che ha incontrato Materia Rinnovabile durante le giornate dei negoziati qua a Baku, a COP29. “Le iniziative che conduciamo sono infatti classificate secondo i cosiddetti Rio markers, indicatori ispirati alla lotta al cambiamento climatico e alla desertificazione, nonché alla conservazione della biodiversità.”

Da alcuni anni AICS ha ampliato sempre più il ventaglio di progetti in paesi in via di sviluppo legati a adattamento e mitigazione, rafforzando l’impegno in aree su cui aveva già un forte expertise, come acqua e agricoltura resiliente. “Abbiamo rafforzato l’impegno sul clima ma anche su biodiversità e lotta alla desertificazione, in particolare in Africa, una zona prioritaria per l’Italia, cogliendo il nesso che sussiste tra questi tre ambiti, dato che la preservazione delle aree naturali può contribuire alla mitigazione ma anche combattere la desertificazione, così come la gestione idrica integrata può servire alla sicurezza alimentare quanto all’adattamento ai fenomeni meteo estremi.” Tra le numerose aree di intervento c’è l’agricoltura rigenerativa, rispettosa della biodiversità e per ridurre la deforestazione, con numerosi progetti in tutta l’Africa e non solo, e l’acqua, sempre di più un’eccellenza italiana nella cooperazione, che prende spunto dal lavoro fatto in Italia.

“Lavorare sulla desertificazione deve essere una nostra priorità, molti paesi chiedono di avere attenzione sul tema, e per questo saremo anche alla COP16 a Riyad dal 2 al 12 dicembre, il negoziato della Convenzione ONU sulla Desertificazione. In Africa ci sono tantissimi piccoli e medi produttori africani che possono avere un ruolo nella gestione sostenibile delle acque e nella rigenerazione del suolo. Prendiamo a esempio i 5 milioni di produttori di caffè in Etiopia e 2,5 milioni in Kenya che possono coltivare caffè e allo stesso tempo contribuiscono a preservare il territorio. Noi cerchiamo di portare una formazione tecnica del personale locale per la gestione sostenibile di questa cultura.”

Per sostenere e coordinare le competenze necessarie, l’agenzia da tempo ha un ufficio apposito, “dedicato a clima, ambiente, conservazione del suolo e all’energia: l’ufficio Quinto. Detiene collaborazioni con università e centri di competenza, che coinvolgiamo nei progetti. Ma non solo realtà italiane. Cerchiamo anche di coinvolgere il mondo scientifico dei paesi dove operiamo. In Mozambico, ad esempio, lavoriamo per la mappatura e tutela della biodiversità con l’Università Eduardo Mondlane di Maputo, sostenendo la crescita delle competenze locali. Il capacity building su ricerca e monitoraggio ambientale è essenziale per poter realizzare progetti climatici di successo, rafforzando gli attori locali, che in questo modo non dipendono dagli esperti esterni, continua Rusconi.

Per sostenere i tanti progetti AICS è fondamentale mobilitare correttamente risorse finanziarie e trovare nuovi strumenti finanziari. “La riduzione del debito, con meccanismi come nature-debt swap o climate-debt swap sono estremamente interessanti, poiché non si può chiedere a un paese di contrastare il cambiamento climatico o la perdita di biodiversità quando non riesce a ripagare i prestiti in essere. La legge italiana sulla conversione del debito ha funzionato bene ed è un fiore all'occhiello della nostra cooperazione. Il rimborso in una valuta estera come l’euro, per un paese debitore, è già di per se un costo: con i sistemi di swap le nazioni in via di sviluppo possono usare invece la valuta locale per finanziare progetti locali di mitigazione o adattamento, che contribuiscono a resilienza e sviluppo sostenibile nazionale. Questo è un modello che oggi può essere ulteriormente migliorato e potenziato ma che AICS saprà sicuramente sfruttare”, spiega il direttore.

“Le risorse pubbliche per noi rimangono molto importanti e l’Italia cerca di fare il suo. Ma siamo oggi legati anche alla cooperazione delegata dell'Unione Europea, che sostiene vari progetti per il clima importanti, come iniziativa Amazzonia Plus, che coinvolge diversi paesi dell'America Latina nella lotta contro la deforestazione e di cui AICS è leader. Aumentare le risorse pubbliche sarà parte del percorso, a cui però si dovrà aggiungere anche la finanza privata”, senza la quale i nuovi obiettivi finanziari dell’accordo di Parigi, in negoziazione a COP29, rimarranno irraggiungibili.

 

In copertina: Marco Riccardo Rusconi, AICS