Il 4 settembre è stata pubblicata la bozza zero del Trattato globale sull’inquinamento da plastica, un testo che riflette un'ampia gamma di opzioni e punti di vista. Tra le varie opzioni, quella dell’obbligo di riduzione dei livelli di produzione di plastica vergine, il divieto di prodotti in plastica monouso, la trasparenza e l’etichettatura, la promozione del riuso e l’istituzione di regimi di responsabilità estesa del produttore.
La bozza zero del Trattato globale sulla plastica
Il testo della bozza zero per il Trattato globale sulla plastica è stato sviluppato da Gustavo Meza-Cuadra Velásquez, ambasciatore del Perù e presidente del Comitato intergovernativo di negoziazione (INC) con il supporto del segretariato dell'INC, sulla base del mandato della risoluzione UNEA 5/14 e delle opinioni espresse durante il primo (INC-1) e il secondo ciclo di negoziati (INC-2).
Le opzioni presentate nella bozza zero saranno la base per l’inizio dei negoziati durante il terzo ciclo di incontri (INC-3) che si terrà il prossimo novembre a Nairobi, Kenya. Come indicato da Meza-Cuadra Velásquez nella nota di scenario dell'INC-3, le negoziazioni si baseranno anche sul rapporto di sintesi delle proposte ricevute sugli elementi non discussi durante INC-2, rapporto che sarà pubblicato nei prossimi giorni ed includerà sia le proposte della società civile che quelle dei vari Paesi.
Grandi ambizioni, ma anche punti deboli
Il testo della bozza zero è composto da 32 pagine, divise in sei Parti e sette annessi, con diverse sezioni ancora sotto forma di “segnaposto” per gli elementi che non sono ancora stati discussi e numerose note esplicative e rimandi ad altri trattati internazionali a cui si ispirano alcune parti del testo. Per gli elementi sui quali già c’è stata una discussione durante INC-1 e INC-2 sono presenti due o tre opzioni.
Il documento è complesso e secondo gli esperti necessita di un’analisi legale approfondita. Per esempio, nella Parte II sul ciclo di vita della plastica e i prodotti di plastica, uno dei punti forti della bozza zero riguarda la riduzione della produzione di plastica: nella sezione che riguarda i polimeri plastici primari la bozza zero indica che “le Parti adottano le misure necessarie per prevenire e mitigare i potenziali impatti negativi sulla salute umana o sull'ambiente derivanti dalla produzione di polimeri plastici primari, comprese le materie prime e i precursori”. Per raggiungere questo obiettivo, tuttavia, sono indicate tre possibili opzioni che vanno da “obiettivi di riduzione” obbligatori, a “misure adottate [dalle Parti] […] che si riflettono nei piani nazionali”, opzione, quest’ultima, molto meno stringente.
In un’analisi “a caldo” del testo della bozza zero fatta il 6 settembre, Andrés Del Castillo, avvocato senior presso il Center for International Environmental Law (CIEL) e che si occupa di seguire le negoziazioni per il Trattato globale sulla plastica, ha detto che la bozza zero è un “documento fondamentale per passare dalle discussioni ai negoziati veri e propri”, la struttura e le opzioni espresse nel testo rappresentano “una base molto forte” per l’avvio dei negoziati, e che il testo riflette “un’ampia gamma di opzioni e punti di vista”, con alcune grandi ambizioni, ma anche alcuni punti deboli. Confrontando il documento di scopo per INC-2 e la bozza zero, l’esperto nota molte somiglianze nella struttura, ma anche alcuni punti forti in avanti, come la presenza di capitoli specifici dedicati a trasparenza, etichettatura, e obblighi specifici associati al commercio ed esportazione di prodotti in plastica e di rifiuti in plastica; l’introduzione dei concetti di plastica monouso e di plastica a vita breve che non erano prima presenti; la sezione dedicata alla promozione di riduzione, riutilizzo e ricarica.
La bozza zero include anche una sezione dedicata alle sostanze chimiche e ai polimeri considerati problematici, una dedicata alla responsabilità estesa del produttore (con due opzioni: ciascuna Parte “deve” istituire e operare dei sistemi EPR, oppure “è incoraggiata” ad istituire ed operare”), e una dedicata ad una transizione equa.
Un punto di svolta per porre fine all’inquinamento da plastica
"La pubblicazione della bozza zero rappresenta un importante punto di svolta negli sforzi della comunità internazionale per porre fine all'inquinamento da plastica", ha detto a Materia Rinnovabile Magnus Løvold, esperto dell'Accademia norvegese di diritto internazionale. "A mio avviso, la bozza zero riflette fedelmente le proposte avanzate finora nel processo e fornisce la necessaria chiarezza sulle scelte che gli Stati dovranno fare in merito alla struttura, alla specificità e alla forza giuridica del trattato. Naturalmente, si tratta solo di una bozza zero e non di un risultato negoziato. Spetterà ora agli Stati che partecipano ai negoziati decidere e chiarire la propria posizione sulle opzioni presentate. Anche se gli oppositori del trattato cercheranno senza dubbio di annacquarlo, sembra che ci sia un sostegno più che sufficiente tra gli Stati per un trattato forte con disposizioni fondamentali specifiche e vincolanti per far prevalere queste opzioni".
Secondo Løvold, "è impressionante vedere come il presidente, l'ambasciatore Meza-Cuadra del Perù, sia riuscito a riportare questo processo in carreggiata dopo la debacle procedurale avvenuta a Parigi un paio di mesi fa”. Løvold fa riferimento ai tentativi di dirottare le negoziazioni durante INC-2 a Parigi a fine maggio scorso, quando diverse delegazioni guidate da Arabia Saudita, India, Brasile e Iran hanno bloccato i primi due giorni e mezzo delle negoziazioni tramite discussioni su regole procedurali che avrebbero dovuto essere già risolte durante la riunione preparatoria (OEWG) di Dakar, in Senegal nel giugno 2022.
Ora è necessario risolvere l’impasse procedurale
Le regole procedurali riguardano le modalità in cui vengono prese le decisioni e al momento sono state applicate solo in via provvisoria perché non è stato trovato un accordo sulla regola 38 relativa al processo decisionale (gli Stati che hanno bloccato le negoziazioni a INC-2 vorrebbero che fosse necessario l’obbligo del consenso per ogni decisione, mentre l’UE ed altri Stati vogliono che le decisioni possano essere prese per maggioranza) e sulla regola 37 sul diritto di voto (l’UE vuole il diritto di votare in nome dei suoi 27 Stati membri, mentre gli Stati Uniti vorrebbero che ciascuno Stato dell’UE votasse individualmente).
In un’analisi pubblicata dopo la pubblicazione della bozza zero del trattato sulla plastica, Magnus Løvold e il suo collega Torbjørn Graff Hugo dell'Accademia norvegese di diritto internazionale avvertono che condurre delle negoziazioni con regole procedurali approvate solo in via provvisoria rappresenta un rischio crescente ad ogni successiva negoziazione, quando la posta in gioco sugli elementi sostanziali del trattato aumenta. Gli esperti spiegano che fino a quando non sarà approvata la regola 37 non sarà possibile passare a votare la regola 38; quindi, nonostante la bozza zero rilasciata la settimana scorsa sia “una solida spinta in direzione di un trattato con regole globali specifiche”, c’è da aspettarsi “un contraccolpo procedurale coordinato” da parte degli Stati che non vogliono un trattato forte e con obblighi globali.
Løvold e Graff Hugo ricordano che finora le consultazioni del presidente Meza-Cuadra Velásquez sulla regola 37 si sono rivelate inutili perché sia l'UE che gli USA si rifiutano di fare un passo avanti. Ma è possibile superare questo problema, indicano gli esperti: “altri Paesi o regioni potrebbero dover fare un passo avanti. Se un gruppo di Stati, sostenuto dalla maggioranza dei membri dell'INC, presentasse una versione pulita della bozza di regole, con una soluzione di compromesso praticabile per la regola 37, potrebbe, con un po' di fortuna, preparare la commissione per una decisione rapida ed efficiente nel primo giorno dell'INC-3. Se così fosse, si aprirebbe la strada a un ciclo di negoziati incentrato sulla sostanza, sulla base di una solida bozza zero e con le prospettive di arrivare a un testo di trattato solido e ambizioso entro la fine del 2024 notevolmente migliorate”.
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