Per l’efficientamento energetico il 2023 è stato un anno di investimenti importanti, pari a un totale di 85-95 miliardi di euro, dovuti soprattutto all’effetto Superbonus (39-41 miliardi). Ora che però questa agevolazione fiscale è sostanzialmente uscita di scena, riconosciuta nella misura del 70% soltanto ai condomini, quali sono le prospettive per il futuro? Materia Rinnovabile coglie l’occasione del mese in cui ricorrono sia l’Energy Efficiency Day sia la Giornata internazionale dell’energia (rispettivamente il 2 e il 22 di ottobre), per fare il punto della situazione. Un tema molto caldo anche a livello politico, perché proprio in queste settimane nel governo si discute della revisione degli incentivi.

Efficientamento energetico nel 2023

“L’anno scorso nel solo residenziale si è registrato un investimento pari a 55-60 miliardi: di fatto il Superbonus ha anticipato una domanda che altrimenti si sarebbe distribuita su più anni”, spiega Vittorio Chiesa, direttore Energy & Strategy del Politecnico di Milano, che ha effettuato un’analisi del mercato.

Più lineare, invece, la crescita dell’industria: “In questo comparto, fatta salva la flessione legata alla pandemia, ci si aspetta un investimento medio annuale in efficienza energetica pari a circa 2,5-3 miliardi: quello del 2023 è compreso tra i 2,4 e i 2,9 miliardi, in aumento del 20% rispetto al 2022 e simile ai livelli pre Covid”. La quota maggiore degli stanziamenti (91-93%) è relativa a soluzioni hardware, mentre quelle digitali sono comprese tra il 7% e il 9%.

Vittorio Chiesa

Efficientamento energetico, investimenti e incentivi nel 2024

Per quanto riguarda gli investimenti nel 2024 “non ci sono ancora cifre definitive, ma la percezione è quella di una contrazione molto significativa, peraltro abbastanza annunciata, visto che il 2023 non può essere considerato un anno tipico”, prosegue Chiesa. In campo industriale gli incentivi di riferimento sono i Certificati bianchi, che “nel decennio scorso sono stati molto in voga, ma poi sono diventati di più difficile accesso a causa di un iter amministrativo più stringente”, e il Piano per la Transizione 5.0. “Ci sono anche ulteriori misure, tra cui la Nuova Sabatini, ma hanno una portata più limitata.”

Per il residenziale restano attivi Ecobonus e Bonus Casa, che però, dopo la scorpacciata degli ultimi anni, sono sulla strada del ridimensionamento (aliquota al 36% e spesa massima di 48.000 euro), salvo cambiamenti. A questi va aggiunto il Conto Termico 2.0, destinato a essere aggiornato alla versione 3.0: “Anche questo è un incentivo che si applica a un ambito comunque circoscritto, dato che si parla di fondi per soli 900 milioni l’anno”.

Il report Energy & Strategy del PoliMi

Guardando al futuro, l’efficientamento energetico delle abitazioni, ma anche degli immobili commerciali, è il baricentro su cui si dovranno concentrare gli sforzi dell’Italia, secondo le prospettive delineate dal PNIEC - Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, lo strumento con cui gli stati membri dell’Unione Europea identificano politiche e misure per il raggiungimento dei suddetti obiettivi. Più in generale, il settore residenziale dovrà contribuire per il 52% all’obiettivo minimo di risparmio di energia finale 2021-2030 pari a 73,4 Mtep, mentre una fetta del 19% sarà a carico del terziario, il 16% dell’industria, il 13% dei trasporti.

In particolare, è l’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), o Direttiva Case Green, a definire i requisiti e i target per edifici residenziali e non, nuovi e ristrutturati, da conseguire entro il 2030. “Come stabilito dall’UE, il 55% dei risparmi energetici per edifici residenziali, in totale 6,32 Mtep, dovrà avvenire per ristrutturazione del 43% degli edifici nelle peggiori condizioni, ovvero in classe G, per cui stimiamo che sarà necessario un intervento di 100 miliardi di euro entro il 2030”, sottolinea il direttore Energy & Strategy del PoliMi.

“Se a questo si somma anche il miglioramento di edifici in classi energetiche più elevate, si arriva a un investimento minimo di 170-190 miliardi complessivi. Il patrimonio edilizio italiano è vetusto, progettato in gran parte negli anni Sessanta e Settanta, in pieno boom economico, quando ancora non si prestava alcuna attenzione a questi aspetti.” Insomma, numeri paragonabili a quelli del Superbonus negli scorsi tre anni, un impegno non indifferente, considerate anche tutte le polemiche che questo tipo di intervento ha comportato.

Efficientemente energetico, l’orientamento del governo

Che cosa farà dunque il governo? “Questa settimana è approdato in Parlamento il Piano strutturale di bilancio (PSB), atto di indirizzo per il prossimo futuro”, sottolinea Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia, membro della X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo). “In materia di incentivi per l’efficientamento energetico, per privati e aziende, si conferma quanto già programmato nel PNIEC e nel PNRR, che ha destinato il 39% delle risorse a investimenti e riforme per la transizione energetica. Le sole missioni relative alla transizione energetica, nonché al REPowerEU, constano rispettivamente di circa 55 e 11 miliardi.”

I tre Piani (PSB-PNIEC-PNRR), attraverso una strategia unitaria, vogliono promuovere una maggiore sicurezza energetica del paese, la produzione di energia da fonti rinnovabili, tra cui anche il nucleare, e il risparmio energetico. A questo proposito “il governo Meloni vuole evitare gli errori dei precedenti governi, che hanno disperso risorse ingenti in mille rivoli: accanto a misure utili come l’efficientamento dell’edilizia residenziale pubblica, il discutibile Superbonus 110% andava meglio finalizzato per contrastare la povertà energetica e non servire a ristrutturare seconde case e ville”.

Riccardo Zucconi

Aziende, edilizia pubblica e privata, trasporti

Per quanto riguarda le industrie, l’attuale governo, continua Zucconi, “pone grandi aspettative, anche ai fini dell’impatto sul PIL, nel pacchetto Transizione 5.0, già operativo e pensato proprio per la riduzione dei consumi energetici del settore, attraverso incentivi al miglioramento della dotazione infrastrutturale e alla formazione di competenze. Un’altra strada su cui si sta puntando molto è la semplificazione e accelerazione delle procedure amministrative per la realizzazione di interventi di efficientamento.”

In merito all’edilizia pubblica, “la Direttiva sull’efficienza energetica prevede una riduzione del consumo di energia da parte della pubblica amministrazione pari all’1,9% l’anno rispetto ai livelli del 2021 e questo dovrebbe essere realizzato, in via prevalente, grazie al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Considerando una superficie pari a circa 200 milioni di metri quadri, l’obiettivo è riqualificarne ogni anno tra i 5,4 e i 6 milioni, permettendo un risparmio annuo di circa 72 ktep”. Tra le misure in programma “ci tengo molto a sottolineare l’impegno assunto dal governo, per il triennio 2027- 2029, di riqualificare ed efficientare gli immobili dell’amministrazione della giustizia, in particolare gli istituti penitenziari per adulti e minori. Una misura che è anche di civiltà giuridica, viste le condizioni in cui si trovano molti istituti di pena.

“Particolarmente sfidante” è l’obiettivo posto dalla Direttiva Case Green in merito al settore immobiliare residenziale: per raggiungerlo, il governo intende “adottare una serie di nuove misure che, senza produrre effetti sulla finanza pubblica, possono rimuovere barriere informative e amministrative e sostenere la decarbonizzazione, innescando meccanismi virtuosi per gli investimenti privati”.  Tre i pilastri: “Primo, creare un mercato per i Certificati Bianchi per il settore residenziale civile per incentivare gli interventi più efficienti e ridurre il ruolo delle detrazioni fiscali. Secondo, rendere pubblico, accessibile e integrato con il catasto l’archivio Sistema informativo sugli attestati di prestazione energetica. Terzo, facilitare interventi di risparmio energetico, mediante modifiche ai regolamenti condominiali”.

L’efficientamento energetico riguarda anche il settore dei trasporti pubblici e privati: “Altre misure del governo sono previste per il processo di elettrificazione dei trasporti, la sostituzione del parco veicolare, la diffusione di biocarburanti, lo shift modale e lo sviluppo delle infrastrutture, che consentano di rendere più sostenibile il trasporto delle persone e delle merci.

Le richieste delle imprese

Da parte delle imprese arriva forte la richiesta di snellire la burocrazia, che rallenta processi e innovazioni, per esempio nel caso degli impianti fotovoltaici, come sottolinea Daniele Iudicone, fondatore di IMC Holding. “Per quanto riguarda gli incentivi, poi, le azioni più efficaci per promuovere l'efficienza energetica sono a mio avviso quelle basate direttamente sulla produzione e sull’autoconsumo di energia verde. Penso in particolare al Conto Energia, soprattutto nella sua fase finale, con il Quinto Conto Energia, che prevedeva anche una differenziazione tra kilowatt autoconsumati e kilowatt immessi in rete tramite fotovoltaico. Una logica, questa, che ritroviamo oggi negli incentivi delle comunità energetiche.”

Come succede nelle CER (Comunità energetiche rinnovabili), produrre e consumare localmente, o all'interno della cabina elettrica primaria, non solo evita di sovraccaricare la rete, ma realizza il fondamentale concetto di energia a km 0. “Rispetto al Superbonus, che ha sostenuto la costruzione degli impianti solari contribuendo in parte alla spesa, questi incentivi risultano più trasparenti e sono meno soggetti a frodi o all’aumento incontrollato dei prezzi.”

Attualmente “sul lato residenziale quelli delle CER sono gli unici sostegni totalmente rivolti al fotovoltaico, a cui si aggiunge la detrazione fiscale relativa alla ristrutturazione. Per le imprese, invece, manca un incentivo diretto, anche se si può contare sulla Transizione 5.0, con cui l'impianto solare entra al rimorchio di un altro investimento aziendale”. Una prospettiva che può essere migliorata, soprattutto per quanto riguarda le aziende. “L’ideale per il futuro − conclude Iudicone − sarebbe avere anche un incentivo minimo sulla produzione, pure per chi non fa parte di una comunità energetica.”

Daniele Iudicone

 

Immagine di copertina: Envato