Recuperare calore grazie agli scarti del siero del latte. A renderlo possibile è stato LIFE TTGG, un progetto di ricerca finanziato per metà dall’Unione europea nato per migliorare l’efficienza dei processi produttivi dei formaggi in Europa.
Durante la ricerca, che ha coinvolto università, startup, aziende produttrici, enti di formazione e ricerca italiani e francesi, è stato testato un software che ha provato a calcolare gli impatti ambientali della produzione casearia considerando tutte le fasi della filiera: dagli allevamenti per la produzione di latte, alla trasformazione e stagionatura sino al confezionamento e distribuzione del prodotto nei punti vendita. Alla voce consumi ed efficienza energetica, gli studi hanno dimostrato che il calore recuperato dal siero sarebbe sufficiente a coprire il fabbisogno energetico per la conservazione del latte prima della fase di cottura, i lavaggi degli impianti, la produzione di acqua calda sanitaria e per alcuni lavaggi a perdere. Altrettanto utile è il recupero del calore dalla condensazione dei gruppi frigoriferi: già con questi due interventi si otterrebbe un risparmio energetico del 40% sul consumo totale di energia.
Due strategie di recupero termico per i caseifici
Il siero del latte scaricato dai doppi fondi nella maggior parte dei caseifici viene raffreddato e accumulato in serbatoi, in attesa di successive lavorazioni o di essere conferito all’esterno. Il calore che si può ottenere dal raffreddamento del siero - che è a circa 50°C - può essere recuperato per alimentare alcune utenze all’interno del caseificio, altrimenti servite da generatori a gas.
Secondo i risultati di LIFE TTGG , un altro modo per limitare i consumi energetici è quello di recupero del calore di condensazione dei gruppi frigoriferi. Questi gruppi, presenti per esempio nei magazzini di stagionatura del Grana Padano, sono spesso condensati ad acqua di torre. In questo caso è possibile recuperare parte del calore di condensazione che verrebbe altrimenti dissipato per alimentare le batterie calde a servizio dei magazzini di stagionatura. Implementando questa strategia i ricercatori ha dimostrato che le condizioni da mantenere all’interno del magazzino sono infatti poco onerose dal punto di vista energetico, in quanto la temperatura è compresa tra i 15°C e i 22°C.
Il software che aiuta l’industria dei formaggi a prendere decisioni sostenibili
Il sistema si software SSDA (Strumento di Supporto alle Decisioni Ambientali) elaborato da LIFE TTGG, offre numerosi benefici sia alle singole aziende Dop Igp, in quanto elabora automaticamente i dati e fornisce le indicazioni più efficaci per ridurre l’impatto ambientale ed energetico, sia ai Consorzi di Tutela Dop Igp, ai quali conferisce uno strumento condiviso e omogeneo per tutte le aziende, permettendo di promuovere nuove strategie di sostenibilità. “Il software aiuterà gli imprenditori a prendere le giuste decisioni in ottica sostenibile, ottimizzando il sistema produttivo dal punto di vista sia ambientale che economico”, ha detto Renato Zaghini, presidente del Consorzio Grana Padano. L’applicazione unisce il calcolo dell’impronta ambientale con l’identificazione di misure concrete per ridurre i consumi di energia e permetterà quindi di migliorare le performance ambientali, l’efficienza energetica degli impianti, la conservazione del prodotto e la riduzione dello spreco alimentare. Le aziende così avranno una stima più accurata possibile del consumo di energia e dei potenziali risparmi.
Il progetto europeo durato cinque anni è stato promosso e supportato dal Consorzio del Grana Padano e la dop francese Comté, due grandi nomi del settore caseario che hanno voluto scegliere TTGG (acronimo di The tough get going - I duri cominciano a giocare) come nome del progetto. Duri, un po’ come il Grana Padano.
Immagine: Envato Elements