Dopo oltre un anno di lavoro, il gruppo dell’International Advisory Panel on Biodiversity Credits (IAPB) ha lanciato lunedì 28 ottobre alla COP16 Biodiversità di Cali un framework di criteri e linee guida sui crediti legati alla tutela della biodiversità. Per supportare i progetti di conservazione e di ripristino della natura serve un’impalcatura credibile e trasparente che possa incanalare gli investimenti, verificarne i benefici e premiare chi si impegna ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità, che è il principale obiettivo del Global Biodiversity Framework (GBF).
Come quelli di carbonio, i crediti della biodiversità sono pensati anche per innescare un cambiamento nel comportamento delle imprese, garantendo giuste ricompense per i custodi della natura.
I princìpi per crediti di biodiversità giusti e credibili
Attingendo dai punti di vista di vari attori del mercato, tra cui politici e funzionari di stato, popolazioni indigene, comunità locali, scienziati ed esperti da tutto il mondo, oltre 120 rappresentanti dell’IAPB hanno presentato una serie di raccomandazioni. Innanzitutto secondo il panel è possibile scalare a ritmo sostenuto un meccanismo di crediti di biodiversità. Per farlo i governi hanno bisogno di chiare direttive politiche che vadano a sbloccare o incentivare degli investimenti.
Un concetto ricorrente nel framework è quello di alta integrità: i crediti devono portare benefici verificabili alla natura in modo equo e giusto per le persone coinvolte, le cui conoscenze, esperienze, tradizioni e valori devono essere sempre rispettati. In questo senso è essenziale ottenere un consenso libero, preventivo e informato dalle comunità locali, rispettando i diritti umani e il diritto alla terra, all’acqua e altre risorse.
“I crediti e i mercati della biodiversità, creati e governati secondo princìpi di elevata integrità, possono svolgere un ruolo importante nel convogliare investimenti verso la Natura e contribuire a fermare la perdita di biodiversità”, ha dichiarato Amelia Fawcett, copresidente dell'IAPB.
Cosa sono i crediti per la biodiversità
Un credito per la biodiversità è un certificato che rappresenta un'unità misurabile di benefici portati alla biodiversità. Deve essere duraturo e “addizionale”, ovvero aggiungere valore a quello che si sarebbe verificato senza di esso. Inoltre, i crediti per la biodiversità possono essere utilizzati anche nell'insetting, ovvero nell’integrazione di buone pratiche all'interno delle catene di approvvigionamento degli acquirenti.
“Questi meccanismi possono mantenere la promessa di incanalare i fondi verso la conservazione e il ripristino della natura, ma senza un'adeguata progettazione e governance del mercato potrebbero addirittura causare danni”, ha dichiarato Almir Narayamoga Surui, leader del popolo indigeno del brasile Paiter Surui. “Per questo sono orgoglioso di aver partecipato ai lavori della IAPB, insieme ad altri rappresentanti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, e di aver contribuito alla costruzione di questo importante framework.”
Sponsorizzato, ma indipendente, dai governi di Regno Unito e Francia, il lavoro degli esperti sottolinea l’importanza di un meccanismo finanziario che risarcisca le comunità per i danni diretti alla biodiversità seguendo però una gerarchia di mitigazione ben definita. In primis gli sforzi dovrebbero concentrarsi sull’evitare gli impatti negativi sulla biodiversità. Se questo non è possibile, è necessario minimizzare i danni oppure ripristinare l’ecosistema danneggiato. Come ultima opzione, infine, è lecito compensare localmente gli impatti negativi residui tramite crediti di biodiversità.
Per saperne di più continuate a seguirci: dopo aver coperto nel 2022 i lavori per l’accordo di Kunming-Montreal, dal 25 ottobre al 2 novembre Materia Rinnovabile sarà a Cali per COP16, unica testata italiana accreditata. Venite a trovarci in sala stampa!
Immagine: Envato