Man mano che ci avviciniamo alla COP16, che inizia il 21 ottobre, l'urgenza di incorporare soluzioni basate sulla natura nelle strategie globali per il clima e la biodiversità non è mai stata così pressante. Il Global Biodiversity Framework adottato alla COP15 è stato un richiamo all'azione per intensificare la protezione e il ripristino degli ecosistemi. Tuttavia, il volume degli investimenti attualmente è inferiore ai 200 miliardi di dollari all'anno, il che significa che i settori pubblico e privato devono agire rapidamente per colmare questa lacuna.

Mentre i paesi firmatari si preparano a riferire sui progressi delle proprie strategie e piani d'azione nazionali per la biodiversità, i dibattiti della COP16 offrono un'opportunità unica per unire la crescita economica alla gestione responsabile dell'ambiente.

Investire nella natura

Il Global Biodiversity Framework adottato alla COP15 sottolinea l'importanza di proteggere e ripristinare la natura come parte della lotta contro i cambiamenti climatici, la desertificazione e la perdita di biodiversità. Le soluzioni basate sulla natura, che mirano a proteggere, ripristinare e utilizzare in modo sostenibile il mondo naturale, devono essere applicate e rafforzate sia nel settore pubblico che in quello privato. Tuttavia, il livello attuale degli investimenti in queste soluzioni è insufficiente.

Secondo il rapporto State of Finance for Nature 2023 prodotto dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, l'investimento annuale rimane al di sotto dei 200 miliardi di dollari, con il settore privato che rappresenta solo il 20% di questa cifra. Per raggiungere gli obiettivi globali concordati al Summit della Terra di Rio del 1992, questi investimenti devono quasi quadruplicare entro il 2050. Con l'obiettivo di incoraggiare misure progettate per colmare questo divario e trasformare e ridurre l'impatto negativo delle nostre azioni sulla natura, i firmatari sono tenuti a riferire sui progressi delle loro strategie e piani d'azione nazionali per la biodiversità prima della COP16.

Ci aspettiamo che le discussioni si concentrino sull'allineamento di queste strategie con i programmi di cambiamento climatico e sul riconoscimento del ruolo delle imprese e del settore finanziario come facilitatori chiave della transizione verso un'economia a emissioni nette zero rispettosa della natura. Le soluzioni basate sulla natura devono essere al centro di queste conversazioni. Non solo rappresentano il modo più redditizio per affrontare la perdita di biodiversità e la desertificazione, ma possono anche contribuire a oltre un terzo delle riduzioni di emissioni necessarie entro il 2030 per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.

Il ruolo del settore privato: dalla comunicazione all'azione 

Mentre si avvicina la COP16, dobbiamo riflettere su come le imprese e il settore finanziario possano ampliare e partecipare al finanziamento delle soluzioni basate sulla natura. Nel 2024, si è registrato un aumento del numero di aziende che riportano informazioni legate al loro impatto sugli ecosistemi naturali. Tuttavia, questa tendenza solleva una questione cruciale: una volta analizzato e misurato il loro impatto negativo, come possono le aziende trasformare i loro modelli di business per renderli allo stesso tempo redditizi e rispettosi della natura con un impatto netto zero? La bioeconomia circolare è indispensabile per raggiungere questo obiettivo. L'implementazione di nuovi modelli di business verticalmente integrati consentirebbe non solo di ridistribuire il capitale all'interno del sistema di produzione agricola, ma anche di remunerare equamente i lavoratori agricoli e di formarli in nuove pratiche di produzione sostenibili da un punto di vista economico, ambientale e sociale. 

In questo contesto, ci aspettiamo che alcuni settori, come i sistemi alimentari, siano al centro della COP16. Sono essenziali incentivi chiari per trasformare l'agricoltura, la silvicoltura e l'uso del suolo. Questi settori, insieme, rappresentano quasi un terzo delle nostre emissioni di gas serra e dipendono dalla qualità del suolo, con una fertilità che si sta degradando rapidamente a causa dello sfruttamento eccessivo. Molte materie prime agricole, come il caffè e il cacao, possono essere prodotte in modo sostenibile attraverso soluzioni basate sulla natura, come l'agroforestazione e l'uso di input organici. Questi modelli di produzione basati sulla natura potrebbero fornire colture con emissioni negative (affrontando le emissioni di scope 3), senza deforestazione (affrontando il Regolamento UE sulla deforestazione) e con una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici (rendendo a loro volta le catene di approvvigionamento più resilienti).

Vantaggi per le grandi aziende

La COP16 offre un forum per esplorare come le aziende possano integrare e finanziare la natura. Sebbene ci sia stata una crescita dei prodotti di investimento legati alla natura, come i pagamenti per i servizi ecosistemici e le obbligazioni verdi, riteniamo che le soluzioni progettate specificamente per trasformare le catene del valore nei settori dell'agricoltura, della silvicoltura e dell'uso del suolo dovrebbero interessare le grandi aziende, inizialmente quelle interessate dalle soluzioni basate sulla natura. Ciò permetterà a questi mercati di raggiungere la scala necessaria. 

Tale approccio potrebbe aprire nuove prospettive in settori come la moda, il turismo e la farmaceutica, trasformando il modo in cui produciamo materiali a base biologica. La cooperazione tra governi, imprese e istituzioni finanziarie è indispensabile per mobilitare le risorse necessarie a colmare il divario di investimenti nella natura e sostenere una bioeconomia circolare. La COP16 offre un'opportunità unica per intensificare i nostri sforzi verso un futuro sostenibile, unendo la crescita economica alla gestione responsabile dell'ambiente attraverso soluzioni e tecnologie basate sulla natura.

 

In copertina: una foto dal secondo comitato direttivo di COP16 © COP16colombia.com