Durante la COP15 in corso a Montreal (Canada) le Nazioni Unite hanno premiato i 10 migliori progetti di ripristino ambientale nel mondo. Le iniziative, svelate durante un gala virtuale il 13 dicembre, sono state selezionate nell’ambito dell’United Nations Decade on Ecosystem Restoration, un movimento globale coordinato dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) e dalla Organizzazione ONU per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) con un chiaro obiettivo: prevenire e invertire il degrado degli spazi naturali in tutto il pianeta.
Con 68 milioni di ettari interessati – un’estensione pari a quella di Myanmar, Francia o Somalia – e un potenziale di 15 milioni di nuovi posti di lavoro, i 10 progetti vincitori rispecchiano i dieci principi guida scelti dall’ONU per la Decade 2021 – 2030 per il ripristino degli ecosistemi. "Trasformare il nostro rapporto con la natura è la chiave per invertire la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di natura e biodiversità, dell'inquinamento e dei rifiuti” ha dichiarato durante la presentazione Inger Andersen, Executive Director presso l’UNEP.
Dal continente americano fino all’Asia orientale, vediamo quali sono i 10 “fiori all’occhiello” premiati dalle Nazioni Unite.
Lotta alla deforestazione: il patto “trinazionale” per la Foresta Atlantica
Ridotta in frammenti da secoli di disboscamento, espansione agricola e urbanizzazione, un tempo la Foresta Atlantica copriva un'ampia fascia di Brasile, Paraguay e Argentina. Sono centinaia le organizzazioni attive nello sforzo decennale per proteggere e ripristinare la Foresta in tutti e tre i Paesi, anche attraverso la creazione di corridoi per la fauna selvatica in via di estinzione e misure – come il miglioramento dell’approvvigionamento idrico – per sviluppare resilienza e adattare i territori agli effetti del cambiamento climatico. Sono già stati ripristinati circa 700.000 ettari, che cresceranno fino ad un milione al 2030 e 15 milioni nel 2050.
Proteggere i dugonghi: il ripristino marino di Abu Dhabi
Salvaguardare la seconda popolazione di dugonghi al mondo è l'obiettivo del progetto degli Emirati Arabi Uniti che mira a ripristinare le praterie di fanerogame - il cibo preferito dai dugonghi - le barriere coralline e le mangrovie lungo la costa del Golfo, in un quello che è già uno dei mari più caldi del globo. Le comunità locali beneficeranno della rinascita di alcune delle 500 specie di pesci e di maggiori opportunità per l'ecoturismo. Sono già stati ripristinati circa 7.500 ettari di aree costiere, altri 4.500 ettari entro il 2030.
La Grande Muraglia Verde per il ripristino e la pace
Lanciata dall'Unione africana nel 2007, la Grande Muraglia Verde è un'iniziativa ambiziosa volta a ripristinare savane, praterie e terreni agricoli in tutta l'Africa per aiutare le famiglie e la biodiversità a far fronte ai cambiamenti climatici e impedire che la desertificazione minacci ulteriormente comunità già vulnerabili. Questa iniziativa mira a trasformare la vita di milioni di persone nella regione del Sahel creando una cintura di “paesaggi verdi e produttivi” in 11 Paesi.
Gli obiettivi per il 2030 della Grande Muraglia Verde sono il ripristino di 100 milioni di ettari, il sequestro di 250 milioni di tonnellate di carbonio e la creazione di 10 milioni di posti di lavoro. Tuttavia, l'iniziativa faro del Decennio delle Nazioni Unite si concentra in particolare sul Burkina Faso e sul Niger.
Ringiovanimento del fiume Gange
In India i cambiamenti climatici, la crescita demografica, l'industrializzazione e i prelievi per l'irrigazione hanno degradato il Gange lungo il suo percorso ad arco di 2525 chilometri dall'Himalaya al Golfo del Bengala. Il ripristino della salute del fiume sacro è quindi al centro di un'importante iniziativa per ridurre l'inquinamento, ricostruire la copertura forestale e apportare una vasta gamma di benefici ai 520 milioni di persone che vivono intorno al suo vasto bacino.
Gli investimenti del governo indiano hanno raggiunto finora i 4,25 miliardi di dollari. L'iniziativa vede il coinvolgimento di 230 organizzazioni, con 1500 km di fiume ripristinati fino ad oggi. Inoltre, finora sono stati rimboschiti 30.000 ettari, che dovrebbero quadruplicare nel 2030.
Iniziativa multipaese per la montagna
Le regioni montane devono affrontare sfide uniche: la fusione dei ghiacci e l’erosione del suolo, sono infatti solo alcune delle cause che rendono inaffidabili le principali fonti di approvvigionamento idrico e che spingono le specie sempre più verso l’alto.
L'iniziativa - che ha sede in Serbia, Kirghizistan, Uganda e Ruanda - mostra in tre regioni come il ripristino possa rendere gli ecosistemi montani più resistenti. L'Uganda e il Ruanda, in particolare, ospitano una delle due sole popolazioni rimaste di gorilla di montagna in pericolo. Grazie alla protezione del loro habitat, il numero di gorilla è raddoppiato negli ultimi 30 anni. In Kirghizistan, i pastori gestiscono le praterie in modo più sostenibile, così da migliorare l’alimentazione sia per il bestiame che per lo stambecco asiatico. I leopardi delle nevi si stanno invece lentamente riprendendo. In Serbia, le autorità stanno ampliando la copertura arborea e rivitalizzando i pascoli in due aree protette. Gli orsi bruni sono tornati nelle foreste, dove il ripristino sta anche aiutando gli ecosistemi a riprendersi dagli incendi.
Iniziativa di ripristino dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo
Concentrata su tre piccoli Stati insulari in via di sviluppo (Vanuatu, Santa Lucia e Comore), questa iniziativa mira a incrementare il ripristino degli ecosistemi e a sfruttare la crescita economica “blu” per aiutare le comunità insulari a riprendersi dalla pandemia COVID-19.
Gli obiettivi includono la riduzione delle pressioni sulle barriere coralline, che sono vulnerabili ai danni delle tempeste, in modo che gli stock ittici possano riprendersi
Iniziativa di conservazione di Altyn Dala
In Kazakistan, l'Altyn Dala Conservation Initiative lavora dal 2005 per ripristinare gli ecosistemi steppici, semidesertici e desertici all'interno dell'areale storico della saiga, un'antilope un tempo abbondante e gravemente minacciata dalla caccia e dalla perdita di habitat. Infatti, la popolazione di saiga era crollata a 50.000 esemplari nel 2006, ma è risalita a 1,3 milioni nel 2022. Oltre a far rivivere e proteggere la steppa, l'iniziativa ha contribuito a conservare le zone umide che sono uno scalo vitale per circa 10 milioni di uccelli migratori.
Corridoio secco centroamericano
Sfruttare i metodi agricoli tradizionali per aumentare produttività e biodiversità. È il cuore di questa iniziativa di ripristino che riguarda sei Paesi: Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama. Esposti a ondate di calore e precipitazioni imprevedibili, gli ecosistemi e le popolazioni del Corridoio secco centroamericano sono infatti particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Nel 2019, il quinto anno di siccità ha reso necessari aiuti alimentari per 1,2 milioni di persone nella regione.
Entro il 2030, l'obiettivo è quello di ripristinare 100.000 ettari e creare 5000 posti di lavoro permanenti. Come? I sistemi agroforestali integreranno la copertura arborea con colture come il caffè; il cacao e il cardamomo possono aumentare la fertilità del suolo e la disponibilità di acqua, sostenendo al contempo gran parte della biodiversità della foresta tropicale.
Mangrovie e soluzioni Nature-based in Indonesia
Demak, una comunità costiera a bassa quota sull'isola principale di Giava, in Indonesia, è stata afflitta da erosione, inondazioni e perdita di terreno causata da rimozione delle mangrovie per la realizzazione di bacini destinati all’acquacoltura e infrastrutture.
Invece di provvedere direttamente alla piantumazione, attraverso questa iniziativa sono state costruite strutture simili a recinzioni con materiali naturali lungo la costa per calmare le onde e intrappolare i sedimenti, creando quindi le condizioni per una ripresa naturale delle mangrovie lungo oltre 3,4 km di costa. In cambio della possibilità di rigenerare le mangrovie, gli agricoltori sono stati istruiti su tecniche sostenibili che hanno aumentato la produzione di gamberi. Poiché le mangrovie forniscono l'habitat per una pletora di organismi marini, anche i pescatori hanno visto migliorare le loro catture vicino alla costa.
Agricoltura e biodiversità per l’iniziativa Shan-Shui in Cina
Lanciata in Cina nel 2016, l'iniziativa è il risultato di un approccio sistemico al ripristino. I progetti si integrano con i piani territoriali nazionali, operano a livello di paesaggio o di bacino idrografico, includono aree agricole e urbane oltre a ecosistemi naturali e cercano di stimolare molteplici industrie locali. Tutti includono obiettivi di biodiversità.
Tra gli esempi c'è il Progetto Oujiang River Headwaters nella provincia di Zhejiang, che integra le conoscenze scientifiche con i metodi agricoli tradizionali, come il terrazzamento dei pendii e la combinazione di colture con l'allevamento di pesci e anatre, per rendere l'uso del suolo più sostenibile. Finora sono stati ripristinati circa 3,5 milioni di ettari. L'obiettivo per il 2030 è di 10 milioni di ettari.
Image: Niklas Garnholz (Unsplash)