Se a fine gennaio i propositi per l’anno nuovo sono già quasi un ricordo, soppiantati dalla rincorsa agli impegni post-vacanzieri, il periodo è però propizio per fare qualche previsione avveduta su come andranno i prossimi mesi. Digeriti, insieme alle Feste, anche i vari bilanci del 2021, purtroppo non sempre incoraggianti, si possono ora mettere sul piatto le questioni calde del 2022, i refrain che rimbalzeranno dalla società civile alle stanze della politica, le necessità disattese che sempre più spingeranno per essere soddisfatte.
Abbiamo provato a farlo anche noi, chiedendo ad alcuni rappresentanti del mondo della ricerca, dell’economia e dell’industria come sarà il 2022 dell’economia circolare, in particolare per l’Italia. Ne è venuto fuori un elenco di parole chiave mai scontate, che messe tutte in fila delineano un’interessante mappa concettuale: azione climatica, investimenti privati, metriche e metodi di misurazione, simbiosi industriale, governance per la transizione circolare, digitale, responsabilità estesa del produttore, nuove competenze e formazione, impianti e infrastrutture. E, infine, quella che ci tocca più da vicino: informazione.
Alessandro Bratti, Direttore Generale ISPRA- Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Il 2022 per l'economia circolare italiana è un anno cruciale che prevede step fondamentali per impostare le azioni e gli investimenti che speriamo potranno, nei prossimi 5 anni, migliorare nettamente il quadro esistente. L'Italia è già ben posizionata a livello europeo sia in termini di riciclaggio che come indice di circolarità, ma la speranza è che gli investimenti previsti dal PNRR e le riforme ad essi associate permettaranno di colmare i gap che oggi sono evidenti nel sistema italiano. Dei 5,27 miliardi di euro previsti per la missione agricoltura sostenibile ed economia circolare, 2,8 miliardi sono legati alla infrastutturazione del sistema impiantisco nazionale, soprattutto al centro-sud Italia. Il 2022 sarà l'anno della Strategia nazionale sull'economia circolare, che definirà il quadro strategico nazionale indirizzando le politiche.
Claudia Brunori, Responsabile “Divisione Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli” e Vice Direttore per l’Economia Circolare del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali – ENEA
In Italia c’è molto fermento sul tema dell’economia circolare. Con il PNRR, nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, sono state attivate diverse linee di finanziamento dedicate a impianti e progetti faro per la prevenzione e gestione dei rifiuti. Inoltre, entro giugno sarà pubblicata la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare a valle della consultazione pubblica terminata a fine novembre scorso. Per promuovere la riconversione dei processi produttivi in termini di circolarità è ancora aperto il bando a sportello dedicato dal MiSE (Decreto 11 giugno 2020), a cui si dovrebbero andare ad aggiungere misure del Piano Transizione 4.0, il credito d'imposta ricerca e sviluppo, innovazione e design con l'obiettivo di stimolare gli investimenti privati delle imprese anche nell'ambito del paradigma dell'economia circolare. A livello regionale stanno per partire anche i programmi di finanziamento della Politica di coesione 2021-2027, sarebbe auspicabile che contenessero importanti misure per la gestione territoriale in chiave sostenibile e circolare.
Rimane ferma e imprescindibile l’esigenza di definire un Piano di attuazione della transizione circolare che includa precisi obiettivi, target quantitativi, tempistiche e definizione di ruoli di governance e strumenti operativi, normativi e finanziari.
Serena Giacomin, Presidente ICN- Italian Climate Network
La comunità scientifica non è mai stata così determinata nel voler comunicare la gravità della crisi climatica in atto a causa del riscaldamento globale (una scienza tanto determinata da utilizzare il termine “inequivocabile” per descrivere il legame causa-effetto tra attività dell’uomo e innalzamento della temperature della Terra), ma anche l'opinione pubblica finalmente appare più sensibile alla questione clima e alla sostenibilità. Questa acquisizione di sensibilità e il fatto che la cittadinanza diventi attenta e attiva, sono passi fondamentali verso l'opportuno cambiamento che il nostro sistema economico dovrà velocemente affrontare. Occorre ridurre le emissioni, contabilizzando e valorizzando al massimo le risorse del Pianeta, minimizzando completamente gli sprechi, e applicando il concetto di circolarità in ogni azione che prevede un consumo.
Luca Ruini, Presidente CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi
Le crisi accelerano sempre i cambiamenti. E il mio augurio è che anche la crisi pandemica possa portare con sé nuove opportunità. Da un punto di vista economico e strutturale, sarà importante investire le risorse del PNRR per realizzare progetti concreti, capaci di risolvere davvero il problema della mancanza di impianti per i rifiuti nel Mezzogiorno. Perché questo avvenga saranno sempre più necessarie anche le competenze, non solo i fondi: spero che il 2022 porti un’accelerazione anche nel campo della formazione multidisciplinare a tema economia circolare e transizione ecologica.
Ma non possiamo dimenticare come, fra le sfide che abbiamo davanti, ci sia anche quella del clima: in quest’ottica, anche il riciclo deve essere visto sempre più come attore di primo piano della lotta al climate change. Nel 2020, grazie all’attività del sistema CONAI, è stata evitata l’emissione di CO2 pari a quella generata da quasi 10mila tratte aeree Roma-New York andata e ritorno. È un dato che mi rende ottimista: mi aspetto che il nuovo anno porti una rinnovata sensibilità anche su temi come questo.
Riccardo Piunti, Presidente CONOU – Consorzio Nazionale Oli Usati
I segnali emersi dalla nuova edizione del Circularity Gap Report non sono confortanti: il tasso di circolarità diminuisce, passando dal 9,1% del 2018 all’8,6% del 2021, mentre aumenta il prelievo di materia dal pianeta, superando i 101 miliardi di tonnellate e puntando a 180 miliardi al 2050.
Questi dati ci fanno capire che l’attenzione alle rinnovabili e alla mobilità elettrica è sì importante, ma se vogliamo invertire la rotta è prioritario considerarci tutti come abitanti di una sorta di navicella spaziale (per citare il Boulding degli anni ‘60) dove le risorse sono limitate e la sopravvivenza dipende da un modello in cui il riuso dei rifiuti è centrale.
L’Italia è un caso positivo in questo senso e il CONOU, che ricicla e rigenera pressoché al 100% l’olio minerale usato con una particolare attenzione alla qualità, è in compagnia di molte realtà virtuose.
La scommessa della circolarità si potrà vincere se i governi impareranno dalla lezione di Boulding e seguiranno i principi di modernizzazione e digitalizzazione, puntando sul controllo dei flussi dei singoli rifiuti per garantire la priorità alla rigenerazione, come fa anche CONOU. Le prospettive saranno ancora più positive se sapremo coinvolgere i cittadini con la giusta informazione e comunicazione; una sfida che il Consorzio gioca ogni giorno, con strumenti e mezzi continuamente innovati.
Camilla Colucci, Co-founder e CEO di Circularity
Le ingenti risorse del PNNR dedicate alla transizione ecologica, una tassonomia univoca dei criteri ESG in fase di definizione, data anche la forte attenzione globale agli investimenti sostenibili, e la costruzione di strumenti sempre più puntuali di misurazione dell'impatto ambientale stanno guidando le imprese verso un reale cambio di paradigma.
Inoltre, con il Pacchetto Economia Circolare, l’Italia ha recepito a fine 2020 il cosiddetto “Regime di responsabilità estesa del produttore” (EPR) che implicherà una serie di misure volte ad assicurare che i produttori di prodotti abbiano la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione delle fasi del ciclo di vita in cui il prodotto diventa un rifiuto.
È evidente che oggi l’interesse primario si sia spostato sulla promozione di uno sviluppo sostenibile, e le azioni intraprese sembrano finalmente avere il potere di accelerare la transizione verso la circolarità, unendo industria, tecnologia e istituzioni per aumentare la trasparenza della catena di approvvigionamento e promuovere la misurazione e l'estensione del ciclo di vita dei materiali.
Francesco Castellano – Founder e Presidente di Tondo
Tondo, in quanto organizzazione che opera sul territorio nazionale e internazionale per la promozione, lo sviluppo e l’applicazione dei principi di economia circolare in veri ambiti, crede che una delle spinte più importanti a livello politico, sociale, economico e ambientale sarà data dall’applicazione del programma europeo Next Generation EU e a livello italiano dal PNRR. In particolare quest’anno, ci sarà sicuramente molta attenzione all’ambiente inteso come luogo di partecipazione, di crescita e ricchezza per la comunità, alle tecnologie destinate alla creazione di porti e aree portuali, città e materiali circolari, alla generazione di nuove fonti di energia pulita e all’indipendenza energetica e alla costante innovazione nella rivalutazione degli scarti intesi come risorse. A questo si affiancheranno in modo più consistente i metodi di misurazione della circolarità in quanto essenziali per supportarne il miglioramento a livello nazionale, regionale, settoriale ed aziendale.
Marco Battaglia – AD di Sfridoo
Dal Circularity Gap Report emerge chiaramente come solo l’8,6% dell’economia globale stia abbracciando la circolarità, mentre più del 90% delle risorse estratte diventa rifiuto.
Il PNRR, con una dotazione di 1,5 miliardi per l’economia circolare - in particolare sull’ammodernamento di impianti esistenti - aspetta di scorgere un Piano nazionale di gestione dei rifiuti che porti il Paese verso una più completa consapevolezza delle strategie nazionali.
Non solo. Strumenti come CAM, GPP, Obiettivi ONU, Green Deal europeo detteranno un’agenda propulsiva che porterà le aziende ad essere vero driver di cambiamento e transizione.
Particolare focus sarà dato a quelle imprese che sosterranno, attraverso l’analisi dati, la creazione di sistemi di produzione “sottili” e circolari. Con lo sguardo rivolto verso il riutilizzo e il riciclo delle risorse a disposizione.
Da qui, ci attende la conseguente nascita e il consolidamento di network e cluster di imprese che, tramite azioni concrete di simbiosi industriale, concorreranno ad obiettivi comuni di sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Immagine: Octavian Rosca (Unsplash)