I sistemi di deposito cauzionale o Deposit Return Systems – DRS sono da molti esperti indicati come una soluzione necessaria per tagliare la produzione di rifiuti da packaging monouso, soprattutto nel settore cibo e bevande. Il meccanismo è semplice: si incoraggia il consumatore a riportare la bottiglia o il contenitore vuoti chiedendogli una piccola somma di denaro, che verrà restituita appunto alla riconsegna del packaging. Una soluzione in cui guadagnano tutti, eppure non così semplice da applicare. Ecco dove, nel mondo, sta funzionando.
I sistemi di deposito cauzionale dal 1970 ad oggi
Nel 1970 nella Colombia Britannica, in Canada, è stato introdotto il primo sistema al mondo di deposito cauzionale obbligatorio per legge per i contenitori monouso di bevande. Al momento dell’acquisto di una bottiglia o lattina, il consumatore paga una cauzione che gli viene resa integralmente quando riporta il contenitore vuoto presso un punto di raccolta. Dopo 50 anni, i Deposit Return Systems (detti anche Deposit Refund schemes, DRS) sono presenti in 46 giurisdizioni, incluse diverse province canadesi, stati australiani, 10 stati federali negli Stati Uniti, 10 paesi europei, Israele e alcuni stati dei Caraibi e includono contenitori monouso in plastica, vetro, metallo. Altri 15 paesi hanno annunciato l’intenzione di introdurli nelle loro giurisdizioni entro il 2023.
Secondo il rapporto Global Deposit Book pubblicato a dicembre 2020 dal think tank di Bruxelles Reloop Platform, quando i DRS saranno attivi anche in questi paesi, circa mezzo miliardo di persone nei paesi più sviluppati del mondo avrà accesso al sistema di deposito con cauzione per contenitori per bevande in plastica, vetro o metallo.
Europa: il primato della Lituania e il ritardo dell’Italia
In Europa, il primo sistema di deposito cauzionale è stato introdotto in Svezia nel 1984, mentre il sistema adottato dalla Lituania nel 2016, è considerato uno dei migliori al mondo, avendo consentito di recuperare il 70% dei contenitori di bevande nel primo anno di attività e il 90% nel secondo. Oltre ai 10 paesi dove il sistema di deposito cauzionale è già attivo, in 12 paesi sono già state votate delle leggi per introdurre il deposito nel 2022 o 2023, e in 9 paesi sono in corso discussioni per decidere quale tipo di sistema di deposito adottare e come organizzarlo. Solo la Repubblica Ceca, la Bulgaria e l’Italia non hanno ancora cominciato una discussione riguardo all’introduzione dei sistemi di deposito nel loro territorio.
Più caro è il deposito, maggiore il tasso di ritorno
Confrontando i vari sistemi di deposito attivi, il Global Deposit Book indica che più caro è il deposito, maggiore sono i tassi di raccolta: con un deposito di meno di 7 centesimi di dollaro americano per contenitore il tasso medio di ritorno è del 68%, che sale all’81% con deposito tra 7 e 9, 9 centesimi di dollaro, e all’88% con deposito minimo tra 10 e 15 centesimi di dollaro. In Europa ci sono alcuni dei programmi più virtuosi al mondo, con 94% di tasso di ritorno con un deposito di 15 centesimi di dollaro americano o più.
Il sistema di raccolta dei contenitori usati è un altro fattore decisivo per il successo dei sistemi DRS. In Europa quasi tutti i sistemi di raccolta sono sistemi con ritorno al venditore (return-to-retail). In questo modello i venditori di bevande sono legalmente responsabili per il recupero dei contenitori vuoti, che saranno poi inviati a riciclo o riutilizzati. Il sistema alternativo è quello del return- to-depot, più diffuso negli Stati Uniti e in Canada e presente in Europa solo in Islanda, che prevede che i contenitori vuoti siano portati dai consumatori presso un centro di raccolta.
L’analisi di Reloop Platform mostra che il tasso medio di raccolta per il sistema return-to-retail è dell’89%, mentre quello del sistema return-to-depot dell’81%. Secondo gli autori, il sistema con ritorno al venditore funziona meglio perché più comodo per i consumatori e più vantaggioso per i venditori. Questi ultimi vedono un incremento delle visite dei consumatori presso il loro il punto vendita al momento della restituzione dei contenitori, ricevono una commissione di gestione dei contenitori vuoti restituiti (handling fee), e inoltre la partecipazione al sistema di deposito li aiuta a costruire una migliore immagine aziendale.
Tutti gli attori del sistema di deposito cauzionale
Oltre alla differenza tra il modello return-to-retail e return-to-depot, i sistemi di deposito possono differire per molti altri aspetti organizzativi, tra cui anche i costi sostenuti dai vari attori del sistema e il coinvolgimento o meno delle municipalità nella gestione del sistema stesso, come indicato nel rapporto Extended Producer Responsibility for Packaging and Paper Products pubblicato nel marzo 2020 dal Product Stewardship Institute.
Secondo Reloop Platform il modello che funziona meglio è quello di un sistema di deposito amministrato centralmente con ritorno al venditore, dove l’operatore (o amministratore) del sistema è un’organizzazione senza scopo di lucro composta da vari stakeholders. Questo amministratore è responsabile della gestione del deposito e non ci sono costi per le municipalità.
In questo modello ci sono quattro attori principali: il consumatore, il venditore, il produttore di bevande, e l’operatore di sistema. Ci sono inoltre quattro flussi di denaro principali: il flusso del deposito, che passa di mano in mano tra i vari attori e che è sempre rimborsabile integralmente; il contributo EPR pagato dal produttore all’operatore di sistema, che poi lo versa al venditore come commissione di gestione dei contenitori vuoti; il denaro ricavato dalla vendita delle materie raccolte che l’operatore di sistema vende sul mercato e che usa sostenere i costi di amministrazione; i depositi non riscattati, che sono disponibili quando il consumatore non riporta indietro i vuoti e che sono utilizzati dall’operatore di sistema per azioni di sensibilizzazione (l’operatore del sistema può conoscere il numero dei depositi non restituiti, anche senza conoscere il numero dei contenitori venduti, grazie al codice a barre presente sui contenitori e che contiene informazioni sulla marca, il volume della bottiglia, la composizione del materiale e il valore del deposito).
Il recupero automatico dei vuoti: le Reverse Vending Machine
I consumatori riportano i vuoti al venditore, che può raccoglierli manualmente alla cassa, oppure può installare delle macchine per il recupero automatico dei vuoti (Reverse Vending Machines, RVM). Le RVM consentono di automatizzare la raccolta e la suddivisione degli imballaggi secondo i materiali di cui sono composti. Alcune di esse possono anche compattare il materiale per fargli occupare meno spazio. TOMRA, fondata in un piccolo paese della Norvegia nel 1972, è leader mondiale delle RVM, essendo presente con 82mila macchine per il recupero automatico dei vuoti in 50mila negozi di 40 paesi. “Le nostre macchine sono presenti in tutti i paesi con i risultati migliori in termini di raccolta” spiega a Materia Rinnovabile Filippo Montalbetti, vice presidente dell’ufficio rapporti governativi di TOMRA in Europa Centrale.
Una reverse vending machine di TOMRA
“TOMRA è presente in Europa, Usa, Canada e Australia, ma non siamo presenti in paesi in sviluppo o in transizione - spiega Montalbetti - Al fine di raggiungere un sistema di deposito efficiente, è fondamentale che ci sia una una legge che impone il deposito, degli obiettivi di raccolta precisi, e delle sanzioni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi”. I sistemi incentivanti – aggiunge - come i buoni sconto o i buoni spesa funzionano solo nel breve periodo, ma non consentono di costruire un business plan sul lungo periodo.
TOMRA, quindi, guarda con interesse ai paesi che implementano una legge che impone il deposito. In quel caso i distributori di bevande, cioè i supermercati, comprano la tecnologia per le RVM. TOMRA propone vari tipi di macchine, che variano nelle dimensioni, nella capacità di separare materiali diversi, e nella possibilità di compattarli o meno. Secondo le dimensioni del negozio e il tipo di attività svolta, il venditore può scegliere se acquistare le RVM, oppure prenderle a noleggio e in quel caso TOMRA trattiene una piccola somma per ogni imballaggio raccolto. Montalbetti spiega che con la tecnologia attuale è possibile raccogliere tutti i tipi di materiali, anche il tetrapak per il quale oggi non esiste in Europa nessun paese che ne obblighi il ritiro per legge tramite un sistema di deposito. Le RVM possono rendere il deposito al consumatore che riporta i vuoti anche in maniera digitale, un’opzione utile per limitare i contatti durante la pandemia COVID-19.
Servono sistemi di deposito cauzionale non solo per le bevande
Un’analisi della Corte dei Conti Europea indica che l’introduzione, obbligatoria per legge, di depositi cauzionali per contenitori di bevande in PET in ogni paese europeo potrebbe essere uno strumento indispensabile per raggiungere gli obiettivi minimi di raccolta (77% al 2025 e 90% entro il 2029) previsti dalla direttiva sulle plastiche monouso (SUP).
Secondo l’associazione Zero Waste Europe, i sistemi di deposito cauzionale obbligatori per legge dovrebbero essere applicati a tutti i tipi di materiali (plastica, vetro, alluminio, etc.) e non limitarsi ai contenitori per bevande, ma includere anche le tazze per il caffè e i contenitori per il cibo.
Nel maggio 2020 la Corea del Sud ha introdotto un sistema di deposito per tazze da caffè e contenitori per cibo da asporto. Secondo quanto riportato in un articolo del Korea Herald, il deposito cauzionale dovrebbe entrare in vigore nel 2022, e per il ministero dell’ambiente coreano la nuova legge aiuterà anche a ridurre le emissioni di CO2 del 66%, rappresentando dunque un contributo importante alla mitigazione al cambiamento climatico. Sempre quanto riportato da Korea Herald, il piano dovrebbe corrispondere a 36 milioni di dollari l’anno, e gli inconvenienti per i consumatori sarebbero ridotti perché il ministero parlerà con produttori e distributori per far sì che le tazze possano essere riconsegnate in tutto il paese.
Buon senso: quando il riuso dei contenitori funziona senza leggi
In India non esiste una legge sul deposito cauzionale, ma esiste il Dabbawala: un sistema di consegna e restituzione di pranzi da asporto che offre pranzi caldi da case e ristoranti alle persone che lavorano. Il Dabbawala è diffuso soprattutto a Mumbai, dove ogni giorno più 200mila pasti da asporto sono serviti nei tipici portavivande di acciaio o alluminio detti tiffin boxes o dabba che sono poi raccolti, lavati e riconsegnati alla sera alle case e ristoranti che li riutilizzano il giorno seguente. Secondo uno studio della Harvard University l’organizzazione Dabbawala raggiunge prestazioni di servizio molto elevate con un sistema operativo a basso costo e molto semplice. Un sistema che funziona così bene che anche FedEx, una delle principali società di logistica internazionale, sarebbe andata a Mumbai per studiare il sistema Dabbawala.
Ma il Dabbawala funziona perché i dabba non sono fatti di materiali di scarso valore progettati come usa-e-getta. I dabba sono concepiti con buonsenso, nell’ottica dell’economia circolare.