Alcuni giorni fa il presidente dell’Associazione EBS (energia da biomasse solide), Andrea Bigai, con i presidenti di AIEL (Associazione italiana energie agroforestali) e FIPER (Federazione di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili), ha scritto una lettera a MASE, MASAF e, per conoscenza, al GSE per chiedere la convocazione di un tavolo tecnico operativo in merito alla nuova certificazione di sostenibilità delle filiere della biomassa solida per valorizzazione energetica.
“A valle delle interlocuzioni avvenute nei mesi scorsi tra i diversi soggetti e dell’avvio delle attività sul campo, con le altre associazioni riteniamo necessario un riallineamento con le istituzioni − spiega Bigai − confrontandoci collegialmente per definire una roadmap condivisa che stabilisca, a beneficio di tutti, passaggi rilevanti e set documentali, ruoli, pianificazione del monitoraggio dello stato di applicazione, e così via, traguardando gli obiettivi e le scadenze fissate.”
Tra gli interlocutori dovrebbero essere coinvolti anche gli enti di certificazione, secondo il presidente di Associazione EBS, per stabilire un modello di riferimento per la certificazione. “Tutti i soggetti della filiera sono al momento preoccupati di una eventuale incompleta compliance rispetto alla normativa vigente, con ciò che questo potrebbe comportare per la continuità dell’attività delle proprie aziende e centrali”, aggiunge Bigai.
La sostenibilità potrà essere dimostrata anche mediante autodichiarazione del produttore accompagnata dalla documentazione comprovante la tracciabilità e la rintracciabilità della biomassa e dalla documentazione connessa a quanto previsto dal TUFF, il testo unico in materia di foreste e filiere forestali. “Le attività in via di organizzazione sono numerose e sono in capo a diversi operatori della filiera che lavoreranno in sequenza”, spiega Bigai. “Un compito complesso, dunque, per il quale il periodo di nove mesi indicato dalla normativa appare decisamente sfidante per mettere a regime una procedura nuova e molto articolata.”
La lettera si conclude sottolineando il ruolo di “avanguardia” dell'Italia rispetto ai procedimenti di autorizzazione al prelievo della biomassa e quelli di verifica della sua provenienza. Il nostro paese, infatti, a prescindere dalla direttiva RED II e dal suo recepimento, aveva già regolamentato questa materia rispetto ad altri paesi europei. Si evidenzia così l’opportunità che il governo italiano valorizzi l’esperienza interna presso la Commissione europea attuata secondo le indicazioni della Strategia forestale nazionale.
Immagine di copertina: Envato