Nascerà tra Soave, in Veneto, e Cremona, ad opera della Midac Batteries, il primo impianto italiano per la produzione di batterie al litio. Tre sono i progetti dell’azienda veneta finanziati dalla Commissione europea nell’ambito del secondo Importante Progetto di Interesse Comune Europeo (IPCEI) sulle batterie di nuova generazione. Fulcro dei progetti è la gestione del fine vita del prodotto.
Nonostante la pandemia COVID19 in corso, l’industria delle batterie agli ioni di litio continua ad investire e a creare posti di lavoro. Le batterie al litio stanno diventando sempre più interessanti dal punto di vista economico, gestionale e ambientale. Favorendo la transizione dai combustibili fossili verso un'energia più pulita, la filiera degli accumulatori al litio risponde pienamente all’ambizioso obiettivo europeo del Green Deal, che mira alla neutralità climatica nel 2050.
La European Battery Innovation
Per sostenere il settore delle batterie, ritenuto ad oggi strategico, a fine gennaio 2021, la Commissione Europea ha approvato lo stanziamento di 2,9 miliardi di euro di finanziamenti pubblici da dodici Stati membri a sostegno di un secondo progetto paneuropeo di ricerca e innovazione che interessa l’intera catena del valore delle batterie. Il progetto, denominato European Battery Innovation, è stato elaborato e notificato congiuntamente da Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia.
Nei prossimi anni i dodici Stati membri erogheranno finanziamenti fino a 2,9 miliardi di euro, che dovrebbero a loro volta sbloccare 9 miliardi di euro di investimenti privati, vale a dire oltre tre volte l'ammontare del sostegno pubblico. Questo progetto integra il primo IPCEI incentrato sulla catena del valore delle batterie, approvato dalla Commissione nel dicembre 2019. L'approvazione di questo progetto si inserisce nel quadro di un più ampio impegno della Commissione a sostenere lo sviluppo di un'industria europea delle batterie innovativa e sostenibile. Nel 2017 la Commissione europea ha, non a caso, varato la European Battery Alliance e, l'anno successivo, ha adottato il piano d'azione strategico per le batterie.
Al progetto contribuiranno direttamente 42 partecipanti, tra cui piccole e medie imprese (PMI) e start-up attive in uno o più Stati membri. I partecipanti lavoreranno a stretto contatto gli uni con gli altri – le collaborazioni previste sono quasi 300 – e con oltre 150 partner esterni, tra cui università, organizzazioni di ricerca e PMI di tutta Europa. Il progetto dovrebbe concludersi entro il 2028, ma per ognuno dei sotto progetti è previsto un calendario specifico. Sono dodici le aziende italiane partecipanti al progetto tra le quali figurano Fluorsid, Green Energy Storage, Italmatch Chemicals, Midac, Solvay, FCA, Enel X, FIAMM, Engitec.
Produrre batterie al litio dal riciclo di quelle usate
In particolare, la Midac Batteries, impegnata nello sviluppo di una nuova filiera di produzione, gestione e smaltimento delle batterie agli ioni di litio, ha ottenuto il via libera per lo sviluppo di tre progetti innovativi che permetteranno all’azienda veneta di realizzare il primo impianto di produzione batterie al litio integrato in Italia, per un investimento complessivo di 104 milioni di euro. L’obiettivo - in piena ottica di economia circolare – è quello di essere in grado di produrre le proprie batterie al litio tramite il riutilizzo delle materie prime derivanti dal riciclo di quelle esauste.
L’impianto, che sorgerà tra Soave, in provincia di Verona, e Cremona, nascerà sulla scorta dei progetti innovativi, proposti dall’azienda fondata da Santo Mastrotto e guidata da Filippo Girardi, presidente e AD, che riguardano la produzione, riutilizzo e gestione sostenibile del fine vita delle batterie al litio.
Nello specifico, il primo progetto riguarda il processo di selezione e recupero delle batterie a fine vita, che consente di inviare quelle non riutilizzabili ad un impianto di riciclo con una capacità pari a 30mila ton/anno e di utilizzare quelle ancora funzionanti in applicazioni less demanding. In tal modo le batterie, funzionanti o meno, avranno una seconda vita, riducendo l’impatto ambientale e aumentando le percentuali dei materiali recuperati dal 60% a oltre il 90%. Le attività di riciclo e riuso saranno sviluppate in collaborazione con alcune aziende partner, tra le quali Enel X.
Tecnologie digitali e batterie
Il secondo progetto punta, invece, allo sviluppo di un nuovo impianto di produzione delle celle basato su tecnologie di terza e quarta generazione, che consentono ricariche più rapide ed autonomia e sicurezza maggiori. Le nuove celle saranno poi destinate al nuovo reparto di assemblaggio batterie di Soave e a quello di Cremona da utilizzare in applicazioni automotive, Material Handling e di reserve power.
Infine, il terzo progetto è connesso allo sviluppo dell’elettronica di gestione delle batterie, che, grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, consentirà di allungare la vita di queste ultime. Le batterie saranno dotate anche di sistemi IoT (Internet of Things) per facilitarne l’uso da parte dei clienti finali.
Un contributo allo sviluppo delle filiera del litio in Europa
Il piano di realizzazione del nuovo impianto, della durata complessiva di 7 anni, rappresenta una preziosa occasione per Midac in primis, ma anche per l’intero comparto italiano ed europeo, per guadagnare un vantaggio competitivo nel settore della tecnologia di accumulo agli ioni di litio, e per sviluppare, anche in Europa, l’intera filiera tecnologica che ruota attorno ad una innovazione così strategica.
“Siamo entusiasti ed orgogliosi di poter fornire, anche grazie a questo progetto, il nostro contributo per lo sviluppo della filiera tecnologica del litio in Europa – sottolinea l’amministratore delegato di Midac Filippo Girardi – e di poter continuare a perseguire i nostri obiettivi di innovazione e sostenibilità ambientale nel comparto delle batterie. Ringraziamo il Ministero dello Sviluppo Economico per averci supportato in tutte le fasi del progetto e la Commissione europea per l’opportunità di crescita che ha offerto alla nostra società con l’approvazione del nostro progetto, avendolo ritenuto degno e utile allo sviluppo dell’intera comunità europea”.