La rivoluzione delle auto elettriche dovrà passare necessariamente dalle batterie: da una loro produzione più sostenibile e soprattutto da un loro utilizzo più circolare. È quindi una buona notizia per il settore della mobilità elettrica l’apertura della prima fabbrica Volkswagen per il riciclo delle batterie usate. L’impianto è stato inaugurato a Salzgitter, nella Germania del sud, e si pone l’obiettivo di riciclare il 90% dei materiali di ogni batteria prodotta dal Gruppo, recuperando così materie prime critiche come litio, nickel, manganese e cobalto.
Processo circolare in casa Volkswagen
"L’obiettivo è creare il nostro processo circolare in cui più del 90% di ciascuna delle batterie da noi prodotte possa essere riciclato", dichiara Thomas Tiedje, responsabile della pianificazione tecnica presso Volkswagen Component. "Non vogliamo esternalizzare nessuna parte del processo, ma preferiamo formare i nostri dipendenti in vista del futuro".
Aspetto particolarmente interessante del processo è che l’economia circolare delle batterie non si limiterà al mero recupero delle materie prime, ma si sposterà più a monte cercando di allungare per quanto possibile la vita utile dei dispositivi. “Verranno avviate al riciclaggio solo le batterie che non possono più essere utilizzate in altro modo”, si legge sul sito del Gruppo Volkswagen. Le componenti di ogni batteria verranno infatti controllate per capire se il sistema di accumulo possa ancora essere utilizzato per altri scopi, ad esempio come power bank di ricarica mobile.
Una ricerca lunga dodici anni
La ricerca del Gruppo Volkswagen in materia di riciclo delle batterie è iniziata in realtà già 12 anni fa, per iniziativa di una ricercatrice che lavorava per l’azienda, Stella Konietzko. In collaborazione con l’Università Tecnica (TU) di Braunschweig è stato dunque sviluppato, fra il 2009 e il 2011, un processo per il riciclo delle batterie a ioni di litio, il LithoRec process. Sono passati dieci anni in cui, come dichiara il Gruppo sul suo blog, implementare il processo non sarebbe stato economicamente né ecologicamente sostenibile perché “non c’erano abbastanza batterie riciclabili in circolazione”. Ora però è il momento giusto, considerando anche le recenti preoccupazioni della Commissione Europea rispetto al futuro approvvigionamento di materie prime critiche, nella cui lista aggiornata a fine 2020 compare per la prima volta il litio.
Come funziona il riciclo delle batterie
La rivoluzione del processo LithoRec è in pratica il passaggio dal riciclo in altoforno a un processo meccanico. Fino ad oggi le batterie usate venivano infatti riciclate per lo più attraverso un processo pirometallurgico ad altissime temperature, che consentiva l’estrazione dei metalli ma non di mantenere le componenti della batteria intatte. Con il processo meccanico, invece, si possono recuperare il rivestimento in alluminio, il cavo in rame e la plastica per reimmetterli direttamente nel ciclo produttivo. Una volta “salvate” queste parti, il modulo batteria viene quindi schiacciato, trasformato in granulato e poi in una polvere nera sempre più fine da cui un’industria chimica partner di Volkswagen si occuperà di estrarre, utilizzando acqua e solventi, componenti preziose come grafite, litio, nickel, manganese e cobalto. Tutte materie prime di qualità comparabile a quelle vergini e che saranno riutilizzate per la produzione di nuovi catodi per batterie.
La corsa all’economia circolare delle auto elettriche
Con questo sistema, Volkswagen mira dunque a creare un circuito chiuso, per ridurre la domanda di nuove materie prime da parte del Gruppo e per tagliare l’impronta di CO2 delle batterie "Producendo i nostri catodi esclusivamente da materiale riciclato – conclude Thomas Tiedje – potremo risparmiare più di una tonnellata di CO2 per veicolo".
Ora la scommessa sarà passare da un impianto “dimostrativo” a un processo adatto alla produzione di massa. La cosa buona è che Volkswagen non è sola: negli Stati Uniti l’ex chief technology officer di Tesla, JD Straubel, ha da poco fondato la sua compagnia, Redwood Materials, che si occupa di recuperare materiali preziosi dalle batterie delle auto elettriche. La corsa all’economia circolare per la mobilità elettrica è cominciata.