La Commissione europea ha proposto di aggiornare la legislazione su pile e batterie presentando la prima delle iniziative per il nuovo piano d'azione verso un’economia circolare.
Un primo importante passo normativo arriva da una proposta legislativa della Commissione europea, che se approvata, renderà le batterie durevoli, riparabili e riciclabili secondo alcuni stringenti parametri. Dal trasporto allo stoccaggio di energia, la via da seguire per ridurre l'impatto ambientale passa dal regolamento sull’uso delle batterie che non viene aggiornato dalla direttiva europea del 2006.
L’iniziativa è parte del piano Sustainable and Smart Mobility Strategy che i funzionari UE a breve pubblicheranno con l’obiettivo di ridurre le emissioni in Europa del 90% entro il 2050. Un progetto che richiede ingenti investimenti come quello di un miliardo di euro stanziato dalla Banca europea.
I nuovi requisiti delle batterie
La Commissione ha proposto requisiti obbligatori per tutte le pile e batterie (portatili, industriali, per autoveicoli e veicoli elettrici) immesse sul mercato europeo. Nel paper ci sono restrizioni sull’uso di sostanze pericolose (mercurio e cadmio), il contenuto minimo di materiali riciclati, l'impronta di carbonio, l'efficienza, la durabilità, l'etichettatura, nonché il rispetto degli obiettivi di raccolta e riciclaggio, attualmente solo al 45 % ma che dovrebbe salire al 65 % nel 2025 e al 70 % nel 2030.
Materie prime
Per realizzare gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo e implementare la transizione energetica è fondamentale poter contare su pile e batterie che siano più sostenibili in tutto il loro ciclo di vita. “È una proposta legislativa senza precedenti – commenta Piotr Barczak, responsabile delle politiche per l'economia circolare dell’EEB – European Environmental Bureau. Le batterie più efficienti e durevoli possono aiutare a mitigare l'impatto ambientale dell'attività mineraria. Alcune materie prime critiche quali cobalto, litio, nichel e piombo scarseggiano e la quantità di batterie che abbiamo oggi, anche se riciclate, non sono sufficienti per coprire la crescente domanda della mobilità elettrica” (l’Europa avrebbe bisogno di 18 volte di litio in più entro nel 2030).
I punti da migliorare
Quelle che prima erano solo linee guide previste dall’OECD, ora saranno obbligatorie. Questo significa che i produttori di batterie dovranno giustificare e spiegare come e da dove acquistano le materie prime precedentemente citate. “Garantire un approvvigionamento sostenibile lungo la catena produttiva sarà fondamentale per creare un circolo virtuoso – continua Piotr Barczak – ma ci sono punti da migliorare e da introdurre come per esempio il target fissato per il riciclo: il potenziamento degli obblighi di raccolta differenziata con un obiettivo di raccolta del 70 % entro il 2030 per le pile portatili non è abbastanza. Oppure il report, che le industrie dovrebbero pubblicare sul materiale riciclato già utilizzato dovrebbe essere reso obbligatorio”. L'UE è ai primi posti per il riciclaggio di pile portatili e batterie al piombo-acido per autoveicoli, ma c'è ancora molto da fare per quanto riguarda le batterie agli ioni di litio usate nelle auto elettriche, nei sistemi di stoccaggio dell'energia e nelle attività industriali. Solo il 10 % del litio contenuto in queste batterie è riciclato.
Dati e passaporti
“Prima acquisiamo dati utili, prima la Commissione europea rivedrà i target, alzandoli ulteriormente”, conclude Barczak. Lo sa anche la Commissione europea, che nel regolamento proposto ha introdotto un sistema di scambio elettronico comune che registrerà e fornirà al pubblico informazioni su tutti i modelli immessi sul mercato UE. Questo sistema sarà collegato, tramite un codice QR, a passaporti digitali individuali e consentirà ai produttori di sviluppare prodotti sostenibili. Dalla vecchia e mai aggiornata direttiva europea sulle pile del 2006 di passi in avanti, con questo regolamento, se ne farebbero molti. Data l’urgente necessità di implementare un’economia circolare efficiente occorre, ora più che mai, aggiornare il quadro legislativo.