La transizione verso il nuovo digitale terrestre obbligherà milioni di italiani a cambiare televisori o acquistare un decoder, ma la stima su gli eventuali rifiuti Raee rimane ancora incerta. Intanto, il Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto slittare la data del passaggio - dal 1° settembre al 15 ottobre 2021 - verso il sistema Dvb-T2 (evoluzione del Dvb, Digital Video Broadcasting) che attiverà l’alta definizione in 8K e permetterà di trasmettere un segnale più pulito consentendo di coprire una distanza maggiore tra antenna e ricevitore.

Bonus rottamazione e aumento di rifiuti elettronici

La transizione al nuovo digitale terrestre produrrà una certa mole di rifiuti Raee da raccogliere e da smaltire. Per fare chiarezza sulle stime, Materia Rinnovabile ha chiesto un parere a Giorgio Arienti, General Manager di Erion, il multi-consorzio per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici. “Per ora - spiega Arienti - non si sa ancora con certezza quanti consumatori cambieranno il televisore o attaccheranno semplicemente un nuovo decoder. Questo dipenderà anche dalla cifra stanziata per il bonus rottamazione.”
A partire dal 23 agosto il consumatore può usufruire senza limiti Isee del bonus rottamazione. Si può arrivare ad un massimo di 100 euro rottamando apparecchi tv acquistati prima del 22 dicembre 2018 che non risultano più idonei ai nuovi standard tecnologici di trasmissione televisiva. Al momento il MISE ha messo a disposizione 250 milioni di euro. “Con questa cifra solo 2,5 milioni di consumatori possono accedere al bonus - precisa Arienti - Per ora l’unica stima realistica, secondo i dati elaborati dalla fondazione ‘Ugo Bordoni’, prevede una cifra tra i 9 e 10 milioni di apparecchi televisivi nell’arco di 16 mesi. Ipotizzando un peso medio dell’apparecchiatura di 15 Kg, in 12 mesi equivalgono a 110mila tonnellate di rifiuti, non milioni”. Una quantità di rifiuti che Arienti reputa gestibile, se consideriamo che l’anno scorso ne sono state smaltite 60mila dal sistema RAEE. “È un bel passaggio ma stiamo parlando di un +60%, non di un triplo salto mortale. Non ci vedo grandi criticità perché il sistema Raee - di cui Erion fa parte - è un sistema ben oliato. Non farà altro che aumentare la frequenza dei ritiri dai centri di raccolta privati e dalle isole ecologiche”.

Dal tubo catodico al Led, tutti i televisori da smaltire

Ci sono due tipi di televisori che i centri di raccolta gestiscono: quelli a tubo catodico e quelli Led. Esistono ancora tanti televisori a tubo catodico che presentano alcune difficoltà nello smaltimento. Sono pesanti, si rompono facilmente, richiedono cautela nella movimentazione e necessitano di un trattamento attento per via delle polveri fluorescenti presenti al loro interno. “Il processo è consolidato – aggiunge Arienti – pensavamo tutti che non ce ne fossero più in giro, ma continuano ad arrivarne”. La tipologia Led è invece moderna, facilmente smontabile. Se riutilizzare componenti interni di vecchi apparecchi è quasi impossibile per via della velocità nell’evoluzione tecnologica del prodotto, alcuni esperimenti di upcycling, invece, sono in corso per i prodotti resi dal consumatore in caso di danni da trasporto o malfunzionamenti.

Tutti i gap del sistema RAEE in Italia

Il Centro di coordinamento Raee, che garantisce su tutto il territorio nazionale una corretta gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, ha appena pubblicato il Rapporto gestione Raee 2020 da cui emerge che gli impianti italiani lo scorso anno hanno avviato a trattamento 478.817 tonnellate di rifiuti elettrici, in crescita del 3,20% sul 2019. Nonostante questo aumento, il tasso di raccolta sull’immesso continua a calare (al 36,8% rispetto al 39,53% del 2019), allontanandosi dagli obiettivi europei (65%). “Oggi non c’è una capillare diffusione di impianti di trattamento Raee – sottolinea Giorgio Arienti - perché gli imprenditori che vogliono investire in questi centri si scontrano con il fatto che il flusso di Raee da gestire è fortemente instabile”. In Italia il flusso di questi rifiuti è molto basso perché i soggetti che fanno la raccolta (enti locali, negozianti) non sono obbligati dalla legge a darli ai consorzi. “Possono venderli al miglior offerente, basta che abbia un’autorizzazione, ottenuta spesso in modo poco trasparente, per la gestione Raee. In un momento in cui il valore delle materie prime secondo è molto alto – spiega Arienti - questi operatori poco affidabili intercettano questi rifiuti solamente per logiche di profitto senza smaltirli correttamente. Il mercato nero rischia di provocare grossi danni all’ambiente visto che smontando questi apparecchi si liberano sostanze nocive.” Il centro di coordinamento Raee ha chiesto al governo un supporto per ampliare e ammodernare i Centri di Raccolta che per ora sono finanziati e gestiti solo da privati: “Il PNRR può essere una svolta per la filiera dei Raee – aggiunge Arienti -. Abbiamo suggerito al Ministero della Transizione Ecologica alcune idee con l’obiettivo di avere impianti più qualificati e diffusi”.