Per ridurre i rifiuti, il primo passo è ridurre alla radice l’utilizzo di packaging superfluo e confezioni monouso (e non si parla solo di plastica). Tra i sistemi più efficaci c’è sicuramente la cosiddetta “spesa alla spina”. È questa la strada che ha scelto la Francia, dove il presidente Macron ha annunciato un’imminente rivoluzione per i supermercati: un quinto dei loro scaffali dovranno essere dedicati a prodotti sfusi o venduti alla spina.
Spesa alla spina per il 20% dei prodotti: così si elimina il packaging
Se la misura venisse effettivamente approvata, la Francia sarebbe tra i primi Paesi a rendere la questione materia di legge.
Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2017 la Francia ha prodotto 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, di cui 2,1 milioni costituiti da imballaggi. La decisione di Macron di chiedere l’obbligo legale di vendita alla spina arriva sull’onda delle pressioni esercitate dalla francese “Convenzione dei cittadini per il clima”, che si batte, tra le altre cose, perché il 50% dei prodotti dei supermercati sia venduto senza imballaggio entro il 2030. Attualmente, spiega il Times in un approfondimento sulla questione, solo l’1% della merce è venduta sfusa, mentre Macron vorrebbe portare la percentuale almeno al 20%.
Una rivoluzione osteggiata
Ovviamente il nuovo provvedimento non sta incontrando il favore dei rivenditori della grande distribuzione, che temono possa generare confusione e mancanza di controllo sugli acquirenti. Anche i produttori, soprattutto del settore cosmetici, sono sulle difensive: "Non possiamo vendere creme per il viso come se fossero lenticchie", ha dichiarato Patrick O'Quin, presidente della Federazione delle Società di Bellezza, interpellato dal Times. La preoccupazione è in realtà soprattutto per il marketing dei prodotti, la cui efficacia si basa in gran parte sulla confezione e sulla visibilità del marchio. Senza packaging, gli uffici marketing saranno costretti a rivedere radicalmente le loro strategie.
Tuttavia, nonostante critiche e preoccupazioni, in Europa esistono già molti negozi che vendono prodotti sfusi e catene di supermercati che hanno introdotto punti di ricarica alla spina per vari alimenti, dalla pasta ai legumi, dal caffè ai cereali, senza riscontrare problemi né caos. I cambiamenti richiedono degli sforzi, è vero. Ma se si considera che solo la domanda di plastica in Europa sfiora i 50 milioni di tonnellate all’anno e il 40% finisce in packaging monouso, uno sforzo in più pare dovuto.
Per approfondire, leggi l’inchiesta “No packaging stores, progettare a rifiuti zero”, pubblicata su Materia Rinnovabile #33