Nel marzo 2022, la Commissione europea ha pubblicato alcune proposte per estendere il campo di applicazione dei regolamenti sulla progettazione ecocompatibile a tutti i prodotti fisici presenti sul mercato dell'UE. Le nuove norme – con tutta probabilità - toccheranno aspetti ambientali come l’efficienza energetica, l’impronta carbonica e idrica, ma anche requisiti di sostenibilità dei materiali, di durata, riparabilità e riciclabilità, nonché standard di informazione e trasparenza attraverso l’introduzione del passaporto digitale dei prodotti (DPP).
Novità, tuttavia, che secondo la valutazione d’impatto della stessa Commissione si tradurranno in nuovi costi per le imprese, che potrebbero essere presto traslati sui consumatori sotto forma di un aumento dei prezzi di acquisto dei prodotti. Ma quali saranno in concreto le conseguenze e, soprattutto, i vantaggi? Ce lo dice un rapporto firmato European Environmental Bureau e Cambridge Econometrics, che hanno elaborato quattro casi studio specifici riguardanti prodotti tessili (magliette), elettrodomestici da cucina esclusi dagli attuali requisiti di ecodesign (microonde e bollitori), materiali da costruzione (cemento) e mobili (scrivanie e sedie).
Cosa prevederà il nuovo regolamento per l’ecodesign dei prodotti sostenibili (ESPR)?
Sono quattro i principali obiettivi della proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili (Ecodesign for Sustainable Products Regulation, ESPR): ridurre gli impatti ambientali negativi del ciclo di vita dei prodotti, incrementarne la sostenibilità, consentire un migliore accesso alle informazioni lungo le catene di fornitura e incentivare beni e modelli commerciali più sostenibili per migliorare la conservazione del valore.
Traguardi che l’Esecutivo UE vuole raggiungere attraverso l’estensione dell’ambito di applicazione della legislazione sull’ecodesign a tutti i prodotti fisici (ad oggi la Direttiva quadro 2009/125/CE è limitata ai prodotti connessi all’energia), rendendo obbligatori – a seconda dei diversi gruppi merceologici, che necessiteranno di specifici regolamenti - requisiti di sostenibilità come durata minima del prodotto, riciclabilità, riparabilità, contenuto di materiale riciclato.
La proposta - oltre all’introduzione di sistemi di incentivi, linee guida per sostenere i modelli di business circolari, un hub informativo a livello europeo, nonché il divieto di distruzione dei beni invenduti e requisiti di trasparenza - prevede anche la creazione di un passaporto digitale del prodotto per la registrazione, il trattamento e la condivisione elettronici delle informazioni relative ai prodotti tra le imprese della catena di fornitura, le autorità che sorvegliano il mercato e i consumatori. In questo modo – probabilmente attraverso lo sviluppo di classi di prestazioni di sostenibilità - si dovrebbe aumentare la trasparenza, sia per le imprese della catena di fornitura che per il pubblico in generale, e incrementare l'efficienza in termini di trasferimento delle informazioni.
Ecodesign per prodotti sostenibili: i dati dell’European Environmental Bureau
I nuovi requisiti di ecodesign potrebbero tradursi in costi aggiuntivi per i consumatori che, tuttavia, secondo la ricerca condotta dall’associazione no-profit European Environmental Bureau, saranno probabilmente compensati dai benefici combinati derivanti dalla sostituzione meno frequente dei prodotti, dall’efficienza energetica – nel 2021 le attuali misure derivanti dalla Direttiva 2009/125/CE hanno fatto risparmiare ai consumatori dell'UE 120 miliardi di euro di spesa energetica - e dalla riduzione dell’impatto ambientale. Inoltre, le misure avranno ricadute positive sull’attività economica dei servizi di riparazione e manutenzione dei prodotti, anche in termini occupazionali.
Le stime UE per l'estensione dell'ambito di applicazione delle norme sulla progettazione ecocompatibile indicano un potenziale di risparmio di emissioni di gas serra di almeno 117 Mt CO2eq all'anno. Dai quattro casi studio elaborati dagli analisti dell’European Environmental Bureau , la produzione più ecologica di magliette di cotone potrebbe contribuire da sola a quasi il 3% di questo potenziale, la diffusione di microonde e bollitori ad alta efficienza energetica ad un altro 4% e le innovazioni nella produzione di cemento per almeno il 6%.
Quali vantaggi per prodotti tessili, piccoli elettrodomestici, cemento e arredo?
I dati indicano che ogni anno nell'UE vengono venduti circa 3,3 miliardi di t-shirt e top, la maggior parte dei quali sono prodotti al di fuori dell'UE. La progettazione ecocompatibile potrebbe intervenire mirando direttamente a quelle fibre che rappresentano la quota più importante di mercato, come cotone e poliestere. Obbligando una riduzione del 30% delle emissioni prodotte da queste fibre primarie – attraverso un maggiore utilizzo di materiali riciclati, dalla coltivazione di cotone biologico e dall'uso di fonti di energia rinnovabili - si risparmierebbero circa 6,7 Mt di CO2eq all'anno a livello globale.
Invece, qualora i futuri requisiti portassero a una maggiore durata di bollitori elettrici e microonde – sono 25 milioni e 15 milioni, rispettivamente, quelli venduti ogni anno in UE - un solo anno in più di aspettativa di vita dei prodotti potrebbe far risparmiare ai consumatori circa 450 milioni di euro annui, sia grazie ad una sostituzione meno frequente sia al risparmio di emissioni di gas serra (oltre 0,5 Mt di CO2eq), dovuto ai minori volumi immessi sul mercato.
L’ecodesign avrebbe impatti positivi sulla produzione di materiali da costruzione come il cemento, che in Europa rappresenta il 3% delle emissioni annuali di gas serra. Due le misure che potrebbero far risparmiare rispettivamente 1,7 Mt e 7Mt di CO2eq: dismettere i meno efficienti forni a umido installando nuovi forni a secco e sostituire il 50% dei combustibili fossili attualmente utilizzati nella produzione di clinker con combustibili più ecologici. Infine, per l’arredo, si potrebbe intervenire riducendo lo smaltimento dei mobili nuovi ma invenduti. Eliminando questa sovrapproduzione si potrebbero risparmiare 23.000 tonnellate di CO2eq all'anno nella sola UE. Le amministrazioni pubbliche potrebbero fare da apripista richiedendo standard minimi di sostenibilità, misura che avrebbe impatti positivi anche in termini di bilancio stimati tra i 60 e i 100 milioni di euro all’anno.
Image: Serge van Neck (Unsplash)