Si torna in piazza per il clima. Venerdì 9 ottobre, con epicentro a Roma e manifestazioni sparse in varie città, le cellule italiane di Extinction Rebellion e Fridays For Future marciano in nome della lotta alla crisi climatica e per “inchiodare le persone al potere alle proprie responsabilità”.
“Nonostante la pandemia ci abbia mostrato i danni dell’attuale sistema economico e il potenziale devastante della crisi climatica, le persone al potere continuano a ignorarla o negarla”, scrivono i ragazzi di Fridays For Future Italia. Ma ora “diano priorità alla sopravvivenza dell’umanità piuttosto che all’avidità di pochi”. E aggiungono: “Le misure per la ripartenza sono l’occasione irripetibile per avviare la riconversione ecologica, risolvendo i problemi sociali del nostro paese”.
Incatenati ai cancelli di ENI
Per il gruppo di Extinction Rebellion, in particolare, la manifestazione del 9 ottobre arriva a conclusione di una settimana di proteste e azioni di disobbedienza civile rigorosamente non violenta, come tengono a sottolineare gli organizzatori.
A partire dal 5 ottobre, in piazza San Silvestro a Roma, gli attivisti di XR hanno infatti dato vita a una serie di performance e sit-in, arrivando infine a incatenarsi, giovedì 8 ottobre, alle cancellate del palazzo dell’Eni, responsabile, secondo il comunicato, di greenwashing e di “alimentare il collasso climatico ed ecologico”. I manifestanti hanno dunque inviato una lettera al MISE e hanno richiesto un incontro con il Ministro Patuanelli per “discutere di azioni concrete e misure necessarie per contrastare la più grande crisi che l’umanità abbia mai affrontato”. Tra le richieste, quella – perentoria di “porre fine agli incentivi che lo Stato concede a tutte le aziende che traggono profitto dalle attività estrattive”.
Le richieste di Extinction Rebellion
Le motivazioni che hanno condotto alla settimana di agitazioni di Roma sono le stesse che il gruppo fondato dai britannici Roger Hallam e Gail Bradbrook va ripetendo da due anni, con l’aggiunta di una preoccupazione crescente per il tempo perduto.
“XR si rivolge al governo che, con la sua inazione rispetto alla crisi ecologica e climatica, ha infranto il contratto sociale, mancando di proteggere la vita e il futuro dei propri cittadini e cittadine”, si legge nel comunicato stampa. E ancora: “Siamo preoccupati per il collasso climatico e ambientale, ci ribelliamo all’inazione del governo italiano, e chiediamo di agire ora, con norme che mettano immediatamente fine alla distruzione degli ecosistemi marini e terrestri. La scienza ci dice che la distruzione degli ecosistemi è direttamente legata anche all’emergere di nuove epidemie zoonotiche. I governi mondiali hanno ignorato gli avvertimenti degli scienziati sul prepararsi ad affrontare possibili pandemie, e decine di migliaia di persone sono morte per questo. In questa corsa alla ripresa economica post pandemica, però, le grandi aziende inquinanti ed ecocide sono state inondate di denaro statale per sostenere la “ripresa”, e con essa le emissioni e le distruzioni che ci stanno portando al collasso climatico ed ecologico”.
Le richieste al governo italiano si riassumono nelle tre parole d’ordine di Extinction Rebellion: “verità, ovvero che sia dichiarato lo stato di emergenza climatica e ecologica; azione immediata, per raggiungere lo zero netto di gas serra entro il 2025 e fermare la distruzione degli ecosistemi marini e terrestri e la perdita di biodiversità; assemblee di cittadini, per deliberare, sulla base delle migliori evidenze scientifiche, le strategie e i percorsi da attuare per trasformare la società”.