Tre anni, sette filiere industriali, sette poli universitari, 24 partner pubblici e privati e 110 milioni di euro di finanziamenti dal PNRR. Sono i numeri del progetto Nodes, presentato il 31 marzo a Torino.
Acronimo di Nord-Ovest Digitale e Sostenibile, il progetto coinvolge una cordata di atenei di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia con l’obiettivo di creare sette filiere di ricerca e innovazione industriale negli ambiti legati alla vocazione imprenditoriale del territorio. Si va dall’aerospazio alla mobilità sostenibile, dalle tecnologie green per l’industria alla digitalizzazione della montagna, dal settore turistico e culturale a quello sanitario, per finire con industria agricola e alimentare.
Nodes sarà un’occasione d’oro per stringere legami di collaborazione e scambio di buone pratiche, ma soprattutto per rispondere a una delle più grandi sfide della doppia transizione ecologica e digitale: quella del trasferimento tecnologico delle innovazioni dalla ricerca all’industria.
Sette filiere per sette università
Il progetto Nodes è uno degli 11 Ecosistemi dell’Innovazione individuati dal Ministero dell’Università e Ricerca per supportare lo sviluppo sostenibile dei territori nell’ottica della doppia transizione digitale ed ecologica. I 110 milioni di euro di finanziamento totale porteranno ricadute prevalentemente su Piemonte, Valle d’Aosta e tre province lombarde (Como, Varese e Pavia); di questi, però, 15 milioni saranno riservati a bandi a cascata e attività di ricerca anche nelle regioni del Sud Italia.
A gestire e monitorare attività e risultati sarà la società Nodes Scarl, appositamente costituita da tutte le università pubbliche del Nord-Ovest: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell'Insubria, Università degli Studi di Pavia e Università della Valle D'Aosta. A queste si aggiunge l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che insieme alle altre sei coordinerà le aree di ricerca denominate Spoke.
Lo Spoke 1, coordinato dal Politecnico di Torino, si focalizza su due settori con una forte tradizione nel territorio piemontese: l’aerospazio e la mobilità. In particolare la ricerca sarà orientata sulle tecnologie per i piccoli satelliti e sull’utilizzo di idrogeno verde per la mobilità sostenibile.
Per lo Spoke 2, a cui fa da capofila l’Università degli Studi di Torino, il focus sono invece le tecnologie verdi per l’industria: chimica verde, energie rinnovabili, bioeconomia, materiali sostenibili e transizione circolare.
Di industria del turismo e cultura si occupa lo Spoke 3, coordinato dall’Uninsubria, mentre alla transizione digitale della montagna, e alla gestione efficiente e resiliente di risorse idriche ed energia nelle aree remote, non poteva che dedicarsi l’Università della Valle d’Aosta, capofila dello Spoke 4.
L’Università del Piemonte Orientale è invece l’ente capofila dello Spoke 5, incentrato sull’innovazione sostenibile per il comparto della salute in un’ottica di One Planet, One Health, e della cosiddetta Silver Economy, ovvero i servizi e i prodotti per la fascia più anziana della popolazione.
Infine, gli Spoke 6 e 7 sono dedicati all’agroindustria. Per quella primaria, i progetti coordinati dall’Università di Pavia si concentreranno sull’integrazione delle filiere di foraggi, bestiame e biogas e sul settore viti-vinicolo. Per l’agroindustria secondaria, ovvero la trasformazione alimentare, l’Unisg di Pollenzo ha l’obiettivo di innovare il sistema agroalimentare del Nord-Ovest introducendo approcci smart e circolari.
Sinergie, sistema e trasferimento tecnologico: gli obiettivi di Nodes
Se il campo di intervento di Nodes è assai ampio, non sono da meno gli ambiziosi obiettivi da realizzare nei tre anni di percorso.
Valorizzare la ricerca e l’open innovation, potenziare il trasferimento tecnologico alle imprese, dare una spinta alla nascita di nuove startup nelle filiere individuate, avviare percorsi di formazione per il sempre più necessario up-skilling e re-skilling dei professionisti sono i target comuni a tutte e sette le aree di intervento, che si vogliono concretizzare con un occhio soprattutto al mondo delle piccole e medie imprese. Per poi, naturalmente, mettere tutto a sistema, coinvolgendo anche la pubblica amministrazione locale e la società civile, così che l’impulso non si esaurisca con la fine del progetto ma diventi parte del tessuto produttivo del territorio.
Come ha spiegato la direttrice generale di Nodes, Chiara Ferroni, i bandi potranno infatti “innescare un effetto leva in grado di ampliare il raggio d’azione del PNRR, generando nuove opportunità di finanziamento e moltiplicando gli investimenti”.
Sarà fondamentale, infine, la creazione e il rafforzamento di sinergie fra settori che, troppo spesso, sono abituati a viaggiare su binari separati. “Grazie al grande lavoro in fase di presentazione della proposta – ha sottolineato il presidente di Nodes e Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco - siamo riusciti a farci assegnare un finanziamento molto ingente, che ci permetterà di realizzare iniziative che avranno una ricaduta importante sulla società promuovendo e rafforzando la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali”.
Le diverse aree Spoke saranno presentate con eventi dedicati nelle prossime settimane. Per informazioni su date delle presentazioni e pubblicazione dei bandi, consultare il sito www.ecs-nodes.eu
Immagine: Campus Luigi Einaudi, Università di Torino (ph UniTo)