Riciclare maxi pneumatici dandoli in pasto a MT-Rex. No, non si tratta di un nuovo Jurassic Park in versione “circolare”, ma di un imponente robot che grazie alle sue mandibole da Tyrannosaurus rex è in grado di sminuzzare i giganteschi copertoni dei camion da miniera. Il macchinario, lanciato nel 2018 da Salvadori (azienda leader nel riciclo di gomme di grandi veicoli), rende gli pneumatici riciclabili, evitando che finiscano abbandonati nelle discariche a cielo aperto o sepolti nei pressi delle miniere.
Il ciclo di vita dei copertoni dei camion
“Al mondo ci sono circa 6000 miniere dove operano migliaia di scavatori – spiega Andrea Pitto, direttore di Salvadori – Su un campione di 1300 miniere avevamo calcolato una presenza di 38.000 camion con 6 gomme ciascuno e, contando che in media gli pneumatici durano solo pochi mesi, ogni anno se ne devono smaltire ingenti quantità”. Se si considera che in una miniera possono lavorare fino a 300 camion contemporaneamente, ogni 10-12 mesi se ne potrebbero smaltire circa 1800, pari a un peso di 9000 tonnellate.
È importante sottolineare che il ciclo vita di un copertone tra i 45 e 63 pollici varia a seconda del servizio che svolge, e può durare dai 3 ai 10 mesi. “Una volta che queste gomme diventano rifiuti – continua Pitto – è purtroppo ancora pratica comune smaltirle tramite sepoltura o discarica causando grossi problemi ambientali e uno spreco immenso di materiale”. Ora però, anche grazie all’adozione di leggi sulla responsabilità estesa del produttore, quei Paesi ricchi di risorse minerarie come Cile, Perù e Australia sembrano voler gestire questi rifiuti in modo più responsabile e sostenibile.
Come funziona MT-Rex
MT-REX è stato il primo robot al mondo progettato e realizzato per trattare i mega-pneumatici direttamente sul posto, in modo tale da renderne più facile e vantaggioso il trasporto verso gli impianti di riciclo. Il suo funzionamento è interamente programmabile e prevede alcune fasi: una volta che la gomma viene trasportata in una specie di culla meccanica che la aggancia e le permette di stare in piedi, un mandrino la inforca orientandola in posizione orizzontale. A questo punto delle grandi cesoie iniziano a tagliarla in un numero di spicchi che può essere programmato a seconda della grandezza dello pneumatico e delle esigenze del cliente. Questi spicchi finiscono su un nastro trasportatore che li farà arrivare sui camion diretti verso gli impianti di riciclo.
Acquisita dal gruppo americano TRC (Technical Rubber Company) nel 2016, Salvadori vende il macchinario a grandi marchi come Michelin e Bridgestone, a quei Paesi minerari che hanno ricevuto la concessione per lo sfruttamento di depositi oppure alle società che forniscono servizi di riciclo alle miniere stesse. “In questo ultimo anno abbiamo avuto come mercato di riferimento soprattutto l'Australia – aggiunge Andrea Pitto – dove a inizio giungo installeremo un impianto MT-Rexcompleto. Al contrario del Cile, dove esiste da poco un EPR sul riciclo degli pneumatici, l'Australia non ha una vera e propria legge che impone il riciclo, ma recentemente è stato vietato l’export in Paesi come India e Indonesia dove una volta i copertoni venivano bruciati per produrre oli combustibili”.
Riciclo e rattoppo degli pneumatici
Una volta realizzata la riduzione volumetrica dei mega-pneumatici, si procede alla triturazione degli spicchi, attraverso cui è possibile ottenere separatamente i tre materiali che li compongono: acciaio, destinato alle fonderie, materiale tessile (in parte recuperabile) e granulo di gomma, che può essere anche colorato. “ I nostri macchinari sono in grado di convertire questi granuli da pochi millimetri in prodotti stampati – dice Pitto – Possono essere usati per materiali e oggetti per l’arredo urbano, come morbide pavimentazioni di parchi gioco che attutiscono l’impatto in caso di cadute, per i vari tappetini in gomma delle palestre, oppure come isolanti acustici e materiali per l’edilizia”.
Tuttavia prima di avviare a riciclo queste gomme che possono costare anche 70.000 dollari, le aziende minerarie tentano di capire se c’è margine per riparazioni e rattoppi. Ecco perché Salvadori, ispirata da una filosofia delle 4 R su misura (Riparazione, Riutilizzo, Riprogrammazione e Riciclo), conta anche un dipartimento dedicato, nel quale progetta attrezzi e tecniche di riparazione per pneumatici. Secondo Andrea Pitto, il comparto dei rappezzi, nonostante sia ancora di nicchia, può giocare un ruolo importante in ottica circolare. Sebbene si tratti di procedimenti ancora molto complessi, dove è essenziale il know how umano, è un mercato che promette bene.
Immagine: MT-Rex, Salvadori