Continua a far parlare di sé la criptocurrency Worldcoin, la moneta digitale creata da Sam Altman, uno dei fondatori del colosso dell’intelligenza artificiale ChatGPT. Questa settimana il governo kenyota ha lanciato una commissione d’inchiesta per capire gli impatti di questa nuova valuta, dopo aver bloccato la registrazione degli utenti che avveniva attraverso un sistema di scannerizzazione della retina, l’Orb.
In Germania il Bayerisches Landesamt für Datenschutzaufsicht, l’ufficio statale bavarese per il controllo della tutela dei dati, ha concluso che sussistono numerosi rischi legati alla gestione dei dati da parte di Tools for Humanity, la società che ha lanciato Worldcoin, con sede a Erlangen, in Bavaria. Intanto però aumentano le persone che si registrano per avere un pezzo di futuro nel proprio cellulare, scaricando la app e accedendo con gli Orb.
Registrarsi a Worldcoin con Orb
Worldcoin infatti non è una crypto qualunque, anzi forse non è nemmeno moneta basata su blockchain ma una sorta di nuovo passaporto di cittadinanza globale e un possibile meccanismo di reddito universale. Per registrarsi e ottenere token serve scaricare la app Worldcoin e autenticarsi scannerizzando la propria retina in uno dei 1.500 Orb, ovvero delle sfere che fungono da scanner oculari, oggi disponibili in molti paesi, da Hong Kong al Brasile alla Corea del Sud, passando per Spagna, Germania, Francia e Singapore (in Italia al momento non ci sono Orb disponibili).
Chi si registra e autentica riceve gratis fino 25 monete (dal valore attuale di circa 30 euro) e un ID digitale unica legata alla propria retina, che in futuro potrà essere usata con l’avanzare delle AI come sistema di distinzione e che funge come primo tentativo di creare una identità sovra e post nazionale, un sogno di molti teorici delle utopie digitali.
The Orb. Photo credit: Worldcoin website
Cos’è Worldcoin e a cosa serve
L’idea di Altman dietro Worldcoin è complessa: dato che i progressi dell’intelligenza artificiale rendono sempre più difficile la distinzione tra contenuti testuali e grafici umani e artificiali, Tools for Humanity si propone di risolvere questo dilemma introducendo una sorta di passaporto digitale, basato su ciò che chiama “prova di personalità”, lavorando allo stesso tempo su una proposta sociale, ovvero di creare un sistema finanziario sociale universale.
Scrivono i fondatori Alex Blania e Sam Altman: “L’obiettivo è creare una rete finanziaria e di identità digitale di proprietà di tutti, che possa aumentare significativamente le opportunità economiche, fornire una soluzione affidabile per distinguere gli esseri umani dall’IA online preservando la privacy, consentire processi democratici globali e infine mostrare un potenziale percorso verso un reddito universale finanziato dall’IA”.
Critiche e rischi
Dopo un periodo di beta test, dal 24 luglio la valuta è operativa, e numerosi “adepti” dell’idea stanno lavorando per raccogliere sostenitori in vari paesi. In città come Nairobi o Hong Kong migliaia di persone hanno fatto file di ore per essere scansionati e ottenere la registrazione, con l’obiettivo principale di raccogliere Worldcoin gratis. Con buona pace delle crescenti preoccupazioni sulla privacy emerse nelle ultime settimane.
Il primo ad attaccare Worldcoin è stato il fondatore della cypto Ethereum, Vitalik Buterin, secondo il quale le scansioni dell’iride da parte della piattaforma potrebbero raccogliere più informazioni di quelle che la società lascia intendere, o che qualcuno potrebbe potenzialmente scansionare l’iride di qualcun altro per sapere se ha un World ID.
La compagnia ha ribadito che la privacy è una delle sue principali preoccupazioni e che nessun dato personale “viene divulgato per impostazione predefinita, consentendo a ciascun titolare di decidere quali (se presenti) dati personali condividere con terze parti quando si utilizza World ID”.
Niente di diverso, apparentemente, da quanto viene raccolto da un iPhone con riconoscimento facciale o qualsiasi app social come Instagram o TikTok, che possono raccogliere dati per profilazioni marketing di alto livello. Inoltre i dati di scannerizzazione vengono immediatamente trasformati nel numero di registro blockchain, Iriscode, alla base della World ID.
Meno discussa è stata invece la proposta di offrire monete di Worldcoin in quei paesi dove il reddito universale (UBI, Universal Basic Income) potrebbe essere una svolta senza precedenti (o un grande rischio di stabilità politica). Alla base c’è un meccanismo di redistribuzione delle monete Worldcoin attraverso l’assegnazione di grant certificate che possono essere erogati a qualsiasi essere umano (dotato di WorldApp). Per chi si è registrato il 24 luglio sono stati rilasciati due certificati da 10 e 3 Worldcoin.
The Orb, the inside. Photo credit: Worldcoin website
Chi finanzia il reddito universale di Worldcoin?
A finanziare l’UBI non sarebbe direttamente il protocollo Worldcoin, ma una fonte di finanziamento separata, come una quota dei profitti generati da servizi di intelligenza artificiale (ad esempio ChatGPT) oppure da altre forme di garanzia o prelievo (una microtassa sulle transazioni monetarie digitali?).
Secondo il Worldcoin Whitepaper esiste tuttavia la possibilità di fissare un tasso di inflazione annuale dell’1,5%, tassando essenzialmente i detentori di token Worldcoin esistenti. Dunque chiunque investe in Worldcoin sosterrebbe, insieme a donatori e detentori di token e insieme al valore generato dalle macchine AI, l’UBI donando un semplice 1,5% del valore patrimoniale. La fondazione collegata a Worldcoin ha promesso di rendere aperti e disponibili protocolli e tecnologie, aprendo a nuove possibilità che saranno esplorate in futuro per creare un “nuovo sistema economico mondiale”.
Worldcoin, non solo una moneta ma una rete finanziaria
In Kenya, dove la registrazione con gli Orb è stata bloccata a metà agosto e si è aperta una commissione governativa, nei giorni successivi al lancio migliaia di persone hanno fatto la coda per ricevere le “monete gratuite”. L’hype si è subito diffuso tra i più entusiasti. I mall dove sono presenti gli Orb si sono riempiti di giovani studenti ma anche donne con bambini al seguito che sono venute da villaggi remoti con la promessa di una risorsa economica aggiuntiva in un paese dove il salario medio è inferiore ai 200€ al mese. File simili si sono verificate in India e Indonesia.
Worldcoin, oltre che essere una valuta, mira a diventare la più grande rete finanziaria e di identità umana del mondo, dando la proprietà a tutti, indipendentemente dalla provenienza (anche se difficilmente vedremo Orb in Nord Corea), creando la prima identità globale post-nazionale e creando un sistema di tutela dalle intelligenze artificiali. Una promessa molto ambiziosa, forse troppo. Ma almeno sulla carta l’idea è una delle più interessanti e potenzialmente rivoluzionarie. A patto che non si trasformi in un incubo.
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