Un quarto di secolo e non sentirlo. Con l’edizione 2022 CinemAmbiente, il primo e più importante festival italiano di film a tematica ambientale di cui quest’anno Materia Rinnovabile è mediapartner, spegne 25 candeline. E, dopo le due edizioni autunnali ridotte del 2020 e 2021, torna a Torino nella sua veste e nelle sue date (quasi) tradizionali, dal 5 al 12 giugno.
87 pellicole, tra lungo e cortometraggi, provenienti da 25 Paesi sfileranno sotto la Mole Antonelliana insieme a incontri, mostre ed eventi, per un’edizione che si annuncia non solo ricchissima ma anche seguitissima. Ospiti speciali: Vandana Shiva e i Marlene Kuntz, che apriranno il festival il 5 giugno con un concerto dedicato alla Giornata Mondiale dell’Ambiente.
25 anni di film sull’ambiente
Forse un giorno ci faranno un film sull’avventura di CinemAmbiente, sempre che qualcuno riesca a vincere la ritrosia del direttore e fondatore Gaetano Capizzi in fatto di celebrazioni.
Nato nel 1998, quando il “cinema ambientale” era ben lontano dall’essere un “genere” e si identificava perlopiù con qualche documentario scientifico o reportage sull’ultimo eco-disastro, il festival torinese ha tenuto duro ed è cresciuto negli anni diventando un riferimento internazionale per gli eventi del settore: primo in Italia, e anche apripista a livello mondiale.
Ma se il quarto di secolo raggiunto sarebbe una buona occasione per bilanci e celebrazioni, il senso di urgenza che sempre accompagna chi si occupa di crisi ambientale non lascia tempo per l’autoreferenzialità. E Capizzi sbriga la pratica del bilancio con poche parole che riguardano soprattutto il modo in cui è cambiata la percezione e la diffusione delle tematiche ambientali. “Oggi non sono diverse solo le emergenze del Pianeta – spiega - Anche il cinema ambientale è molto cambiato. Ha affinato le sue qualità espressive, il suo linguaggio, la sua capacità di trasmettere contenuti anche complessi a una platea sempre più vasta. In questo senso, il cinema ambientale di oggi si può considerare a buon diritto un modello di quella comunicazione scientifica efficace tanto invocata e dibattuta durante la pandemia”.
Non solo è migliore la qualità artistica e comunicativa, ma anche la capacità di raggiungere il grande pubblico, molto più attento oggi, rispetto a 25 anni fa, ai problemi dell’ambiente. Ma se ormai rassegne green nascono ovunque e persino i grandi festival come Cannes e Venezia hanno istituito sezioni dedicate, CinemAmbiente risponde alla “concorrenza” rimanendo fedele a se stesso e continuando per la sua strada. “La vocazione alla ricerca, la selezione di film rigorosamente documentati, la scelta dei temi più attuali o di quelli che diventeranno dirompenti domani sono stati una costante che il pubblico ritroverà anche nel programma di quest’anno”, assicura Capizzi.
"Tout commence" di Frédéric Choffat
For a Green Era: tutti i film del Festival
Il motto scelto per la 25esima edizione è “For a Green Era”. Un auspicio, spiegano gli organizzatori, che ai tempi di guerra oppone la “speranza di un futuro in cui sulla distruzione prevalga la cura della Terra”.
Quella stessa “cura” predicata da Vandana Shiva, la famosissima attivista indiana ospite speciale del Festival, che prenderà parte a due Ecoeventi: il dibattito “La terra contro la guerra” (9 giugno) e il panel “Donne e crisi climatica” (10 giugno).
Quanto al cuore del Festival - i film - quest’anno si torna all’impianto tradizionale con due concorsi internazionali, per documentari e cortometraggi, e due sezioni non competitive, la vetrina italiana Made in Italy e un Panorama di grandi pellicole da tutto il mondo.
Sono 9 i titoli nel concorso principale, che offrono come sempre un quadro vasto ed eterogeneo delle urgenze ambientali di questi anni: dal clima, ovviamente, alla tutela della biodiversità, dagli equilibri delicati degli ecosistemi allo sfruttamento delle risorse naturali ed umane, fino ai meccanismi finanziari ed economici che reggono l’ormai insostenibile modello di società in cui viviamo. Da A Thousand Fires, un viaggio in Myanmar alla scoperta dei pozzi di petrolio scavati a mano, a Ressources, sulla spietata (per uomini e bestie) industria della carne del Quebec; dal poetico Geographies of Solitude, sull’esperienza quasi mistica di una biologa canadese, a Pleistocene Park, che ripercorre il visionario progetto di un geofisico russo; da Tout commence, che racconta le speranze e le delusioni della generazione Greta, a Carbon:The Unauthorised Biography, la storia paradossale del più incompreso degli elementi, fino allo spettacolare River, un viaggio immersivo nei fiumi del mondo: tutti imperdibili.
Ma in particolare sono due i titoli per cui noi di Materia Rinnovabile, per affinità elettiva, non possiamo che fare il tifo: Hot Money di Susan Kucera e Going Circular di Richard Dale e Nigel Walk. Il primo, diretto dalla bravissima Kucera (già apprezzata al Festival per Living the Future’s Past), ha un inatteso protagonista nell'ex comandante supremo delle forze alleate in Europa della NATO Wesley Clark, il quale, seguendo la vocazione ambientalista del figlio, si presta come guida in un sorprendente viaggio nella finanza globale, sempre più connessa ed esposta ai montanti effetti del cambiamento climatico.
Quanto a Going Circular, ça va sans dire: uscito a fine 2021, è uno dei primi documentari che si rivolge al grande pubblico con l’intento di spiegare il potenziale rivoluzionario dell’economia circolare. E lo fa partendo dai cicli della natura e dalla voce di uno dei padri dell’ambientalismo, il 102enne James Lovelock, inventore della teoria di Gaia.
Le sezioni Cortometraggi, Made in Italy e Panorama sono troppo ricche per poterne dar conto qui. Ci limitiamo a segnalare, in Panorama, il film Solutions, reportage esclusivo di un incontro che ha visto per dieci giorni scienziati e specialisti di fama internazionale riuniti nel deserto del New Mexico per discutere dei problemi più urgenti del Pianeta.
Tutti i film e gli eventi sono gratuiti ed è possibile prenotare sul sito festivalcinemambiente.it.
A partire dal giorno successivo alla proiezione in sala, i film saranno anche visibili online tramite il sito del Festival fino al 21 giugno, sulla piattaforma OpenDDB, che avrà una capienza di 500 accessi per ciascun titolo.
Il programma completo è consultabile qui.
Immagine dal film "River" di Jennifer Peedom e Joseph Nizeti