Il pianeta si scalda, il ciclo dell’acqua si altera e la finanza è sempre più attenta a quanto – e in che modo − sono zuppi i propri portafogli. A fine giugno, un gruppo di 276 investitori globali, con un valore complessivo di 21.000 miliardi di dollari e composto principalmente da banche e assicurazioni, ha fatto una richiesta importante. Rispetto all'anno scorso hanno chiesto a oltre il doppio delle grandi imprese di divulgare per la prima volta pubblicamente i dati relativi ai propri rischi idrici attraverso la Non-Disclosure Campaign di CDP.

CDP, precedentemente noto come Carbon Disclosure Project, è un'organizzazione no-profit che gestisce un sistema di divulgazione globale per investitori, aziende, città, stati e regioni di gestione del proprio impatto ambientale. I dati raccolti attraverso i questionari CDP su emissioni di gas serra, uso delle risorse idriche, impatti legati alla deforestazione e supply chain vengono utilizzati da investitori istituzionali e decisori politici per guidare strategie di sostenibilità e investimento responsabile.

Rispetto alla sicurezza idrica, le 276 istituzioni finanziarie (tra cui Cathay Financial Holdings, Columbia Threadneedle Investments, Union Investment and Caisse des Dépôts) hanno richiesto specificamente a 1.029 aziende ad alto impatto di comunicare i dati relativi all'impatto e ai rischi legati all'acqua. Tra le società invitate a divulgare i dati sull'impatto idrico figurano grandi nomi del settore tecnologico come Apple, Amazon, Nokia, LG e Roku. Queste aziende spesso hanno una significativa esposizione all'uso dell'acqua a causa dell'elevato consumo nei centri dati e nella produzione di chip.

Anche le compagnie aeree, tra cui Qantas Airways, Ryanair, JetBlue, WizzAir ed EasyJet, sono state invitate a fornire informazioni sui propri impatti idrici. In questo settore, si legge in un comunicato di CDP, le preoccupazioni principali riguardano la contaminazione dovuta alle perdite di carburante dei jet e l'uso estensivo di fluidi antighiaccio, che evidenziano i rischi idrici associati alle operazioni aeronautiche.

“Partecipando alla Campagna di non divulgazione del CDP, Cathay Financial Holdings ottiene informazioni preziose per gestire meglio questi rischi all'interno del nostro portafoglio. Sfruttiamo inoltre i questionari CDP per sollecitare le nostre partecipate a rafforzare le proprie azioni in materia di gestione delle risorse idriche e di trasparenza”, ha detto Sophia Cheng, Chief Investment Officer di Cathay Financial Holdings. La campagna CDP si concentra su un gruppo selezionato di aziende che finora non hanno divulgato i dati ambientali alle istituzioni finanziarie. Questa iniziativa, come evidenziato nel comunicato, "è un modo collaudato per aumentare la disponibilità di dati ambientali", poiché le aziende coinvolte hanno più del doppio delle probabilità di condividere informazioni attraverso CDP. Lo scorso anno, nomi come BMW, Equinix e Hugo Boss hanno iniziato a rivelare i propri impatti sull'acqua.

Perché la finanza si occupa di rischi idrici e impatti sull’acqua

Dall’agricoltura all’energia, dall’industria ai trasporti e all’uso domestico, l'economia globale dipende dall'acqua dolce, essenziale. Al ritmo attuale di consumo, però, secondo le Nazioni Unite entro il 2030 potrebbe verificarsi un deficit globale del 40% nell'approvvigionamento di acqua dolce. Per questo la campagna di Non-Disclosure di CDP è stata lanciata insieme a un nuovo documento, Navigating Troubled Waters: A Briefing for Directors of Financial Institutions. Il briefing evidenzia la necessità per le istituzioni finanziarie di gestire meglio i rischi sistemici legati all'acqua e di includere pienamente le risorse idriche nelle proprie ipotesi di rischio finanziario.

Fino a oggi, infatti, la decarbonizzazione dei portafogli ha dominato la risposta della finanza rispetto al cambiamento climatico. Verrebbe da dire giustamente, poiché le emissioni di carbonio sono la causa principale del riscaldamento globale. Tuttavia, come riportato da CDP l'acqua è il principale rischio finanziario legato alla natura e potrebbe rappresentare il 7-9% del PIL mondiale a rischio. “I rischi idrici derivanti da un'acqua troppo abbondante, troppo scarsa o inquinata danneggiano la natura. Ciò mina la resilienza ai cambiamenti climatici, causando impatti diffusi su biodiversità, ecosistemi, salute umana, sicurezza alimentare, mezzi di sostentamento e infrastrutture”, si legge nel briefing.

CDP spiega che il rischio idrico non è adeguatamente considerato nei mercati finanziari, esponendo il sistema a rischi significativi. Lo stesso disallineamento dei flussi di capitale viene indicato tra le cause dei cambiamenti climatici, insieme alla perdita di biodiversità e alla disuguaglianza sociale. Le analisi di CDP stimano che i rischi aziendali legati all'acqua potrebbero avere un impatto finanziario combinato di 594 miliardi di dollari, con un costo di risposta di 152 miliardi di dollari.

“Per sostenere i consigli di amministrazione in questo importante esercizio di gestione del rischio, il nostro documento illustra come la trasparenza, la responsabilità, l'impegno e la gestione siano meccanismi vitali attraverso i quali le istituzioni finanziarie possono salvaguardare i loro portafogli e ridurre i rischi sistemici legati all'acqua nei mercati finanziari”, ha commentato Claire Elsdon, Global Director Capital Markets di CDP. “L'ampiezza e la complessità della crisi idrica sono vaste, ma, guidati da dati più completi, gli amministratori sono in grado di affrontare la sfida che li attende.”

Il documento delinea quattro importanti meccanismi che gli amministratori devono adottare per affrontare questi rischi, tra cui la piena integrazione delle considerazioni sull'acqua nella strategia aziendale, la valutazione dei rischi e delle opportunità legati all'acqua, la valorizzazione della loro influenza per una gestione sostenibile dell'acqua e la pressione per una divulgazione completa dei dati relativi all'acqua.

 

Immagine: Envato