Carta Canta titola l’evento di presentazione del rapporto di sostenibilità 2021 di Lucart, multinazionale specializzata nella produzione di carta. Un gioco di parole che, attraverso il core business aziendale, corrobora la trasparenza ambientale dell’impresa lucchese. Quale location migliore se non le mura del centro storico di Lucca per festeggiare anche il titolo di Green Hero, progetto lanciato nel 2019 dall’attore Alessandro Gassman che premia le eccellenze italiane nel campo della sostenibilità ambientale.
La sostenibilità della carta Lucart in numeri
Parlando di risultati concreti, nel 2021 il gruppo Lucart ha raggiunto la totale riciclabilità e compostabilità dei propri imballaggi con un recupero generale dei rifiuti dell’80% (contro il 66% del 2020). Progressi anche nella gestione delle risorse idriche ed energetiche: i consumi di acqua sono calati del 23% dal 2013, mentre del 13% quelli specifici all’energia. Dal 2014, infine, si è registrata una riduzione delle emissioni CO2 del 14,9%.
Tra le cose più interessanti del report emerge uno studio LCA (Life Cycle Assessment) che compara il ciclo vita di due carte igieniche Lucart: una realizzata a partire da una fibra di pura cellulosa vergine, l’altra da fibre da carta riciclata. Nel caso della carta igienica riciclata le emissioni sono inferiori del 25%; risparmia il 23% di acqua in più e registra un - 80% alla voce “consumo di risorse rinnovabili”.
I brick di cartone di Lucart diventano pallet e oggetti di design
“Ognuno di noi, con le proprie azioni, può compiere scelte quotidiane per migliore l’ambiente in cui vive – ha detto Massimo Pasquini, amministrato delegato di Lucart Group – Ma per valorizzare gli sforzi del singolo è necessario creare il giusto contesto e attivare sinergie efficaci”. A proposito di sinergie in ottica circolare, ci sono nuovi sviluppi per il progetto Natural. Lucart produce brick di cartone per bevande di tipo Tetra Pak ed è una delle due aziende italiane che si occupa di recuperare i materiali che lo compongono (carta, alluminio e plastica). Proprio nello stabilimento di Borgo Mezzano è stato perfezionato un impianto di granulazione del residuo composto da plastica e alluminio, che ha dato vita alla Newpal SpA, società partecipata da Lucart e CPR System per la produzione di pallet in plastica riciclata.
“La nostra è una cooperativa composta da produttori di ortofrutta, e ci occupiamo di movimentazione, riciclo degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili e dei pallet – ci spiega Monica Artosi, direttore generale CPR System - Il granulo plastico realizzato dagli scarti di polietilene e alluminio verrà trasformato da Newpal in pallet di plastica riciclata. Poi noi di CPR System ci occuperemo del recupero e riutilizzo dei pallet che quindi, anche a fine vita e dopo molteplici utilizzi, non saranno smaltiti in discarica ma reinseriti nel processo industriale”.
Ma il “Grenplast”, il granulo di Lucart, non è destinato solo ai pallet. “Questo granulo ha un’estetica migliore di altre plastiche – spiega il designer Stefano Giovacchini di R3direct -, è più morbida essendo composto da polietilene e permette di creare arredi più comodi. Volevamo dare una risposta al recupero dei brick, dal quale possono nascere oggetti di design attraverso la poco energivora stampa a 3D”.
La filiera della carta e il caro energia: la parola ad Assocarta
La filiera della carta non sta vivendo certo un periodo sereno. La guerra e le difficoltà nel reperire le materie prime hanno creato qualche “tensione”, termine usato dal direttore di Assocarta Massimo Medugno qualche settimana fa in un'intervista a Materia Rinnovabile. “Il periodo di difficoltà è dovuto al caro energia – ha sottolineato Medugno durante l’evento - La dipendenza energetica è sempre stato un problema dato che l’Italia è un Paese trasformatore e quindi si è sempre dovuto arrangiare. Ma il nostro indice di circolarità è uno dei più alti. Con Assocarta abbiamo incrementato di 800mila tonnellate la capacità di riciclo, il nostro è un ecosistema circolare”. Medugno ribadisce la priorità di cercare un’indipendenza energetica. “Potremmo utilizzare biometano, è un’alternativa buona. Abbiamo avviato i lavori per iniziare con il biometano e biogas”. Intanto i costi energetici continuano a tormentare i produttori tanto che le fermate produttive sembrano inevitabili e sono previsti ancora impatti negativi sulla disponibilità di carta, fa sapere in un comunicato Assocarta.
Un’altra criticità dell’industria riguarda l’acqua. “L’industria preleva tanto ma restituisce anche moltissimo – spiega Medugno a Materia Rinnovabile – È vero che qualche azienda ha risentito del periodo di siccità, soprattutto nel Veneto. Ovviamente molto dipende dal tipo di carta che vuoi produrre e riciclare. Una carta a contatto con gli alimenti per esempio richiede un maggiore consumo perché tendi ad avere maggiore attenzione ai cicli.”
Immagine: Alexas Fotos (Unsplash)