Gli appalti verdi in Italia crescono ma non troppo. Secondo i dati del quinto rapporto “I numeri del Green Public Procurement in Italia” dell’Osservatorio Appalti Verdi, un capoluogo su tre dichiara di adottare almeno l’80% dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’acquisizione di beni e nei servizi da parte dei capoluoghi di provincia. Il report fotografa un trend di applicazione dei CAM positivo rispetto all’anno scorso, ma c’è ancora tanto da lavorare sulla formazione del personale e sul monitoraggio. Ancora indietro il settore edilizio e tessile.

Torino sul podio per l’applicazione dei CAM

Nel complesso sono 35 su 89 i Comuni che registrano un tasso di applicazione dei CAM superiore all’80%; 18 quelli che raggiungono il 100%, ovvero più del doppio rispetto allo scorso anno. Tenuto conto di tutti i fattori, secondo il report il capoluogo più performante risulta Torino.
Entrando nello specifico, il 98% delle amministrazioni coinvolte è a conoscenza del Green Public Procurement (GPP), dato in crescita rispetto allo scorso anno. I criteri ambientali più applicati sono quelli relativi all’acquisto di stampanti, di carta in risme e sui servizi di pulizia, quelli meno considerati riguardano invece l’edilizia (37,8%, dato in peggioramento rispetto allo scorso anno), i prodotti tessili (37%), l’acquisto di calzature e accessori in pelle (34,7%). Tra le maggiori criticità che si riscontrano c’è la mancanza di formazione (46%), seguita dalle difficoltà nella stesura dei bandi (41%) e dalla mancanza di imprese (25%) dotate dei requisiti per la partecipazione a bandi che hanno integrato i CAM.
“Il rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi 2022 – commenta Silvano Falocco, direttore generale della Fondazione Ecosistemi – mostra un graduale miglioramento dello stato di attuazione del Gpp nei Comuni ma soprattutto negli enti gestori delle aree protette. Esistono comunque ancora grosse difficoltà da parte dei soggetti interessati nel formare il personale, nel monitoraggio interno e nella stesura degli appalti.”

L’importanza degli appalti verdi per l’economia circolare e i fondi PNRR

La novità introdotta di questo paper è il calcolo di un indicatore complessivo del Green Public Procurement che tiene conto di più elementi: da un lato, l’adozione dei CAM, dall’altro fattori come il monitoraggio interno, la formazione del personale, il rispetto della parità di genere e il livello di diffusione di conoscenza del GPP negli enti presi in considerazione. Un lavoro che ora è possibile consultare nel dettaglio attraverso una piattaforma ad hoc.
Criteri Ambientali Minimi e GPP sono strumenti strategici nello sviluppo dell’economia circolare e delle rinnovabili, e più in generale nella realizzazione di una effettiva transizione ecologica nel nostro Paese – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Nonostante una normativa assolutamente all’avanguardia in tal senso, l’Italia sconta ancora un importante ritardo nella loro piena implementazione”.
L’Osservatorio Appalti Verdi è nato cinque anni fa proprio con l’obiettivo di monitorare la loro adozione negli enti pubblici. “Nel nostro rapporto abbiamo rilevato un graduale miglioramento nelle performance, anche se ancora troppo lento e inadeguato, e anche nel 2021 assistiamo a una crescita dei CAM applicati”, ha commentato Zampetti.
Oggi gli acquisti verdi e i CAM sono prerequisiti essenziali per
concorrere ai bandi del PNRR. Un ulteriore incentivo è arrivato con l’introduzione del Dnsh (Do no significant harm), principio in base al quale gli interventi previsti dal PNRR non dovranno arrecare un danno significativo all’ambiente.

Immagine: Ciprian Boiciuc (Unsplash)