Gli italiani sono al primo posto in Europa per il consumo d’acqua in bottiglia, eppure l’Italia è il primo tra i grandi Paesi europei per qualità dell’acqua di rubinetto. Lo scriveva nel 2023 l’Osservatorio della Community Valore Acqua del think tank The European House - Ambrosetti chiamandolo paradosso della scarsa sicurezza dell’acqua del rubinetto. “Quando si parla di acqua, l’Italia si classifica prima in Europa per il consumo di acqua in bottiglia e seconda al mondo dopo il Messico, con una media di 248 litri l'anno pro capite”, commenta oggi Lorenzo Sarvello, amministratore delegato di BRITA Italia, azienda specializzata in sistemi di filtraggio dell’acqua destinati all’uso privato e professionale.

Secondo una ricerca condotta da GFK, tra i più grandi istituti al mondo nel settore delle ricerche di mercato, il tasso di crescita del mercato dei sistemi di filtrazione ha raggiunto un +150% nel periodo 2018-2023, come riporta un comunicato di Brita. “Uno spiraglio verso scelte più etiche si sta comunque aprendo: l’81% degli italiani utilizza acqua di rubinetto e, di questi, il 30% dichiara di farlo sempre. Siamo arrivati inoltre al fatto che 39 italiani su 100 ormai utilizzano soluzioni filtranti per bere acqua a casa, che, in 14 casi su 100, sono caraffe”, sottolinea Sarvello. Un cambiamento di abitudini nei consumatori che ha consentito alla divisione italiana di Brita di celebrare i suoi primi 20 anni di operatività con un fatturato nel 2023 di 32 milioni di euro.

Ridurre il consumo di acqua in bottiglia

Secondo Greenpeace, solo in Italia circa 11 miliardi di bottiglie in plastica (PET) per acque minerali e bevande confezionate vengono immesse al consumo ogni anno. Per questo motivo, il gruppo Brita si è dotato di un indicatore, Planet Contribution, per calcolare il proprio impatto di prodotto e la propria carbon footprint. Il gruppo – che registra globalmente un fatturato di 664 milioni di euro nell'anno commerciale 2022 e 2.262 dipendenti ‒ si è dato come traguardo entro il 2025 la sostituzione di oltre 6,5 miliardi di bottiglie d’acqua (a oggi il risultato è di 5 miliardi) e l’abbattimento della propria impronta carbonica di 1 milione di tonnellate di CO₂. Come? Producendo e distribuendo soluzioni per l'ottimizzazione dell'acqua potabile per uso privato (caraffe filtranti per l'acqua, sistemi a rubinetto e sottolavello, borracce filtranti), per uso professionale (ad esempio nel settore HoReCa) e dispenser per uffici, alberghi e ristoranti.

“L'acqua non è solo un semplice elemento chimico insapore e inodore ma un alimento a tutti gli effetti”, dichiara Elena Scordamaglia, Brita Water Sommelier e Marketing Manager B2B Brita Italia. “I suoi ingredienti sono i sali minerali che aiutano a rimanere idratati, ma anche sostanze nocive, come nitrati o composti organici volatili, e il cloro che viene utilizzato per disinfettare le condutture dell’acquedotto e che, pur non essendo nocivo, altera il sapore e l’odore dell’acqua.”

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il prossimo 22 marzo, Brita ha ribadito il proprio impegno nel creare un impatto positivo nel mondo dell'acqua lanciando l'iniziativa Worldwide Water Stories. “È un progetto che darà voce a 12 storie che promuovono risposte concrete alla crisi idrica globale ‒ spiega Erica Cortinovis, Direttrice Marketing di Brita Italia ‒ accendendo i riflettori su persone e imprese che hanno scelto di fare business in modo virtuoso e che ogni giorno cercano soluzioni concrete nel rispetto del bene più prezioso che abbiamo: l’acqua.”

 

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Immagine: Envato