Come è possibile ricompensare i territori per lo sfruttamento commerciale della biodiversità di piante e animali nei settori della medicina, della chimica, dell’alimentazione o dei materiali, usando queste risorse economiche per tutelare la biodiversità stessa? All’interno dei negoziati sulla biodiversità (COP-biodiversità) si discute da anni di come compensare l'uso delle informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche e di come queste possano contribuire alla necessità di mobilizzare almeno 200 miliardi di dollari l’anno al 2030, come stabilito dall’Accordo ONU di Montreal-Kunming.

Un importante passo in avanti è stato fatto nel weekend di Ferragosto nell'ambito dei negoziati intermedi della Convenzione sulla diversità biologica (CBD) a Montreal, in Canada. I negoziatori hanno concordato che la COP16 della CBD (21 ottobre – 1° novembre 2024) a Cali, in Colombia, dovrà adottare una decisione che stabilisca le modalità di operatività del meccanismo multilaterale per la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall'uso delle informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche (DSI, Digitial Sequence Information), compresa la creazione di un fondo dedicato per raccogliere e sborsare le risorse generate.

Il meccanismo della DSI dovrebbe mobilitare nuovi flussi di finanziamenti aggiuntivi per le azioni a favore della biodiversità in tutto il mondo, a sostegno dei tre obiettivi generali della Convenzione: la conservazione della diversità biologica, l'uso sostenibile dei suoi componenti e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall'uso delle risorse genetiche.

Sebbene sia ancora da definire in maniera univoca cosa sia la DSI − perdurano alcune controversie, dovute a interessi economici divergenti − e come si possa rendicontare, nei negoziati di Montreal è stato definito con chiarezza quali sono i settori e sottosettori altamente dipendenti dall'uso della DSI sulle risorse genetiche a cui applicare le modalità operative del meccanismo multilaterale e del fondo associato. Tra questi, i prodotti farmaceutici, i cosmetici, l'allevamento di piante e animali e le biotecnologie agricole, le biotecnologie industriali, le attrezzature di laboratorio associate al sequenziamento e all'uso delle informazioni di sequenza digitale sulle risorse genetiche e i servizi informativi, scientifici e tecnici relativi alle informazioni di sequenza digitale sulle risorse genetiche. Rimangono fuori da ogni accordo le industrie degli Stati Uniti, la prima potenza per uso della DSI al mondo, sebbene nei negoziati figuri come “non-party”.

Il copresidente William Lockhart. Foto di Mike Muzurakis © IISD/ENB

La struttura dell’accordo sulla DSI

I negoziatori hanno ribadito alcuni capisaldi di come dovrà essere reso operativo il meccanismo multilaterale. Esso dovrà generare più benefici, sia monetari che non monetari, rispetto ai costi; fornire certezza e chiarezza legale per fornitori e utilizzatori delle informazioni; non ostacolare la ricerca e l'innovazione (un tema molto sostenuto dall’industria, come ad esempio la coalizione giapponese delle imprese della bioeconomia); garantire l'accesso aperto ai dati; essere complementari ad altri strumenti di accesso e condivisione dei benefici; infine tenere conto dei diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali, inclusa la conoscenza tradizionale associata alle risorse genetiche in loro possesso.

Rimangono ancora aperte varie opzioni tecniche e politiche riguardanti le modalità operative cruciali del meccanismo multilaterale, compreso il fondo globale associato: chi pagherà per l'uso delle informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche, quanto pagherà, cosa farà scattare tali pagamenti, come saranno erogati i pagamenti raccolti e come l'intero sistema sarà gestito e governato. I nodi dovrebbero essere sciolti nel negoziato COP16 Biodiversità di ottobre a Cali.

“Avremo un successo a COP16 se il fondo sarà reso subito operativo a conclusione dei negoziati”, ha commentato in conferenza stampa William Lockhart, del Regno Unito, copresidente del negoziato, indicando l’intenzione delle parti ad arrivare quanto prima a un accordo soddisfacente.

La bozza di raccomandazione sull'operatività del meccanismo multilaterale prevede quattro opzioni per il contributo al fondo economico da parte degli utilizzatori delle informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche e due opzioni per l'erogazione, e indica i potenziali fattori per l'allocazione delle risorse del fondo globale.

“Servirà definire se a contribuire al fondo saranno i settori industriali che utilizzano le DSI, oppure le entrate generate dalla vendita dei prodotti”, ha commentato l’altra copresidente, Martha Mphatso Kalemba, del Malawi.

Inoltre, il testo dei negoziati intermedi comprende una bozza per l’istituzione del potenziale gruppo di esperti sulla metodologia di assegnazione e affronta la revisione del meccanismo multilaterale da parte della COP18 della Convenzione, nonché l'interfaccia con altri strumenti internazionali di condivisione dei benefici associati all'uso delle informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche, al fine di migliorare il sostegno reciproco e la coerenza.

La copresidente Martha Mphatso Kalemba. Foto di Mike Muzurakis © IISD/ENB

Verso la COP16 Biodiversità di Cali

"La bozza di decisione che sarà esaminata dalla COP16 richiederà un'ulteriore costruzione del consenso a Cali, ma è chiaro che abbiamo fatto molta strada”, hanno dichiarato i due copresidenti. “I negoziatori hanno lavorato instancabilmente su una serie ingombrante di opzioni tecniche e politiche in un grande spettacolo di compromesso e di costruzione del consenso. Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti da questo gruppo."

Alla COP16 di Cali, le Parti dovranno perfezionare l'accordo sulle questioni in sospeso, tra cui gli aspetti relativi alla governance dei dati, la formula da utilizzare per l'allocazione delle risorse del fondo globale e la quota da destinare alle popolazioni indigene e alle comunità locali, comprese le donne e i giovani, in quanto custodi della biodiversità e detentori delle preziose conoscenze tradizionali associate alle risorse genetiche. Tra le altre aree in cui si cercherà di raggiungere un compromesso, vi è il modo in cui le circostanze nazionali e il livello di sviluppo degli stati firmatari dell’Accordo di Montreal-Kunming saranno presi in considerazione nelle decisioni di allocazione per garantire equità e giustizia.

"Sono fiduciosa che a Cali le Parti troveranno la strada e il coraggio di arrivare a un compromesso per rendere operativa una soluzione semplice, efficiente ed economicamente vantaggiosa", ha dichiarato Astrid Schomaker, segretaria esecutiva della CBD. "Ciò che abbiamo visto a Montreal questa settimana è un'impressionante dimostrazione di multilateralismo ambientale al suo meglio."

Copresidenza e segretariato. Foto di Mike Muzurakis © IISD/ENB

Perche la DSI è fondamentale

Il DNA contiene le informazioni genetiche che “istruiscono” gli esseri viventi su come crescere e funzionare. Analizzando le versioni digitali del DNA di piante, animali e microbi (come i batteri), gli scienziati identificano i geni per contribuire a creare o migliorare, tra gli altri, farmaci, prodotti per la cura della pelle, alimenti e integratori alimentari, mangimi per animali, bioplastiche e tessuti, generando un giro d’affari di centina di miliardi di euro.

Una volta trovato un gene utile, la sequenza viene digitalizzata (cioè viene creata una DSI) e gli scienziati possono produrne una versione in laboratorio e inserirla in microbi come batteri o lieviti, che agiscono come piccole fabbriche, utilizzando le nuove istruzioni genetiche per produrre i composti desiderati. In breve, leggendo e comprendendo il DNA, gli scienziati scoprono e producono nuovi ingredienti e composti per creare o migliorare prodotti di valore. Non solo, oggi con l’intelligenza artificiale si possono elaborare e commercializzare le informazioni creando nuove sequenze genetiche partendo dalla DSI. Lasciare questo patrimonio nelle mani delle multinazionali significa de facto privatizzare un bene comune, come la natura e la biodiversità, a discapito di quei territori megadiversi spesso abitati da popolazioni indigene o comunità in via di sviluppo, che non traggono profitto dalla commercializzazione di prodotti lavorati delle loro foreste o savane. Il meccanismo multilaterale di gestione della DSI potrebbe essere una svolta epocale e accelerare la raccolta di risorse economiche per la tutela della natura.

Veduta della sala in sessione plenaria. Foto di Mike Muzurakis © IISD/ENB

 

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Immagine di copertina: Martha Mphatso Kalemba applaudita per il suo lavoro di co-chair. Foto di Mike Muzurakis © IISD/ENB