A due anni di distanza dal primo lockdown, c’è un’Italia più consapevole della crisi climatica e pronta al cambiamento. È ciò che emerge dal report “Navigare a vista: gli italiani e il clima nel post pandemia”, un’analisi sulla percezione dell’opinione pubblica italiana del think thank ECCO, che ha fotografato un paese preoccupato per l’occupazione, la salute e i cambiamenti climatici. Nonostante i timori, la pandemia e la transizione ecologica vengono percepite come opportunità di cambiamento, indipendentemente dall’età e orientamento politico.
Secondo il sondaggio condotto dall’istituto di sondaggistica YouGov per Ecco e More in Common, gli italiani sono pienamente consapevoli degli impatti dei cambiamenti climatici e sono favorevoli ad un cambiamento radicale delle proprie abitudini. Questo si è registrato in maniera spiccata anche rispetto agli altri cinque Paesi europei in cui è stato condotto il sondaggio (Germania, Spagna, Polonia, Francia e Gran Bretagna). La transizione ecologica, quindi, è percepita come un’opportunità di cambiamento e di crescita economica e per il 56% degli italiani il cambiamento include l’abbandono graduale o immediato del gas.
Sfiducia nelle istituzioni alla sfida del clima
Dalle opinioni di circa 2000 italiani, raccolte a dicembre 2021, emerge un’evidente sfiducia nei confronti delle istituzioni sia a livello generale, sia quando si tratta di tematiche ambientali e gestione di piani di rilancio (Pnrr). È proprio nella ricerca di soluzioni per affrontare la crisi climatica che si evince un vuoto politico. Un vuoto che nessun partito ad oggi sembra sia stato in grado di colmare. Infatti, il 61% degli intervistati è convinto che non ci sia nemmeno un partito che sta rispondendo correttamente alla sfida posta dalla crisi climatica.
“I rappresentati politici hanno quindi la possibilità di riempire questo vuoto di leadership nell’azione climatica attraverso una nuova narrazione della transizione energetica - si legge nell’analisi di Ecco - che abiliti il cambiamento e sia percepita dalle persone più come un’opportunità che come un peso insormontabile, pur senza ignorarne la complessità e le difficoltà”.
Un forte senso di rassegnazione e sfiducia si registra soprattutto nella fascia d’età 18-29 anni, che risulta meno speranzosa ma più propensa e pronta al cambiamento. In generale poca fiducia nel prossimo, ma allo stesso tempo i giovani sono pronti ad intraprendere più azioni, sia individuali che collettive.
Inoltre c’è una credenza diffusa tra gli intervistati che il governo italiano non si stia prendendo carico delle questioni care ai giovani, che dal sondaggio risultano essere: la mancanza di opportunità lavorative (60%), le difficoltà finanziarie (33%), la qualità del lavoro (35%), e l’istruzione (32%).
Pandemia come spinta al cambiamento
Due anni di pandemia hanno lasciato un Paese diviso, con una popolazione meno solidale nei confronti dei propri concittadini rispetto al periodo precedente la pandemia. Soprattutto i giovani che, rispetto alle altre fasce d’età, sono maggiormente esposti alla solitudine e all’ansia. L’80% degli intervistati crede che la pandemia abbia colpito significativamente la propria vita quotidiana. Non a caso, per via dei lunghi periodi di didattica a distanza, si sono ridotte anche le occasioni di socializzazione all’interno delle scuole e università, cambiando così drasticamente la vita delle popolazioni più giovani. La buona notizia è che, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia, la maggioranza della popolazione considera il Covid-19 come un’opportunità per promuovere il cambiamento.
Questo report rientra nel progetto “Navigating Uncertainty” condotto da More in Common , un’iniziativa internazionale nata nel 2017 per costruire società più forti, più unite e più resistenti davanti alle crescenti minacce di polarizzazione e divisioni sociali.
Immagine: Jonathan Ford (Unsplash)