La filiera del biowaste gioca un ruolo cruciale nelle nuove sfide della bioeconomia circolare. Ma quali sono le ricadute occupazionali ed economiche del settore dell’organico? Quali i benefici ambientali della gestione circolare dei rifiuti organici per le aree urbane? E le sfide energetiche? Queste sono le domande al centro de La filiera del biowaste che produce materia, energia e occupazione, quinto volume della collana Organic Biorecycling, edita da Edizioni Ambiente con il patrocinio del CIC (Consorzio italiano compostatori), a cura di Massimo Centemero, con la collaborazione di Elisabetta Bottazzoli e Alberto Confalonieri.

Il volume, che è la fotografia più accurata del settore del riciclo organico nel nostro paese, è stato presentato ufficialmente all’incontro Biowaste: la filiera che produce materia, energia e occupazione, il 26 settembre presso Palazzo Grazioli, sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma.

Un quadro strategico per l’occupazione e la bioeconomia in Italia

La filiera del biowaste che produce materia, energia e occupazione illustra il ruolo strategico della filiera dell’organico nella transizione ecologica ed energetica del paese, confermando un modello di economia circolare decarbonizzato in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Il libro presenta l’annuale Rapporto associativo del CIC e i risultati aggiornati della ricerca condotta da Prometeia e dal Centro studi del CIC sugli sviluppi economici e occupazionali del settore. Quello che emerge è che il solo settore relativo ai rifiuti a matrice organica fornisce occupazione, tra dipendenti diretti e indiretti, a 4.368 persone. A queste si aggiungono 10.008 addetti impegnati nell’attività di raccolta e trasporto del rifiuto organico.

Nel complesso, la filiera del biowaste dà lavoro a 14.376 persone. Lavoratori verdi la cui attività nel 2022 ha permesso di trattare 8,3 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica in 357 impianti di trattamento biologico (uno in più rispetto al 2021) in Italia. Immancabile, di conseguenza, è il tema delle competenze e della formazione per tali green jobs specifici. Per questo, il volume si sofferma anche sui percorsi formativi organizzati dal consorzio per contribuire alla specializzazione e alla creazione di nuovi profili professionali per il settore.

“Questo volume, così come il precedente, è stato scritto seguendo la roadmap degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”, spiega Massimo Centemero, direttore del CIC e curatore della pubblicazione. “In particolare, quest’anno ci siamo focalizzati sull’obiettivo 8 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che incentiva una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile volta a ottenere nel paese uno scenario occupazionale ampio, produttivo e che, soprattutto, assicuri un lavoro dignitoso per tutti. L’obiettivo 8 è strettamente connesso con gli aspetti legati all’ambiente, al clima e ai diritti dei lavoratori. Un goal vitale e necessario per l’intero pianeta, perché con migliori condizioni lavorative si avranno di conseguenza migliori condizioni di salute degli esseri umani e dell’ambiente.”

La filiera del biowaste tra benefici e potenzialità

Questo nuovo volume a cura del CIC, inoltre, fornisce un approfondimento chiaro e completo sui benefici ambientali derivanti dalla produzione e dall’utilizzo di fertilizzanti organici. In un’ottica di bioeconomia circolare, i fertilizzanti organici sostituiscono quelli chimici di origine fossile, apportando comprovati benefici per l’ambiente. Il loro impiego contribuisce a contrastare alcuni degli effetti del cambiamento climatico e della desertificazione, preservando la fertilità dei suoli, anche in contesti degradati e soggetti a forti pressioni, come le aree urbane. Per questo, il volume esplora anche gli effetti dell’uso dell’ammendante compostato – considerato un fertilizzante a “chilometro zero” – nel verde pubblico delle nostre città.

“È prioritario investire per promuovere l’effettivo riciclo organico al fine di incrementare la produzione e l’utilizzo del compost, così da rispettare quanto stabilito dalla normativa europea la cui gerarchia prevede che il riciclo di materia sia privilegiato rispetto al recupero di energia”, ha detto Centemero. “Ciò anche alla luce di comprovati benefici ambientali. L’uso del compost, essendo ricco di elementi nutritivi, comporta benefici in termini di minori emissioni: limita l’utilizzo di fertilizzanti di sintesi, assicura una migliore lavorabilità del suolo e ne garantisce una maggiore capacità di ritenzione idrica. Insomma, anche nel presente volume vogliamo sottolineare che il riciclo di materia è la forma più intelligente di conservazione dell’energia”.

Biowaste: la filiera che produce materia, energia e occupazione

L’incontro Biowaste: la filiera che produce materia, energia e occupazione è stato un’occasione per fare il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive future della filiera del biowaste, con un focus sulle sfide della bioeconomia per la produzione di materia, energia e occupazione in Italia.

L’evento, moderato da Emanuele Bompan, direttore di Materia Rinnovabile, ha visto la partecipazione di Lella Miccolis, presidente del CIC; Vannia Gava, viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica; Patty L’Abbate, vicepresidente della VIII Commissione ambiente della Camera; Marco Simiani, segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti; Silvia Fregolent e Andrea De Priamo, membri della Commissione permanente ambiente del Senato. Ma anche di Mario Bonaccorso, direttore del Cluster Spring; Stefano Ciafani, presidente di Legambiente; Marco Versari, presidente di Biorepack; Monica Cairoli, coordinatrice del Dipartimento clima e ambiente dell’Ordine nazionale agronomi; Daniele Gizzi, presidente del Comitato nazionale dell’Albo gestori ambientali e Simona Fontana, direttrice generale del CONAI.

 

Immagine: Annamaria Duello, Edizioni Ambiente