Il progetto Biopiattaforma è ai nastri di partenza. Lo scorso 5 febbraio il Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, ha firmato l’accordo di cessione delle quote di CORE spa, la società che controllava l’attuale termovalorizzatore alle porte di Milano.
Nelle prossime settimane l’impianto verrà dismesso e demolito per dare inizio ai lavori di costruzione della Biopiattaforma, una struttura carbon neutral all’avanguardia che coniugherà depuratore e termovalorizzatore in un unico progetto di simbiosi industriale.
Biopiattaforma, un progetto unico in Italia
La Biopiattaforma, nella quale il Gruppo CAP investirà oltre 47 milioni di euro, è un progetto unico in Italia. Innanzitutto, è il primo termovalorizzatore autorizzato e realizzato in Italia da dieci anni a questa parte: primato dovuto alle sue caratteristiche di avanguardia tecnologica, ecosostenibilità e, non da ultimo, inclusività. La nuova infrastruttura, infatti, è stata progettata fin dall’inizio attraverso il percorso partecipativo BiopiattaformaLab, che ha coinvolto attivamente i cittadini e le associazioni dei territori.
La Biopiattaforma unirà in un unico impianto un termovalorizzatore e un depuratore e ospiterà inoltre un polo di ricerca avanzata, che si è già assicurato un finanziamento di 2,5 milioni di euro attraverso il progetto Circular Biocarbon, finanziato dal fondo europeo Horizon 2020. Infine, grazie alle tecnologie di ultima generazione utilizzate, l’impianto sarà completamente a zero emissioni di CO2 fossile.
Fanghi e umido per produrre energia e biometano
La Biopiattaforma dovrebbe essere operativa già a ottobre 2022, con la messa in funzione della prima linea e a marzo 2023. L’impianto tratterà 65mila tonnellate di fanghi prodotti ogni anno dai 40 depuratori distribuiti sul territorio della Città metropolitana. Proprio i fanghi, che fino a oggi erano materia di scarto, in alcuni casi da portare all’estero per lo smaltimento, serviranno a produrre ben 11120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.
La linea di gestione della FORSU (“l’umido”), tratterà 30.000 tonnellate/anno di rifiuti umidi ora affidati a strutture esterne, provenienti dai Comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese e Cinisello Balsamo per la produzione di biometano, biocombustibile che riduce l’emissione di anidride carbonica del 97%.
Un passo verso l’Europa
“L’accordo firmato oggi rappresenta il coronamento di un percorso che sancisce il rapporto di continuità e condivisione instaurato con il territorio e le sue istanze, un dialogo reso possibile dal percorso partecipativo intrapreso due anni fa nella fase iniziale dell’iter progettuale”, ha commentato il presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP, Alessandro Russo all’atto della firma. “Quello che faremo nascere è un impianto all’avanguardia, che intende rispondere alle istanze europee in fatto di energia e ambiente e che può rappresentare per le altre regioni italiane, un esempio da seguire. Soprattutto alla luce del grande percorso di rilancio che il Paese si appresta a intraprendere grazie ai fondi del Next Generation EU”.