Scrivere libri non serve a niente, se non serve a cambiare le gente. Lo diceva Giuseppe Giusti, parafrasi permettendo, oltre duecento anni fa. E lo ripetiamo a gran voce ancora oggi, con lo stesso bisogno e la stessa urgenza di portare un messaggio di cambiamento a quante più persone possibili.
Sì, perché anche se l’educazione ambientale passa prima dalla TV generalista, dal web e dai social (con tutte le storpiature e le imprecisioni del caso), anche i libri svolgono un ruolo di primo piano in termini di documentazione e sensibilizzazione verso i temi dell’economia circolare, dell’ecologia e della tutela del Pianeta. E non parliamo di manuali con parole difficili o di testi per addetti ai lavori, ma di saggistica, narrativa, libri per ragazzi, fumetti e graphic novel. Uno spettro di letture e di linguaggi ampio e cangiante come il pubblico a cui si rivolge.
È quanto emerge dall’indagine “Libri e ambiente: le abitudini degli italiani” condotta da Ipsos, leader mondiale delle ricerche di mercato, e promossa da Comieco, il Consorzio Nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica.
Parola di 1000 italiani
Hai letto un libro che parla di ambiente negli ultimi cinque anni? Cosa spinge le persone ad avvicinarsi a libri di questo tipo? Perché preferire un autore italiano a uno straniero, o viceversa?
Questa la tipologia di domande poste a un campione casuale di 1000 persone, diversificate per età, area geografica, condizione occupazionale e titolo di studio. Il campione intervistato da Ipsos ha un’età media di 51 anni (solo il 16% è under 30), è al 56% inoccupato e al 54% ha un titolo di studio inferiore al diploma (solo il 15% è laureato). Una fotografia parziale che restituisce, innanzitutto, informazioni circa la sensibilità ambientale di una minuscola fetta di popolazione.
Fra gli intervistati, l’86% dichiara di conoscere il concetto di sostenibilità e il 67%, per esempio, fa la raccolta differenziata convinto dell’utilità del gesto individuale. La maggior parte di loro individua il surriscaldamento globale come problema ambientale più rilevante e vota l’energia rinnovabile e il riuso dei materiali come soluzioni su cui puntare e investire.
Ma passiamo agli aspetti pratici: come si informano e come capita a queste persone di ricevere informazioni sulla tematica ambientale? La TV generalista rimane aggrappata con le unghie alla prima posizione di questa statistica, seguita dalle informazioni prese da Internet (con Wikipedia in pole position) e dai quotidiani digitali. Seguono i documentari in TV o sulle piattaforme streaming e, solo in quinta posizione troviamo i social network. Per trovare i libri come fonte di informazione bisogna scavare ancora un po’ nella classifica, oltre i quotidiani cartacei, le riviste e la radio. In pochi, dunque, si informano attraverso i libri del settore. Dato che però si scontra con una seconda classifica, quella in cui gli intervistati mettono in ordine le fonti migliori per educare e informare il pubblico. In questo caso i libri salgono al terzo posto, poco sotto la TV e i documentari. Gli italiani, dunque, riconoscono nei libri una fonte più affidabile e autorevole, pur attingendone meno.
Non chiamatela “letteratura di nicchia”
Un intervistato su tre dichiara di avere letto almeno un libro o un fumetto sul tema ambientale negli ultimi cinque anni: parliamo principalmente di romanzi, racconti e saggi. Chi si avvicina a questi titoli lo fa per capire cosa può fare in prima persona per la tutela dell’ambiente (il 40%) e per informarsi in maniera completa e puntuale (il 38%).
La letteratura ambientale è, in generale, un tema che attrae. L’errore più comune è considerarla a priori un genere di nicchia, magari per specialisti, intellettuali o accademici del settore. O, per presa di posizione, un genere per radical chic e per “chi vuole distinguersi a tutti i costi dalla gente comune”. La maggior parte degli intervistati, infatti, la considera un genere adatto a chiunque, senza discriminanti date dall’età, dal mestiere o dal titolo di studio. Di questi, oltre il 40% dichiara di esserne effettivamente interessato.
Percentuale che fa ben sperare, considerata l’offerta crescente – sempre più ricca, valida e fantasiosa – da parte di autori ed editori indipendenti in tutta Italia.
Libri da premiare
L’indagine “Libri e ambiente: le abitudini degli italiani” è stata presentata in concomitanza con l’annuncio delle storie finaliste della seconda edizione del Premio letterario Demetra, ideato da Comieco e dall’Elba Book Festival con l’obiettivo di dare visibilità e sostegno agli autori e agli editori che mettono ambiente e sostenibilità al centro delle loro pubblicazioni.
Quella della letteratura ambientale si conferma una macchina produttiva e creativa in crescita. Lo dimostrano le 61 candidature ricevute per le tre categorie in concorso, cioè saggistica ambientale, narrativa per ragazzi e graphic novel, con un numero predominante di candidati per i libri per ragazzi.
Dieci finalisti in totale, fra grandi penne (e matite!) del panorama nazionale. Dieci prospettive diverse, e a volte molto lontane, fra di loro che guardano tutte allo stesso punto di fuga: le trasformazioni, lente o repentine che siano, che il nostro Pianeta sta vivendo.
Da “L’innocenza del pipistrello” di Stefania Leopardi e “Che cosa è l’energia rinnovabile oggi” di Gianni Silvestrini (editi da Edizioni Ambiente), alle graphic novel “Mercedes” di Daniel Cuello e “The prism” di Matteo De Longis (edite da Bao Publishing). Candidati anche i libri di Arjuna Cecchetti (“Non pensarci due volte”, Dalia), Maria Cristina Garofalo (“Le terre di cristallo”, Zefiro), Silvia Grossi (“L’ultimo respiro del sole”, Laurana), Paolo Pilieri (“L’intelligenza del suolo”, Altraeconomia), Roberto Della Seta (“Ecologista a chi?”, Salerno) e Gud con Timothy Top (“La rivoluzione sottosopra”, Tunuè).
Racconti che sono “spinte gentili” e suggestioni. Perché sì, la sensibilità e l’educazione ambientale passano dai libri, ma difficilmente la scintilla parte dai “testi sacri”, dai volumi autorevoli e le pietre miliari del settore. La scintilla, spesso e volentieri, scatta nella dimensione intima e quotidiana. Quella occupata da un libro in cui è facile riconoscersi, perché ci avvicina alla conoscenza attraverso storie e racconti di vita.
Immagine: Bartosz Kwitkowski (Unplash)